CAPITOLO 49

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-ALICE-

Ed eccomi qua, a due settimane dalla sua partenza. In questo periodo ho vissuto come un fantasma. Penso di non essere mai stata cosi tanto male in tutta la mia vita.

Non ho quasi mai parlato, anche se vorrei tanto urlare e piangere, ma non ho la forza per farlo. Com'è possibile riuscire a distruggere una persona a tal punto da ridurla nello stato in cui sono io adesso? Solo un mostro può riuscirci. E lui è un mostro, in tutto e per tutto. I mostri fanno paura e quelli veramente ma veramente paurosi ti terrorizzano e li odi. Io sono letteralmente terrorizzata da lui, anche a sentire il suo nome mi tremano le ginocchia, a sentire la sua voce in un video o in una registrazione penso che potrebbe entrarmi nel petto e strapparmi il cuore, nel senso fisico, perché in quello emotivo non c'è niente da strappare essendo ridotto in cenere. Lui per me è questo. Il mostro di cui  i bambini hanno paura si nasconda sotto il letto. L'ombra che perseguita il sole e le voci che sentono i pazzi. Lui è il mio incubo, ma non capisco come prima di tutto questo lui sia stato il mio desiderio più profondo e irrazionale.
********

Sono appena tornata dal lavoro e appena entro nell'appartamento il telefono squilla - ciao Cam - lo saluto.

- Ehi Ally, ho trovato nell'armadio di Asher uno scatolone davvero enorme. Ho pensato che avresti dovuto prenderlo te, magari guardi cosa c'è dentro... - mi comunica - ehm ... Si. Sono appena tornata dal lavoro, ti aspetto. - rispondo - arrivo - conclude riattaccando.

Se non sono io a ricordarmi di lui, lo è qualcun altro. C'è sempre lui nella mia mente. È un pensiero fisso, da quando mi sveglio fino alla sera e la notte mentre dormo. Sudo e sobbalzo nel letto da sola e istintivamente penso a quelle volte in cui aveva gli incubi e soltanto io ero capace di farlo calmare, di come mi baciava a fior di labbra e di come si addormentava sulla mia pancia.

Ho l'ansia perché non lo sento al mio fianco, a proteggersi, darmi i baci. Non c'è per dirmi ti amo, per toccarmi, per prendermi in giro.

Adesso lui è chissà dove a combattere tra la vita e la morte e io non posso nemmeno chiamarlo. Anche se volessi, ha cambiato numero. Non ho più nessun contatto con lui.

Mi manca da morire nonostante il mio orgoglio, la mia rabbia nei suoi confronti. Come posso dimenticare la persona che più ho amato in tutta la mia vita, che mi ha resa sua donandomi tutto il suo l'amore?

Semplicemente impossibile.

A risvegliarmi dai miei pensieri è il campanello che suona imperterrito da non so quanto tempo. - chi è? - chiedo arrivata alla porta d'ingresso - sorellina - mi chiama Cameron.

Lo faccio entrare vedendolo affaticato con un enorme scatolone tra le mani. - vieni ti aiuto - e insieme lo poggiamo sul tavolo. - grazie - dico interrompendo il silenzio che si era creato - di niente. Io vado che fra poco devo andare a prendere Abby. - dice dandomi un bacio tra i capelli - ricordati di sorridere - dice alzandomi il mento.

Sorrido, cercando di sembrare vera, poi esce chiudendo la porta. Lo ringrazio tutta la vita per quello che sta facendo per me ora. Penso che lui sia l'unico uomo che non mi farà mai del male, oltre a mio padre. 

So che aprendo la scatola, mi farò del male da sola. Sospiro. Con le mani tremanti prendo il coperchio e apro.

All'interno ci sono le maglie che forse si è dimenticato di mettere in valigia. Ne prendo una e l'annuso. La menta mi inebria le narici e per un attimo mi fa rivivere momenti indimenticabili.

Levo la mia felpa e Infilo la sua a maniche corte che arriva poco sotto il sedere. Altri ricordi.

Levo tutti gli indumenti arrivando ad una busta. La apro trovando tutte le nostre foto, quelle che ho cancellato accecata dal dolore. Le ha sviluppate.

In spiaggia, tra le coperte calde, la luna, le stelle. Il fuoco, il rumore delle onde del mare, il vento tra i capelli in pieno inverno. Io e lui, a ridere e scherzare di notte.

Al luna Park, quando mi ha dimezzato lo zucchero filato e mi sono arrabbiata.

Al suo compleanno. Io con il suo giacchetto di pelle e lui con quello che gli ho regalato io. Anche quella sera indossava il braccialetto di cuoio. Chissà se lo porterà ancora al polso.

Scattata mentre ci baciavamo. Darei la mia vita per assaporare quelle maledette labbra.

In ospedale, quando mi portò quell'enorme coppa piena do gelato. Avevo la bocca piena e le labbra sporche di stracciatella.

Lo sapevo, aveva fatto solo finta di eliminarla. È stata sempre nella sua galleria e adesso eccola qui tra le mie mani.

Chiudo la busta, poggiandola a terra. Trovo un'altra scatolina rossa. La apro. Dentro c'è un libro. Scoglio alcune pagine fin quando non noto due petali di rosa. Proprio li è stata sottolineata una frase.

" - io ti amo Mary, più di ogni altra cosa. Guardami negli occhi e dimmi che mi amerai per sempre. Giuramelo. - la scongiura Austin - giuro che ti amo più della mia vita! - urla la ragazza fra i singhiozzi. - qualunque cosa accadrà, noi torneremo insieme - conclude il ragazzo "

- torneremo insieme.... Torneremo insieme.... - sussurro tra me e me portando le mani alle ginocchia e fissando il libro. - torneremo insieme... -

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Scusate la breve assenza! Eccoci qui con il capitolo 49❤

Alice sta davvero soffrendo troppo.
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Nothing more💞

L'amore in 365 fogli di carta  (COMPLETA)Where stories live. Discover now