La differenza tra me e te

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Elisa mi aspetta fuori della scuola, stamattina, sull'attenti come un generale. Mi intercetta, mi afferra per una manica e mi trascina da una parte. Spero che abbia recepito il messaggio di domenica sera, perché non voglio assolutamente parlare di Filippo.

«Cazzo, Rugo sei uno zombie. Ti fa male?»

«E buongiorno anche a te. No, va molto meglio.»

Mi abbraccia, mentre sento addosso gli sguardi di tutti. Evidentemente devo sembrare un capolavoro post-moderno.

«Ci hai fatto preoccupare, domenica. Pensavamo fossi in ospedale, ho dovuto chiamare addirittura tua madre! Ma è possibile che, adesso, tu e Filippo vi dovete sempre incazzare? E' una moda nuova? E poi sparite tutti e due! Non rispondete ai messaggi, alle telefonate...»

Non ha recepito, no.

«Cambiamo argomento?» la invito.

«Questa cosa, però, va risolta. Tanto» abbassa la voce, avvicinandosi «tu hai Alex. E Filippo sta dietro a questo Leo... boh! Il problema è risolto, no?»

Infatti, questo Leo-boh. Vorrei chiederle se lo ha mai... no, niente, basta, Filippo non mi riguarda più.

«Mi faccio un tatuaggio, oggi vado a sentire Jack Tatoo.»

«Tu? Un tatuaggio?»

Ha la faccia divertita. Perché?

«Embè?»

«Non sei un tipo da tatuaggio.»

«Perché, adesso esiste il tipo da tatuaggio?»

«Non lo so, esteticamente ti associo al genere perfettino.»

«Io, perfettino? Eli ma si può sapere che cazzo dici? E poi i perfettini non possono farsi i tatuaggi? E, secondo te, questa è una faccia da perfettino? Sembro un teppista.»

Elisa scoppia a ridere.

«Ecco, se lo fossi di più, forse la faccia distrutta ce l'avrebbero loro.»

«Cazzo, Eli, erano in tre.»

Elisa sbianca in una faccia mortificata.

«Hai ragione, scusa, sono davvero una cretina. Scusa. E poi lo sai che adoro i perfettini» e mi dà un bacio sulla guancia buona.

«Certo, come no, tipo Fra.»

«Fra è perfettino nell'animo.»

«Senti, perfettino o teppista, voglio farmi dei gabbiani, qui sul fianco. Ti piace l'idea?»

La sua allegria si sgonfia, di netto. Annuisce rincorrendo un suo pensiero. Brutto, direi, dalla sua faccia.

«No? Non ti piacciono i gabbiani? O non ti piace il fianco, per il tatuaggio.»

«No, no... è che i gabbiani, sì, cioè...» mi fissa. «Insomma, facciamo a capirci, è per via di Alex? Alex Gabbiani?» mi dice chiaro e tondo, come solo Elisa sa fare.

«No, Eli. No. Non voglio tatuarmi una persona, ma un concetto

Voglio che i gabbiani siano il mio proposito, il mio stile di vita.

Lei annuisce ancora, ma è molto pensierosa.

«Ok, ma non lo esibire. Almeno per un po'.»

«Non è stagione per esibirlo.»

«Va bene, ma non fare foto o storie.»

«Ma perché?»

Suona la campanella e la gente attorno a noi sta spegnendo velocemente le sigarette.

GabbianiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora