CAPITOLO 47

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- ALICE -

Questa notte non ho chiuso occhio, forse perché ho dormito troppo negli ultimi due giorni. Sento bussare alla porta di camera mia. Entra Abby, con una faccia a dir poco sconvolta, poi Emily, con due occhiaie enormi e un viso pallido, stanco. Quest'ultima mi abbraccia - dobbiamo essere forti. - mi sussurra. Ma io non ho la minima intenzione di esserlo. Non ho più voglia di lottare quando tutto ciò che avevo per farlo è sparito, per sempre.

- Adesso mangia qualcosa, ti abbiamo portato la colazione - dice Abby sedendosi accanto a me. Guardo il cibo con disgusto e squoto la testa. Non ho famo, tutto qui.

Sto male, malissimo. Gli ho donato tutto ma lui è riuscito solo a distruggermi completamente. - Fra poco usciamo, dobbiamo andare al supermercato, vieni con noi? Così ti distrai un po. - sorride Abby. Faccio un lunghissimo respiro. Ma non rispondo. - ah, ti ho riportato la macchina. Le chiavi te le metto in salotto - dice Emily

Troppe cose mi frullano in testa, che vorrei dire, urlare. Voglio, devo piangere. Ma non ce la faccio.

- Alice, cazzo! Guardami e dì qualcosa. Qualunque! Offendimi, dammi uno schiaffo, ma fai qualcosa. - mi urla squotendomi. La guardo per farle capire che non posso. Se parlassi, comincerei a piangere, ma lui mi ha scritto che non devo farlo.

Dopo varie suppliche se ne vanno e io mi stando di nuovo sul letto, fin quando il tintinnio del telefono non mi avvisa di un messaggio da parte do Cameron.

Mi chiede come sto. Non rispondo. Ne approfitto per aprire la galleria, in particolare una cartella. Piena di nostre foto. Foto che pensavo contenessero amore quando invece sono piene di bugie.

Eliminare tutto? Si

Vorrei farlo anche con i miei ricordi, ma non posso.

Poso il cellulare e torno a letto. Dormire è la cosa migliore.

" - ti odio! - grido fra le lacrime dando dei pugni sul suo petto. Sembra che non li senta neanche. - Asher perché mi fai questo. È più importante uno stupido sogno, di me? - chiedo guardandolo fisso negli occhi. "

Mi sveglio di soprassalto, sudata e con le lacrime agli occhi come succede il questi ultimi giorni. Non so quanto potrò resistere ancora.

Mia madre non sa niente di tutto questo, meglio così. Non deve soffrire a causa mia. Si dispiacerebbe troppo se mi vedesse ridotta così.

Guardo l'orologio e dolorante mi metto seduta sul mio letto. C'è silenzio e l'unica cosa che sento è il rumore delle lancette sul quadrante che segnano le tre precise del pomeriggio. Qualcuno bussa alla porta. Non voglio aprire ma continua a insistere.

Mi alzo e molto lentamente mi avvicino. Apro la porta. Non faccio in tempo ad aprirla completamente che Stephanie, la madre di Asher mi sta abbracciando e mi stringe forte. È incredibile come le esili braccia di questa donna siano così forti. -Alice cara...-sussurra spostandomi i capelli dal volto. Mi ricorda maledettamente e ripetutamente suo figlio. Stessi occhi, stessi zigomi alti e pronunciati. Mi accompagna a sedere probabilmente perché si è accorta che stavo per cadere. Non mangio da quasi due giorni e mi sento debole ma il dolore che provo al petto, il grande squarcio è straziante e mi fa dimenticare di tut perfino della fame.

Mi viene vicino e inizia a parlare -Mio figlio fin da bambino sognava di essere come suo padre- mi prende le mani e ha gli occhi lucidi.

-Amavo immensamente suo padre e anche ora che non c'è più lo amo, Asher mi ricorda lui. Era così sicuro di se, così forte e così generoso e buono che ha voluto aiutare l'esercito. Ogni volta che tornava a casa, Asher gli chiedeva sempre di raccontare qualche sua missione.

Passavano ore e ore, soltanto loro due. Quando morì ormai non era più in servizio da parecchio tempo, ma un mese dopo l'incidente arrivò una lettera a casa in cui c'era scritto che era stato reclutato di nuovo. Asher strappò là lettera e prese una bruttissima strada ma io sapevo che voleva ancora essere come suo padre. Mio figlio ha fatto l'errore più grande della sua vita, Alice. Ha lasciato te, ha lasciato me e ha lasciato Emily.

Mi dispiace per tutto quello che ti sta facendo passare e...e...e io...- porta una mano tremante alla bocca quasi per coprire i gemiti di dolore. Lei sapeva che suo figlio se ne sarebbe andato, lo sapeva e non lo ha detto neanche a Emily.

Mi bacia frettolosamente la fronte e se ne va. Sto molto molto molto peggio di prima. Mi accascio a terra e mi rannicchio.

Scoppio a piangere, disperata. Dopo giorni riesco a parlare, a sbloccarmi dal mio maledetto stato di trans, a reagire.

- Perche!? Perche!? - grido a squarcia gola mentre le lacrime così amare e piene di odio e rancore mi bagnano tutto il viso.

- te ne sei andato senza dirmi nulla. Tu mi avevi promesso che saresti rimasto con me. Avevi detto che volevi una bambina con i tuoi occhi cosi belli e i miei capelli marroni. Avevi detto che sarebbe stata bellissima come me.

Perché mi hai lasciata sola, senza nessuno? Ti prego, torna. Torna e dimmi che questo non è altro che un tuo stupido scherzo e io prometto di perdonarti. Ma tu torna e basta. - finisco piangendo. Tremo, tremo per quanto sono disperata. Ho freddo ma non mi importa.

Maledetta la tua bellezza, il tuo fascino. Maledetti i tuoi occhi dei quali mi sono tanto innamorata. Maledetto il tuo corpo scolpito. Maledetti i tuoi tatuaggi, i tuoi baci, gli abbracci.

Maledetto tu e maledetta io che ti ho amato e ti amo così tanto.

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Povera Alice. Non se lo meritava😪

Fateci sapere cosa ne pensate e

Mettete tante ⭐

Nothing more💞

L'amore in 365 fogli di carta  (COMPLETA)Where stories live. Discover now