CAPITOLO 33

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- ALICE-
Il viaggio verso casa è stato davvero lungo e snervante, ma dopo circa due ore e mezzo sono arrivata.

Busso alla porta di casa con soltanto una piccola valigia tra le mani e uno zaino. - chi è? - chiede una voce fin troppo familiare - Alice - grido con la voce rotta dal pianto.

La porta si apre e mia madre mi guarda sorpresa. - Ally cosa ti porta qui senza preavviso? Dio cosa ti è successo?-domanda accarezzandomi la guancia e facendomi entrare immediatamente.

Casa dolce casa. Che bei ricordi, sembra una vita che non torno qui dentro, ma è tutto come prima. - Amore siediti - mi invita. Ci accomodiamo sul divano - Papà? - domando cercando di cambiare discorso. - al lavoro, come sempre- risponde ovvia. - ma a te cosa succede? Come mai sei venuta fin qui senza dirmi niente?- continua.

Scoppio in un mare di lacrime. Mamma mia abbraccia forte e io socchiudo gli occhi. - ehi, tranquilla...- sussurra dandomi un bacio tra i capelli. Questa donna è troppo dolce. Anche se lavora molto, per la famiglia si è sempre fatta in quattro, come mio padre.

Le racconto tutto e come al solito è comprensiva, mi ha ascoltato e si è arrabbiata come suo solito. Ovviamente ho tralasciato alcuni particolari.Mi ha preparato una camomilla e gliene sono davvero grata. - ma tu come stai? Ancora non mi hai detto niente - dico tirando su con il naso e raggomitolandomi sul divano con una coperta e la tazza tra le mani.

Il buon umore le torna subito e comincia a raccontarmi tutto ciò che mi sono persa nell'ultimo periodo di assenza. Bhé quel giorno dopo copodanno non abbiamo parlato un gran che.

***

Sono in camera mia, la mia vecchia cameretta. Mi immergo nei pensieri fissando il soffitto. Ho una parete piena di poster di tutti i cantanti e attori che amavo quando ero piccola. Mia madre non ha toccato niente. Il letto era perfettamente rifatto, la luce flebile del sole batte sui vetri della mia enorme finestra e guardo l'armadio tappezzato di foto mie. Forse sto un po' meglio ma mi perdo a guardare fuori la pioggia che inizia a battere lenta sul vetro.
Come ha potuto? mi ha strappato tutto e io ne ero addirittura consapevole.

- pronto? -
- no , mi dispiace, non è in casa- sento dire da mia madre.
- non è venuta qui. Ma poi mi spieghi come fai ad avere il mio numero di casa ? Sei un arrogante se pretendi che mia figlia parli con te-sentenzia sbalordita.

Scendo di sotto per sentire meglio la conversazione, ma so già con chi sta parlando.
- ti do solo 2 minuti di tempo. - dice secca, so che ce la sta mettendo tutta dato che Asher le piace molto.

- Alice c'è Asher al telefono- mi chiama sbuffando. - digli che non ho la minima voglia di parlare con lui- le chiedo
Glielo riferisce.

Mi porge dopo pochi attimi il telefono
- tieni, io non lo sopporto più- e se ne va in cucina. - che vuoi- gli chiedo fredda - Alice fammi spiegare.-

- non c'è niente da spiegare- ringhio
- Alice per favore cazzo- urla scongiurandomi - senti, non chiamarmi più. - dico attaccando.

Non ne voglio sapere più niente. Salgo di sopra e mi stendo nuovamente sul letto, senza dare spiegazioni a mia madre.

- ASHER -
Ma perché combino sempre guai? Io lo uccido Christian, giuro. Esco infuriato per dirigrrmi da lui. Giuro che non ne esce vivo.

Busso dando dei pugni alla porta e Christian viene ad aprire a petto nudo. La spalanco con un braccio e vedo Dyana senza reggiseno sdraiata sul divano. Appena mi vede si copre con un cuscino e io scoppio a ridere.

- Dyana sei solo una troia- sbraito ma lei  non risponde.
- e tu Christian se non smetti di importunare Alice io... -
- tu cosa?- mi istiga - non mi provocare - mi avvicino - senno cosa? - domanda sfidandomi. Mi avvento su di lui e lo prendo per il collo - non avvicinarti più- scandiscono bene le parole dandogli due pugni sul volto-Asher fermati ! - grida Dyana con quella voce stridula.

Mi giro verso di lei e Christian ne approfitta per darmi un pugno in pieno viso. Cado a terra e lui sale sopra di me ma faccio in tempo a dargli un pugno sullo stomaco e comincia a tossire.

Esco immediatamente da li con le minacce di Dyana di chiamare la polizia, ma poco mi importa. Adesso sto andando da Ally , forse con il navigatore riesco ad arrivarci.

***
Sono passate tre ore e sono appena arrivato, o almeno lo spero. Sul campanello c'è il cognome di Alice, Green. Busso ma non risponde nessuno. Ci credo sono le 1 di notte. - Aprite o giuro che sfondo la porta. - Grido sferrando un pugno ad essa. Si forse posso sembrare un tantino uno strozzo fuori di testa.

Una signora in pigiama sulla quarantina viene ad aprirmi assonnata ma appena mi vede sbarra gli occhi e si affretta a richiudere la porta.

Riesco in tempo a incastrare il piede tra la porta e il muro - cosa vuoi a quest'ora? - chiede acida, è uguale a sua figlia-Alice, per favore la chiami- la scongiuro - chi è mamma?- chiede una voce dietro di lei. Senza darle una risposta si sposta andandosene. - cosa ti sei fatto? - chiede indifferente appoggiandosi allo stipite della porta guardandomi le ferite - non importa di cosa ho fatto. - le rispondo guardandola negli occhi. - dai entra, cosi ti disinfetto le ferite- dice conducendomi all'interno. Questa cosa è successa con troppe volte.

- senti io ti medico ma dopo te ne andrai immediatamente. Non voglio sentire nessuna spiegazione o ti butto fuori. Intesi?  Domani mia madre lavora presto-dice puntandomi un dito contro. Non dico niente e mi siedo sul divano.

- ora puoi pure andartene - dice dopo qualche minuto. - Alice.. - cerco di dire prendendola per il polso destro, ma il suo sguardo lascia intendere che devo starmene zitto e fermo.Porca puttana!

Torno in macchina ma non parto. Resterò a dormire qui dentro, non me ne vado. Non voglio dormire senza di lei, la amo troppo e farò di tutto per chiarire questa situazione.

Io non ho baciato Dyana , ne tanto meno voglio farlo.
*****
Sono le tre di notte e ho avuto un incubo terribile sono tutto sudato ma cerco di non pensarci e mi sdraio dinuovo immaginando Alice accanto a me.
*****
Sono le cinque, per quanto sia grande l'immaginazione non è lo stesso e quell'incubo mi perseguita. Ormai mi alzo dal sedile vado fuori dalla macchina e mi metto a camminare fumando. È tutta colpa di quello stronzo. Prima o poi lo uccido.

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Nothing more💞

L'amore in 365 fogli di carta  (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora