CAPITOLO 17

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Finalmente è il 20 Dicembre. I corsi sono finiti per le vacanze natalizie e per capodanno. Che bella questa festa: addobbare le case con fiocchi rossi e ghirlande appese alle porte. Il via vai di persone indaffarate per comprare regali ai propri cari; starsene a casa, nel letto, sotto le coperte morbide, il pigiama enorme e i calzini al piedi.

Sono passati precisamente otto giorni dal mio compleanno , otto giorni dal fidanzamento di Cam e Abby, che sono veramente innamorati uno dell'altro. Adesso stiamo andando alla confraternita per fare l'albero di Natale. Scendiamo dalla macchina con scatoloni su scatoloni pieni di addobbi e palline colorate - Giorno - salutiamo in coro i ragazzi. Ovviamente Asher non è con loro, chissà, forse è con Dyana.

Mio dio con queste robe tra le mani non vedo neanche dove metto i piedi.
Qualcuno sembra leggermi nei pensieri prendendosi tutto quel peso. - oh, ciao Cam!- dico mandandogli un bacio volante. Mi guarda con un sorriso forzato e poi sposta lo sguardo verso le scale appena entriamo nell'appartamento. - Ally, vai da Asher, forse a te ascolta. È tutto il giorno che è chiuso nella sua camera e non fa altro che buttare cose a terra e tirare pugni ovunque, per l'albero ci pensiamo noi- - non è una buona giornata per lui, oggi- aggiunge Jhonatan abbracciando Emily, che sospira. Annuisco con il capo perplessa e salgo le scale.

Busso debolmente non sentendo alcun rumore
- Cameron porca puttana, smettila di rompermi i coglioni! - grida con voce roca e subito dopo sento qualcosa andare in frantumi a terra facendomi sobbalzare - no Asher, sono io , Alice - dico flebile, cercando di mantenere la calma. Dopo minuti interminabili di silenzio la porta si spalanca. Gli occhi sono rossi, l'azzurro ghiaccio delle sue iridi è diventato molto più scuro ma sono così lucidi che mi ci potrei specchiate. Una mano è ancora poggiata sulla maniglia, piena di tagli e ferite.

- che vuoi?- chiede secco penetrandomi nella pelle con lo sguardo. - cosa succede?- chiedo socchiudendo gli occhi cercando di poggiare la mia mano sulla sua guancia tagliata ma mi blocca per il polso a mezz'aria cominciando a stringere - Mi fai male!- sbotto strattonando il braccio all'indietro,si gira verso la sua stanza ma lo seguo.

- Vattene - sussurra spostando lo sguardo alle mie spalle, ma non mi muovo. Non ho intenzione di andarmene, ne di lasciarlo solo prima di non aver capito cosa diamine gli succede! Io non mi muovo. Tira un pugno fortissimo alla porta, facendomi tremare. Poi un'altro su un'altra ancora. -Basta!- grido decisa chiudendo gli occhi. Il suo respiro è irregolare rispetto al mio. Sposta lo sguardo nuovamente su di me, guardandomi da capo a piedi intensamente. Mi avvicino piano e lo abbraccio ma senza ricambiare si stacca passandosi una mano tra i capelli andandosi a sedere sul letto. Lo seguo in silenzio dopo essermi chiusa la porta ormai rotta, alle spalle. - precisamente 6 anni fa, come ti avevo detto mio padre Michael , è morto- la freddezza delle sue parole mi fa rabbrividire. Posso solo immaginare il dolore che avrà provato in quel momento. Non posso pensare di vivere la mia vita senza mio padre. Lui è unico e mai al mondo accetterei una persona estranea, non che compagno di mia madre, con cui vivere. - gli volevo davvero bene, troppo. Ed è stato questo il mio sbaglio: mi sono affezionato , come un cretino. Ho perso l'unica persona importante nella mia vita che adesso è una merda, come vedi- dice indicando il casino alle mie spalle. - e mia madre, si e sposata un divorziato, quello lì l'avvocato che mi ha aiutato quando ho spaccato il vetro di un auto a 17 ed venuta a vivere con noi anche Emily, che ho imparato a sopportare e Cristo le voglio un bene.- sospira facendo una lunga pausa - ma te non puoi capire. Tu non puoi capire! Mio padre muore e mia madre è con quello stronzo a fare chissà cosa , chissà dove!- urla stringendo i pugni. - e io sono qui a rimpiangere la morte di mio padre, per colpa mia!- scandisce bene le ultime tre parole avvicinandosi con il busto a me e indicandosi. Si sposta prendendo la lampada sul comodino e scaraventandola a terra. Sobbalzo di nuovo.

Suo padre perché è morto per colpa sua? Cosa ha fatto? Ma non è il caso di chiederlo .soprattutto perché non sono affari miei. Mi dispiace, mi dispiace cosi tanto. Ma ho paura di dire qualcosa, ho paura che faccia qualche sciocchezza e che mi penta di aver parlato.
- È uno schifo , è tutto uno schifo porca puttana!  Mondo di merda!- urla con forza mentre butta a terra con violenza dei libri su una mensola e si passa le mani tra i capelli. Non ce la faccio più a vederlo cosi , rovinandosi rinchiuso in questa camera. Gli afferrò un braccio. Il suo volto mi fa paura ma con coraggio poso una mano sulla sua guancia che questa volta non blocca. - perché devi usare la violenza? Così le cose non si risolveranno. Devi stare calmo. E poi ci sono tante persone che ti amano, sai?- cerco di rimanere calma ma lui me lo impone. - e tu mi chiedi di stare calmo? - chiede al limite della rabbia - le cose non si risolveranno neanche se divento prete, Alice! Mio padre è MORTO! E tu non mi puoi ne devi aiutare! Sei una delle poche persone a cui ho detto di tutto questo  e tu mi fai la predica?! No grazie, ORA per favore vttene! Esci fuori di qui!-sento lo stomaco contorcersi e quasi corro fuori dalla stanza che subito richiude con un tonfo.

Appoggio la schiena su di essa e mi accascio a terra chiudendo gli occhi. Emily sale le scale e si siede davanti a me. - avete sentito tutti, non è vero?- chiedo ad occhi chiusi. Sospira senza rispondermi. - per oggi lascialo stare. Ha tutte le ragioni del mondo anche se libera la sua rabbia e la sua frustrazione in modo sbagliato - mi rassicura. - lo so, lo so....- sussurro. Pensarlo in questo stato senza poter far niente, è straziante. Emily si alza porgendomi la mano - scendi a mangiare con noi?-

-scusa ma adesso proprio non mi va... Preferisco rimanere qui.

***

-ASHER-

Sono passati due giorni da quando ho distrutto in pratica tutta la mia camera ma non mi interessa e poi non è servito a molto.
Le parole di Alice mi tormentano, mi hanno colpito.

Che cosa avrà voluto dire con " ci sono tante persone che ti amano"? Non capisco. A parte mia madre che crede sia ancora un ragazzino che potrebbe fare sciocchezze da un momento all'altro e i miei amici che mi sopportano insieme a mia sorella, non ho nessuno che mi ama per quello che sono realmente. Bussano alla porta - avanti - rispondo semplicemente posando il libro sul letto che stavo leggendo ,incrocio le caviglie e porto le mani dietro la testa.

Entrano Cameron e Jhonatan fin troppo seri. Li guardo sfacciati non curandomi delle loro espressioni, dopo un po' che sono seduti Cam parla. -smettila di fare il viziato! Sappiamo che di piace mi sorella e non poco. Non dire di no- dice freneticamente . Bene, ottimo insomma, ci sono arrivati loro e non tu,anzi no tu lo sai cretino è che non vuoi ammetterlo.

Mi metto a sedere stringendo i pugni - e poi Ally è bellissima-  si destreggia come un vero ragazzino emozionato Jhon. - io non so quelloche sto combinando , a volte mi sembra di fare la cosa giusta, altre no. Come ad esempio l'altro giorno.- dico rabbuiandomi ma scacciò subito il pensiero - con lei non ci capisco niente, il cervello sea da a gambe e io sembro un emerito imbecille!- gesticolo imbarazzato. - noi andiamo. Ma tu pensa a quello che hai detto fino ad adesso.- sorride Jhon e poi uscire seguito da Cameron.

Mi vesto immediatamente. Domani è Natale ed io ho in mente una cosa.

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BONJOUR !
Scusate per l'assenza!!! Questa settimana abbiamo avuto gli esami scritti e non siamo riuscite a trovare tempo per scrivere!!

Mio dio  già non ne possiamo più. La prossima settimana abbiamo gli orali e poi potremmo scrivere giorno per giorno!

Scusate ancora la nostra inattività!

...Ma passando oltre...

Cosa vorrà fare il nostro caro e amato Asher?

Mmh..... Boh 😋
Lo scoprirete solo leggendo!!!!

Nothing more💕

L'amore in 365 fogli di carta  (COMPLETA)Where stories live. Discover now