CAPITOLO 65

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-ASHER-

Fra tre mesi mia sorella, Alice e Abby si laureeranno.
Sono tutte molto emozionate e un po'spaventate anche se ancora manca del tempo.

Io ed Alice abbiamo finalmente fissato la data del nostro matrimonio. Abbiamo deciso di sposarci fra un anno, a giugno.

Perche aspettare così tanto? Abbiamo perso tutto questo tempo stando lontani uno dall'altra e dobbiamo rimediare trascorrendo più tempo insieme.

Anche se siamo giovani so che lei è la donna della mia vita e giorno dopo girono ne sono sempre più convinto.

- Asher! Ti prego puoi aiutarmi? Questa roba pesa da morire!-

Urla entrando dalla porta d'ingresso. - chi ha parlato? - domando guardandomi in torno.

- Asher sono qui, per favore, pesa!- grida ancora più forte dietro quelle scatole enorme.

Fingo di guardare dietro al divano, poi sotto il tavolo in cerca della "voce ". Poi guardo dietro gli scatoloni.

- ma guarda chi c'è, la mia Alice - dico felice.
- ma quanto sei divertente!? Ti odio- dice riducendo gli occhi in due fessure. Le prendo finalmente le scatole e tira un sospiro di sollievo.

- dammi un bacio - dico avvicinandosi per farmi perdonare. - no - risponde secca dirigendosi in cucina.

Esce con due barattoli di vernice e me ne porge uno.
Saliamo al piano di sopra. - tu dipingi questa stanza di rosa. Io questa in azzurro. - ordina indicando le camere con il pennello.

Faccio come richiesto. Un sorriso spunta sulle mie labbra. Idea...

- Oh mio dio Alice corri! Vieni a vedere cosa c'è qui!- urlo nascondendomi dietro la porta

- eccomi! - grida correndo. - -cosa c'è?- domanda entrando lentamente. Mi piazzo davanti a lei e con il mio pennello schizzo la vernice rosa sul suo viso sporcando la maglietta e la salopette di jeans che indossa. È carinissima con il viso sporco e imbronciato e questa fascia gialla tra i capelli.

- Asher!- grida arrabbiata pulendosi.
- questa me la paghi!-
Mi da una piccola spinta e ride di gusto .
Mi siedo sul telo a terra e le cingo i fianchi facendola sedere a cavalcioni su di me. Stiamo ridendo come pazzi.
Mi toglie la maglietta, prende un po di vernice dal barattolo e comincia a dipingermi il petto. - ma cosa fai!- grido spalancando gli occhi.

- Fermo e zitto! Io sono un'artista e tu la mia tela, quindi non ti muovere!- dice concentrata arricciando il naso e tenendo una mano sulla mia spalla per farmi stare fermo.

- ALICE -
Mi sto davvero divertendo! La sua faccia è buffissima mentre cerca di capire cosa sto disegnando.

- Fatto!- urlo emozionata. - cosa sarebbe questo?- dice indicandosi la sua pancia.

- questa è arte, non potresti mai capire ... - mi destreggio. - ma sono degli scarabocchi - dice ridendo.

- Arte, si chiama arte - gli ripeto alzando in aria il pennello.

Mi stringe a se guardandomi intensamente negli occhi. Mi bacia a fior di labbra poi mi sfiora con le sue dita la guancia, il braccio , il collo, rigalandomi brividi su brividi.

- sai... Molte volte ho pensato alla nostra famiglia. Hai nostri bambini... E hai loro nomi... - sussurra imbarazzato. - nostra figlia vorrei si chiamasse Megan - comincia a dire.

- il maschietto Michael - continuo io guardando i suoi occhi socchiusi.

Li apre - si, come tuo padre - concludo accennando un sorriso - Annuisce fissando per un attimo il vuoto. - Sarebbe bellissimo. -

L'amore in 365 fogli di carta  (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora