Adesso mi spieghi tutto

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Elisa mi aspetta davanti all'ingresso della scuola, ma non avevo dubbi.

Ha lo sguardo incazzato e battagliero.

Appena mi intercetta, viene dritta sparata verso di me e mi tira per il piumino, portandomi in disparte.

«Adesso tu mi spieghi tutto» pretende. «Ti rendi conto che siete spariti dopo lo sclero di Halloween?»

Mi sistemo lo zaino e neanche l'ascolto.

«Come sta Arianna?» chiedo.

«Bene, solo un grande spavento. Lo stronzo l'ha bloccata contro il muro, l'ha baciata e ha allungato le mani. Ma per fortuna si è strattonata via ed è finita lì.»

«Hai fatto pace con Capitan Fra?»

Elisa mi scruta gli occhi.

«Non sviare il discorso, furbetto.»

Sorrido. E lei rincara:

«Io ho già parlato con Filippo. Adesso tocca a te, sputa il rospo. Perché avete litigato?»

Il sorriso mi evapora all'istante.

«Filippo ti ha detto che abbiamo litigato?»

«Kevin e Luca hanno chiaramente detto che avete litigato.»

«Non abbiamo litigato. Dovevamo solo chiarire. Ma Filippo cosa ti ha detto.»

«Ah, chiarire» dice, convinta che la stia prendendo per il culo. «E vi siete... chiariti

Ci penso su un attimo. Ho un peso dentro che non so nemmeno come sia riuscito ad alzarmi dal letto.

«No.»

Non ho nemmeno idea di come gestirò le cose. Filippo non ha affrontato il discorso, ieri. Non so tra l'altro cosa provi, con esattezza, o cosa vorrebbe, o cosa si aspetti.

Elisa mi si avvicina, ma tipo a un centimetro. Mi punta un dito sul petto e preme.

«Attento a quello che fai» mi ammonisce con serietà.

«Io?»

«Sì, tu. Devi essere delicato.»

La prendo per le spalle e stringo un po' per farmi ascoltare.

«Mi dici cosa ti ha detto Filippo?»

Lei mi guarda negli occhi e vedo chiaramente i suoi ingranaggi girare impazziti.

«Niente.»

La lascio all'istante. E' un niente tipicamente femminile. Praticamente vuol dire che sa tutto.

La campanella ci fa muovere verso l'ingresso.

«Vorrei solo capire cosa è successo» insiste lei.

«Non è successo niente, Eli. Era solo molto turbato. Molto. E voleva stare da solo» dico, che poi è la verità.

«Ok, ma cosa gli hai detto per turbarlo così? O cosa hai fatto?»

Faccio una risata un po' cattiva.

«Ma perché lo stronzo devo essere io, scusa?»

In realtà mi fido di Elisa e potrei raccontarle tutto. Anche perché ho bisogno di consigli.

«Rugo, tu a volte non hai idea di quello che ti gira attorno» dice, andandosi a sedere dall'altra parte della classe.

Le faccio segno di continuare sul cellulare.

"Forse invece lo so, stavolta. Filippo ti ha detto qualcosa?" le scrivo.

"Voleva sapere se avevo parlato con te. Se mi avevi detto niente. Dite tutti e due le stesse cose. Perché non vi parlate tra di voi?"

"Ci siamo parlati ieri mattina" scrivo.

Lei si abbassa sul banco nascondendosi dalla prof, per guardarmi, e farmi una faccia strana.

"Allora vi siete spiegati male, perché io l'ho visto ieri pomeriggio" scrive.

"E?"

"E non ha voluto dirmi niente. Ha iniziato a urlare basta, che dovevo lasciarlo stare e mi ha spinto via di casa. Letteralmente".

Quindi dopo la nostra mattina in spiaggia.

"Cri, devi fare qualcosa".

E cosa? Peggiorare le cose?

Forse niente è la cosa migliore da fare.

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