Cosa siamo adesso?

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Alex, Alex, Alex...

Ho baciato Alex.

Ho. Baciato. Alex. Se lo scrivo forse mi sembrerà più vero.

Ho baciato la bocca di Alex. Con i suoi occhi a un centimetro da me. Occhi di mare, di spine, di fuoco e uragano.

E i suoi capelli? I suoi capelli fra le mie dita, non li avevo considerati. Il suo profumo.

E' impossibile smettere di baciare Alex, mentre hai addosso Alex. Ora capisco perché la definiscono "vertigine". E' come lanciarsi nel vuoto. E sentire la gravità che ti trascina giù. E' precipitare.

Avevo già baciato, una volta. Arianna, l'anno scorso. Cioè, Arianna ha baciato me, precisiamo.

Invece di fermarla dicendole subito che non poteva esserci storia, ho risposto al bacio. Sì, sono stato stronzo, ero curioso di baciare almeno una volta. Ma ero piuttosto concentrato sulla tecnica, e soprattutto su dove cazzo appoggiare le mani, dato che non volevo sembrare inopportuno con la ragazza che avrei scaricato subito dopo.

Con Alex, ricordo solo di aver pensato: voglio baciare Alex. Il prima possibile.

Non ho nemmeno pensato: oddio, sto per baciare un ragazzo. Che magari, sarebbe stato un pensiero adeguato. No, niente di tutto questo.


Con Alex, tutto diventa urgente.


Cosa si aspetterà da me, adesso?

Alex è abituato a esporsi, a esibirsi. Non gliene frega un cazzo di quello che pensa la gente.

Ma io non sono lui. Io sono lo scarafaggio che si nasconde nella polvere.


Riascolto mentalmente la voce di Alex che mi chiama "Cri".

Mi corrode il pensiero che quella tenerezza sia stata riservata pure a Giò. O a qualcun altro.

Quanti ragazzi avrà avuto Alex? A Milano e nel mondo della moda, avrà avuto di sicuro una vita libertina.

Come potrei rappresentare il centro di ogni sua attenzione, se non ho nemmeno il coraggio di baciarlo in pubblico? Certo, se non dietro siepi e muraglie cinesi.

Cosa siamo, adesso, l'uno per l'altro?

Ma soprattutto, cosa gli scrivo?

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