Risvegli

129 18 2
                                    

Quando riapro gli occhi, è giorno, la luce filtra dalle fessure. Edo non c'è. Qualcuno parlotta.

Ho un sasso che si muove dentro la testa e sembro gomma sciolta incollata al letto. Cerco di alzarmi. Arrivo alla porta, la apro e vengo inondato dal chiarore che traspira dalla tenda spessa del soggiorno. Mi abituo a fatica. Vedo Filippo che dorme completamente scoperto. Devo violentarmi per non lasciarmi cadere vicino a lui. Resisto solo perché sento Edo e Leo parlare con tono agitato, in bagno e sottovoce.

«Ma tu c'eri, li hai visti, che facevano?» sta chiedendo Leo.

Un guizzo d'adrenalina mi dà la sveglia. Avvicino l'orecchio, cercando di non toccare la porta.

«Niente, Leo, non facevano niente! Basta, te l'ho già detto» risponde Edo con tono stanco.

«Ma ci sarà un filmato delle telecamere in piscina, no?»

Oddio, cosa?

«Non lo so, ma ascoltami, Leo: cosa cambia, me lo spieghi? Ho capito che sei preso da lui, ma li vedi? Sono due calamite. Possibile che sei tanto cieco?»

«Io non rinuncio a Filippo di nuovo, perché quello stronzo ha deciso che lo rivuole indietro. Dopo un anno di tira e molla.»

«Quando fai così non ti sopporto. Smettila di fare l'idiota» lo redarguisce, con molta confidenza.

«Ma pure tu, scusa, solo quando si trattava di tradirmi andavi con chiunque? Lui è bello e ti mangia con gli occhi... cazzo, sfodera il tuo charme da stronzo e tienilo lontano da Filippo.»

«Senti, biondino, non scopo la gente per farti un favore, ok? E comunque con Cristiano non c'è verso, se la tira e basta.»

Cristiano. Oddio, mi fa effetto. Quindi lo sa come mi chiamo. Ma la questione file video, adesso, mi agita un po'. Che cazzo ci vuole fare, Leo? Guardarlo per sapere e basta? E se poi gli prendesse male e iniziasse a farlo girare?

Vado da Filippo, mi siedo accanto a lui e lo sveglio, muovendogli piano la spalla. Lui è disteso sulla pancia, si strappa dalle lenzuola sollevandosi sugli avambracci, con gli occhi chiusi, valuta l'atmosfera terrestre, poi ci rinuncia e crolla di nuovo infilando la testa sotto al cuscino.

«Fili, potremmo avere un problema.»

A fatica riemerge, con i capelli stralunati sulla federa. E' il suo modo per invitarmi a parlare. Vederlo così, semi addormentato e in abbandono, mi fa desiderare ferocemente un contatto. Mi abbasso su di lui e gli accarezzo la guancia con il naso, è calda di sonno. Gli do un bacio morbido. Poi cerco il mio quadrifoglio, ma è dall'altra parte. Vorrei abbracciarlo.

Come se percepisse tutto, pur restando a occhi chiusi, Filippo cerca la mia mano e la porta sotto al petto, insieme alla sua. Mi sento il cuore acceso. Mi lascio ossigenare per qualche istante da questa sensazione e poi decido di rompere la tenerezza del momento. Mi chino sul suo orecchio:

«Fili, ascoltami. Potrebbe esserci un filmato della videosorveglianza, di stanotte, in piscina. Ho sentito Leo chiederla a Edo.»

Filippo slega la mia mano e s'infila di nuovo sotto al cuscino.

Lo guardo ancora. Sentirlo così fisicamente presente, così tangibile, dopo tanti giorni di lontananza emotiva, mi fa arrivare una forte sensazione di nostalgia. Perché non mi sono reso conto, mesi fa, del tipo di sentimento che mi lega a lui? Ora non staremmo qui. Avremmo potuto svegliarci abbracciati nel letto di casa mia, lo avrei visto preparare i suoi pancake, e ci saremmo accarezzati e poi... non lo so. Non riesco ancora a immaginarmi in intimità con lui, mi sento agitato e timido al solo pensiero, ma sono consumato da un desiderio liquido.

GabbianiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora