CAPITOLO 78

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È uan caldissima giornata di maggio. Sono sdraiata sul letto mentre la luce del sole penetra attraverso la tenda.

Finalmente un po di pace dopo una stressante mattinata al lavoro.

Accarezzo tra le mie mani il pancione sorridendo quando sento un calcio e vedo la sagoma del suo piedino. Lo tocco con un dito e lo ritrae subito.

Sono passati sei mesi, il tempo è volato e sono la donna più felice del mondo.

Questa mattina non mi sta dando pace.
Asher oggi ha fatto il turno di notte e dovrebbe tornare a momenti.
Il mio sguardo si posa sulle scarpine azzurre di Michael messe sul comò. Me le ha regalate mio fratello ma non le ho ancora aperte. Sono stupende insieme a tutti i suoi vestitini che già abbiamo comprato. La culla è magnifica con tanto di velo che la ricopre interamente.

Quasi tutti i miei parenti ci hanno regalato vestitini e siamo davvero pieni.

Sento la serratura della porta principale scattare e qualcuno che posa le chiavi sulla mensola all'ingresso risvegliandolo dai miei pensieri - Amore! Sono tornato!- grida Asher per farsi sentire. Con fatica mia alzo e lentamente scendo le scale. Mi viene incontro aiutandomi.

- ti vedo molto stanca Alice, dovevi rimanere a letto - mi rimprovera dandomi una bacio sonoro sulle labbra.

- ma sto bene, non preoccuparti. - sorrido.

- com'è andata?- domando sedendomi sul divano - Una noia mortale, Alice. Mi manchi troppo e mi preoccupo per te siccome sei ormai al nono mese. - dice guardando la pancia.

- ricordi cosa hanno detto gli infermieri? Manca ancora una settimana. Ma questo bimbo non mi da pace, è tutta la mattinata che da calci e mi sento un po frastornata - ammetto sospirando.

Si siede accanto a me alzandomi la maglietta fino al seno. Posa un mano sulla pancia cominciando ad accarezzarla. Mi avvolge il collo con il braccio e appoggio la testa sulla sua spalla.

Arriva fino all'inguine poi risale. Con la punta delle dita percorre tutta la mia pelle facendoli venire i brividi. È davvero rilassante.

Troppo. Chiudo gli occhi e piano piano si calma anche il nascituro lasciandomi respirare.

- ASHER -
Dopo neanche cinque minuti la sento sonnecchiare nulla mia spalla. Era davvero stanca, lo vedevo nei suoi occhi spenti e la carnagione pallida.

Tra il lavoro e il peso che si porta davanti ogni giorno la stanno sfinendo.

Non vedo l'ora che questo marmocchio nasca. Sono sicuro che sarà bellissimo. Mancano solo pochi giorni e potrò godermi mio figlio Michael.

Mi alzo silenziosamente andando a preparare il pranzo. Un grido straziante entra nelle mie orecchie facendomi sobbalzare. Corro in salotto - Ash!- grida comprimendo con una mano il pancione verso il basso. - Le contrazioni Ash! Mi si sono rotte le acque !- strilla stringendo i denti e ridendo.
Perché ride?

Comincia a fare dei respiri con la bocca molto irregolari mentre comincia a sudare. - Ally mantinei la calma andiamo in ospedale. - dico poggiando una mano sulla sua fronte. Con tutta la forza che ho la tiro su prendendola in braccio e arriviamo fino alla macchina.

Il ricordo di quel giorno mi ritorna in mente e mi si gela il sangue.

- Andrà tutto bene- sussurro per convincere più me stesso che lei.

Pigio il pedale dell'accelerazione dirigendoli verso l'ospedale.

***

- presto in sala parto- ordina un medico agli altri. Viene posizionata sul lettino e velocmenente lanportano in sala. Mentre corro chiamo i suoi genitori avvisando di tutto ciò. In pochi minuti sono qui insieme a tutti i miei amici e senza pensarci due volte entro.

Alice continua a lamentarsi sempre di più mentre i medici si preparano.

La guardo negli occhi stringendole la mano - Dai Alice, tu sei forte. Fatti coraggio e spingi più forte che puoi, muoio dalla voglia di accarezzare il visino di nostro figlio. - la incoraggio.

Il medico fa cenno con il capo di cominciare e con tutte le forze Alice comcnia a spingere scaricando tutto il suo dolore stringendo la mia mano.

Chiuso gli occhi mentre le sue grida mi torturano.

La sua presa su di me diventa sempre più leggere fino a lasciare completamente. - Alice!- grido squotendola. - È molto stanca e di conseguenza debole - mi comunica l'infermiere levandosi la mascherina. Si avvicina a mia moglie la tira un po su e le impone di bere mettendo il bicchiere davanti alla sua bocca. - non deve molare adesso, il bambino sta per uscire. - dice il medico spostandole i capelli.

- Alice, ascoltami. - dico prendendo la sua mano - adesso te stringerai la mia mano con tutte le tue forze e darai le ultime spinte. Intesi? Al mio tre.

Uno...
Due...
Tre! -

Grido chiudendo gli occhi. Piani piano la presa aumenta e ben presto comincia a respirarare più profondamente stringendo i denti. Urla strazianti invadono la sala esplodendo nelle mie orecchie fin quando il pianto del bimbo fa cessare lo strazio e la tenzione che si era creata.

Alice spalanca gli occhi e si lascia andare tra le lenzuola bianche. Tagliano il cordone ombelicale avvolgendolo un un asciugamano enorme per pulirlo. Lo posizionano tra le braccia della madre che scoppia a piangere. Appoggio la mia fronte sulla sua dando un bacio sulla guancia di Michael.

Piano piano si calma addormentandosi tra le sue braccia. - Amore mio...- sussurra tirando su con il naso.

- ALICE -
Sfinita, non sento più gli arti e ho un forte dolore tra le gambe. Ho un mal di testa atroce. Ma nonostante ciò sorrido perché la gioia della mia vita sta dormendo tra le mia braccia facendo qualche verso.

- amore mio... - sussurro asciugandomi alcune lacrime - ssh... Riposati - dice mentre chiudo gli occhi. Resta accanto a me accarezzandolo i capelli poi si alza e silenziosamente cerca di prendere Michael in braccio.

Apro leggermente gli occhi e lo guardo. Sembra concentrato mentre lo tira su mettendo una mano dietro la testa e una sul sederino proprio come gli avevo insegnato alla nascita di David.

Lo culla tra le braccia siccome ha cominciato a piangere - ti prego non piangere, sii gentile con me siccome non sono esperto nel fare queste cose. E poi la tua povera mamma sta riposando, vuoi per caso svegliarla?- danza andando avanti e indietro nella stanza.

- certo che sei bellissimo, hai le stesse labbra di tua madre. - dice sfiorandole con un dito. Si avvicina alla cullina e lo mette all'interno coprendolo accuratamente con la copertina.

Chiudo gli occhi e si avvicina a me dandomi una bacio sulle labbra.

Poi esce chiudendosi la porta alle spalle.

- ASHER -
Appena varco la soglia della porta mia madre e i genitori di Alice si fiondano su di me abbracciandomi.

- figlio mio- sussurra mia madre accanto al mi orecchio. La madre di Alice scoppia a piangere e il marito la abbraccia - dov'è mia figlia?- domanda - sta riposando accanto a nostro figlio, è molto stanca ed è meglio se non le diamo fastidio.- dico sfoggiando un sorriso.

Vado dai miei amici abbracciando prima Cameron e mia sorella

- Come sta Alice?- domanda il fratello un po pallido - sta bene, è un po dolorante e debole ma è andato tutto bene e il bambino è sano e meraviglioso- ammetto passandoli una mano nei capelli.

Mi sento così strano, sono papà,

papà.

Suona strano questa parola detta da me. Ma è bello, magnificamente bello.

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Speriamo di essere riuscite a descrivere tutti i momenti in modo chiaro e dettagliato❤

Con questo vi lasciamo,
Buona notte e...

Nothing more💞

L'amore in 365 fogli di carta  (COMPLETA)Where stories live. Discover now