Capitolo IV

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Odio il venerdì.

È un pensiero stupido, perché in genere annuncia che sta per arrivare il weekend, ma non nel mio caso.
Nel mio caso significa shopping il pomeriggio con Liv e Sav e due giorni dalla domenica.

E domenica significa ore da passare con Mr. Arroganza.
In poche parole l'inferno.

«Qual'è il colore preferito di Kyle?» Olivia osserva delle magliette in pizzo con la clavicola scoperta di vari colori e mi lancia una breve occhiata.

«Perché dovrei saperlo?» Il mio tono è scocciato e freddo.

Odio quando le mie migliori amiche mi parlano come se io e Kyle fossimo conoscenti o, addirittura, amici.

«Andiamo Morgan, non te la prendere.» Savannah mi dà una piccola gomitata tra le costole, ridacchiando. «Anche se vi odiate vi conoscete dalla nascita, come fai a non sapere alcune cose su di lui?»

In realtà so più cose di quanto voglia ammettere, come ad esempio come si morde il labbro quando riflette su qualcosa, o la fossetta sulla guancia destra che gli si forma quando sorride, come mastica la matita durante le verifiche in classe.

Cerco sempre di non pensarci perché uno, non voglio ammettere di conoscerlo più o meno bene e due perché so che, se io lo conosco così, lui conosce me allo stesso modo.

«È il grigio.» Alzo gli occhi al cielo e poi mi allontano, non volendo vedere i sorrisi idioti formatosi sulle facce delle mie amiche.

So anche che il suo piatto preferito è il cheeseburger, non che mi importi molto.
Qualche settimana fa suo padre, non mi ricordo neanche perché, l'ha detto.

E non so neanche perché la mia stupida mente si sta ricordando questa cosa.
Che me ne importa del suo piatto preferito?

Scuoto la testa per scacciare il pensiero e dò un'occhiata ai vestiti, giusto per fare qualcosa.
In alcuni settori ci sono già i maglioni invernali, nonostante siano i primi di settembre.

Olivia sta facendo shopping principalmente per domenica, mentre io me ne frego di come mi vestirò. Anzi, se è a casa mia un bel pigiama andrà più che bene.

Perché devo sprecare del tempo per rendermi decente alle litigare con Mr. Arroganza? Non mi interessa niente di cosa pensa di me.

Alla fine, quando noto che Liv e Sav sono ancora indecise sulle magliette, ed io ho già dato uno sguardo a tutto il negozio, le avviso che vado a fare una passeggiata qui in giro.

Siamo in uno dei centri commerciali più grandi di Ottawa, per cui quando esco da Hollister è pieno brulico di gente.

Cerco di trattenere un sorriso quando mi ricordo che è nato qui il soprannome "Mr.Arroganza".
Io e Kyle avevamo nove anni e mia madre mi aveva appena comprato una bambola che volevo da più di un anno.

Stavo quasi per piangere di gioia, ma, quando ho aperto la scatola per prendere la mia nuova bambola e mio nuovo amore, Kyle per vendicarsi di una litigata avvenuta il giorno prima la prese e le staccò la testa dal collo.

Ho pianto per giorni e signor ciclato perenne non sembrava né pentito né dispiaciuto, così l'ho chiamato Mr. Arroganza. Anche se più che arrogante in quel momento era stato il diavolo in persona.

Con un sospiro scaccio il pensiero e mi avvicino allo stand del Coconut bar.
In realtà c'è un bar vero e proprio, vicino la mia scuola, ma hanno esteso il locale con un piccolo stand in questo centro commerciale, dato che fanno i frullati migliori della città.

Da come si deduce dal nome, la specialità è il cocco. Infatti nel bar vero e proprio le sedie sono rotonde ed in tessuto, a forma di cocco. È il posto preferito mio, di Lydia e Sav. Ci andiamo praticamente sempre.

La fila è scorrevole e dopo circa cinque minuti tocca a me ordinare.
«Un frullato alla fragola, grazie.» Sorrido alla ragazza quando mi chiede cosa vorrei.

Mentre sto pagando, vedo dietro lo stand, vicino una vetrina di un negozio che non conosco, un volto familiare.

«Tenga il resto.» Dico di fretta afferrando al volo il mio frullato e dirigendomi verso Hilary, che sta piangendo.

Vi chiederete chi è Hilary. È la cugina di Kyle, ma è anche una mia grande amica.
È sempre sorridente e allegra, non credo di averla mai vista piangere.
E, anche in questo momento, è bella quanto suo cugino.

«Hilary!» Alzo una mano, a qualche metro da lei, per farmi vedere.

Quando alza gli occhi verso di me, rossi dal pianto e ancora pieni di lacrime, ha un sussulto.

Mi avvicino a lei, cercando di accennare un sorriso. «Hey...» Ho sempre fatto schifo a consolare le persone. «È successo qualcosa?»

Hilary annuisce, poi si pulisce il naso con la manica della felpa che sta indossando. «Sí, solo... puoi non dire a Kyle di tutto questo?»

«Perché dovrei?» Le metto una mano sulla spalla, cercando di confortarla. Non sta smettendo di piangere. «Io e Kyle non parliamo, litighiamo solo.»

Lei annuisce di nuovo. «Giusto.»

Le porgo il frullato, pensando che lei ne ha più bisogno di me, per metterla di buon umore. «Dai, io non l'ho toccato e non si rifiuta mai da mangiare.»

Hilary sorride e con le mani che tremano prende il mio oramai ex frullato. «Ne vuoi parlare?»

«Possiamo andare a casa tua? È più tranquillo lì.» Capisco subito che la situazione è grave.

Hilary è la solita ragazza che non se ne frega niente di dire davanti alle persone che cosa ne pensa di loro o di alcune situazioni. Per cui, se vuole andare in un posto privato per parlare, è perché qui ha paura che la sentino.

«Ma certo.» Le cerco di fare un sorriso rassicurante. «Mando un messaggio alle mie amiche con cui sono venuta ed andiamo.»

«O mio Dio, scusa!» Hilary scuote la testa. «Va' con loro a divertiti, pensavo stessi da sola.»

«Tranquilla, Hil.» Sussurro quando sto chiamando Olivia. «Capiranno e si prenderanno un taxi, non è la fine del mondo.»

La cugina di Mr. Arroganza si morde il labbro. «Non voglio rovinarti il pomeriggio.»

«Non lo farai.» Le dò una piccola gomitata nelle costole, per farla smettere. Non mi piace vederla così poco sicura di sé e vulnerabile.

Olivia mi risponde dopo un paio di squilli e, quando le spiego la situazione ne esce comprensiva.
Alla fine, prima di chiudere, mi dice che ha preso un maglione grigio tempesta che è sicura piacerà a Kyle.

Io alzo gli occhi al cielo e la saluto, con la promessa di chiamarla più tardi.

«Sbaglio o ha nominato mio cugino?» Hilary mi guarda con un'espressione confusa.

Ha smesso di piangere e singhiozzare, ma ha la voce ancora ridotta in un sussurro.

Cerco di trattenere uno sbuffo. «Già. Olivia verrà domenica a cena da noi, perché ha una cotta per lui.»

Hil sorride. «Guarda un po' come fa breccia nei cuori Mr. Arroganza.»

Alzo gli occhi al cielo. Faccio questo gesto troppe volte quando sento il suo nome, adesso che ci penso. «Certo. Piuttosto fa breccia in altre parti, molto più scomode.»

Hilary ed io tratteniamo una risata e, per qualche secondo, sono felice di averle tirato leggermente su il morale.

È più grande di me e Kyle di un anno, ma sta ripetendo l'anno, per cui siamo tutti e tre all'ultimo anno di liceo.

Lei prima veniva alla nostra scuola, ma adesso ha cambiato.
A scuola si sente la sua assenza o, almeno, io la sento, mentre per Mr. Arroganza non sembra importare granché.

Ma infondo non c'è da stupirsi: a quel ragazzo non interessa nessuno se non di se stesso.

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Grazie ancora a chi ha votato. Lo apprezzo veramente molto e mi fa davvero piacere.
-sil 💗

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