Ricomporre i pezzi

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Leggo l'ennesimo messaggio di Elisa che mi arriva dopo pranzo:

"Rugo, mi spieghi cosa è successo tra te e Filippo? Nessuno dei due risponde alla chat di gruppo, non rispondete ai messaggi personali, né alle telefonate + emoji incazzata. Non so nemmeno se siete vivi, cazzo. Luca mi ha raccontato quello che è successo ieri notte, a casa sua. Mi spieghi? Te l'ho detto che Fili era strano, che c'era qualcosa. Ma tu che c'entri? Ti giuro che se non mi rispondi ti piombo in casa, oggi. Non mi hai nemmeno chiesto di Arianna. Che comunque sta bene."

A quanto pare anche Filippo non ha voglia di parlare.

In fondo cosa dovremmo dire.

Ho solo voglia di crogiolarmi nelle ore. Vorrei che il tempo si spalmasse sopra di me. Piano piano. Uno strato alla volta. Uno scudo contro questo stato di sofferenza e di confusione e di non so cos'altro. Non so più che cazzo provare.

"Io tutto ok + emoji pollice in su".

"Cri, vaffanculo. Tra mezzora vengo a casa tua. Se non ti fai trovare sono cazzi tuoi, ti avverto".

Signore e signori: Elisa e il concetto di tatto e riservatezza.

"Ora no, ho parenti in casa. Ci vediamo dopo domani a scuola".

Mi giro nel letto e mi copro col piumino fin sopra la testa. Mi rileggo la chat avuta prima di pranzo con Alex:

"Buongiorno + emoji cuore rosso" mi ha scritto lui.

"Insomma..."

"Perché? Per la tua amica?"

"No."

"Allora per cosa".

Non me la sono sentita di raccontaglielo. Anche se Alex lo aveva già capito, ieri sera.

Quello che è successo tra me e Filippo è così profondamente nostro. Alex non conosce il legame che c'è tra me e lui. Non sa niente di noi, della nostra visceralità.

"Non mi va di parlarne, ma sono davvero a pezzi".

"Allora stiamo un po' insieme, oggi? Ho voglia di stare con te" mi ha scritto, diretto, come solo Alex sa fare. Non si inibisce. Non litiga con se stesso e con la sua sessualità come faccio io.

"Mia madre oggi esce. Vieni a casa mia. Verso le 4".

"Ok, mi faccio dare uno strappo da Fra. A dopo + emoji cuore rosso".

Domani è pure il 2 novembre.

Al cimitero non ci vado. Preferisco il culto dei vivi a quello dei morti.

Saluterò papà dentro una delle nostre albe, domani mattina. Prenderò il 41 e in quindici minuti arriverò in spiaggia, in tempo.

Non è la nostra spiaggia, ma è quella più abbordabile per me.

Mia madre lo sa, ma le ho mentito dicendole che verrà pure Filippo, come altre volte ha fatto, perché non vuole sapermi solo, domani.

Mi faccio la doccia, ma lo strato d'angoscia non se ne va. Spalanco la finestra per far arieggiare le disperazioni. Mi infilo il sotto di una tuta e una felpa, mi rendo presentabile, ma ho la faccia in tema con la festa di ieri sera.

Eppure sono emozionato perché tra poco meno di mezzora vedrò Alex. Una brina elettrica mi dice che ho speranza di uscire da questo stato.

«Ma è Gabbiani quello là fuori?» sento dire da mia madre, dalla cucina.

Esco dalla camera e vado alla finestra. Lo vedo scrivere al cellulare e infatti mi arriva la notifica su Instagram. Devo ancora chiedergli quel cazzo di numero.

GabbianiWhere stories live. Discover now