Capitolo XXVIII

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Riesco a convincere i miei genitori a non mandarmi a scuola né lunedì, né martedì, né mercoledì. Giovedì, quando apro gli occhi, mi trovo al bordo del letto mia madre a braccia incrociate che mi guarda male.

«Devi andare a scuola.» Il buongiorno si vede dal mattino, eh?

«No, non devo.» Chiudo di nuovo gli occhi e porto le lenzuola fin sopra la fronte. Come se questo potesse impedire a mia madre di prendere le lenzuola e strapparmele da mano.

«Morgan Julia Hill.» Sospira lei. È da tre giorni che evito tutti, eccetto i miei fratelli e i miei genitori. «Alzati immediatamente.»

Sbuffo e levo il lenzuolo, aprendo nuovamente gli occhi. «Okay, okay. Adesso vado.»

Mi lancia un'occhiata minacciosa, come se non sapessi già che se non mi presento in dieci minuti in cucina mi stacca la testa, e va via.

Brontolo qualcosa di incomprensibile e sprofondo la faccia nel cuscino. È da tre giorni che non rispondo a telefono ai miei amici, che non vedo Kyle né tantomeno Omar. Con quest'ultimo non ho il coraggio di parlare e con Kyle meglio se non lo faccio.
Rischierei di impiccarlo.

Mi alzo dopo qualche minuto passato a rimuginare sulle complessità della vita.
Non ho voglia di fare colazione, così vado direttamente vicino l'armadio per vedere cosa mettere.

So che mi guarderanno tutti, perché nei corridoi gironzola ancora la voce del video, anche se oggi non mi interessa particolarmente. Comunque prendo dei jeans a vita alta ed una maglietta grigia abbastanza corta, infatti lascia una striscia di pelle scoperta.

Mi vado a fare velocemente una doccia ed intanto penso. Penso a perché Omar non mi ha scritto che sarebbe tornato. Ha il mio numero, tant'è che ci siamo anche sentiti i primi mesi, quando non stava più qui.

Esco dalla cabina doccia, sospirando di dispiacere. Più mi preparo, più la scuola si avvicina, più la mia fine. Mi vesto e asciugo i capelli troppo in fretta.

Entrando in camera mia mi viene in mente quando ci ho trovato Kyle. E poi mi viene in mente quando ho cercato di spingerlo via dal letto e gli sono caduta addosso.

Scuoto la testa per scacciare il pensiero e prendo la cartella. Saluto i miei con un cenno della testa e prendo la macchina per andare a scuola.

I miei genitori, capendo la situazione, mi hanno ridato la macchina e stranamente mi hanno lasciato il telefono. Ma non lo uso per niente, tralasciando quando chiamo i gemelli.

Entrando nel parcheggio della scuola, noto subito Sebastian. Vicino a lui c'è Olivia e c'è anche Kyle, che sorride e ha stretto a sé Charlotte.

Savannah, Jasper e gli altri sono qualche metro più in là, non sembrano nemmeno aver notato che Olivia ha cambiato gruppo.

Parcheggio, spengo il motore e faccio un respiro profondo. Ce la posso fare. Ci sono cose peggiori di questa. Che sarà mai incontrare il proprio ex ragazzo, per cui hai quasi al 100% ancora dei sentimenti, mentre sei lo zimbello della scuola e di tutto internet?

Sempre che Omar sia qui per rimanere. Magari è venuto solo per una vacanza.

Ma ad inizio ottobre? Mi sembra strano ed il presentimento che ho nel petto ne è la conferma.

Quando scendo dalla macchina saluto con un cenno Savannah e gli altri, che mi guardano preoccupati. O sono spaventati perché non rispondo da sabato al telefono, o perché hanno visto Omar. Forse tutti e due messi insieme.

«Morgan!» Savannah fa cenno di raggiungerla, e noto Kyle girarsi verso di lei, guardare dove sta guardando e poi soffermarsi su di me.

«Scusa, vado di fretta!» Urlo di rimando, e mi inoltro nell'ingresso della scuola.

Se mi avvicino mi chiederanno cosa c'è che non va, e dovrò spiegare di sabato, di Ade, di Omar e proprio non mi va.

All'armadietto prendo i libri che mi servono per le prossime tre ore, in modo che non devo fare tappe qui fino a ricreazione. Andrò spedita da una classe all'altra e si spera che non incontrerò nessuno.

Beh, proprio nessuno no. Alla prima ora ho storia e per la mia gioia c'è Mr. Arroganza in quel corso.
Se non si fosse capito, per la mia gioia è completamente ironico.

Nonostante ho cercato di far il più in fretta possibile, quando entro in classe ci sono già alcuni miei compagni ed il professore.
Mi siedo alla fila centrale, al terzo banco e metto a quello di fianco al mio la cartella, in modo che nessuno si sieda vicino a me. L'ultima cosa che voglio in questo momento è qualche mio compagno con cui non ho socializzato molto che mi chiede del video o cerca di riderci su.

Sorreggo la testa con una mano e guardo con poca attenzione tutto quello che succede intorno a me. Arrivano cinque miei compagni di classe, tra cui Kyle, che si siede e a due banchi dietro di me. Mi metto composta solo quando il professore inizia a fare l'appello.

«Oh, abbiamo un nuovo alunno.» Corruga la fronte, così come tutti i presenti, tranne me e forse Kyle. Lo sapevo, penso dentro di me, e figurati se non me lo ritrovo nello stesso corso.

«Omar Sullivan?» Continua il professore e, appena pronuncia il suo nome, compare dalla porta.

«Sono io.» Alza la mano, mentre con l'altra si tiene la bretella dello zaino. Mi chiedo come abbia fatto a diventare ancora più bello in un anno. «Scusi per il ritardo.»

Gli occhi di Omar non sono puntanti sull'insegnante, bensì su di me.

«Si vada a sedere, Sullivan.» Mormora il professore segnando che è presente, poi continua l'appello.

Omar si avvicina a me e fa segno con la testa al posto vuoto di fianco a me. «È libero?»

Ci vedi? Mi sarebbe venuto da dire, se non fosse lui. Con lui mi ritrovo a spostare la cartella ed annuire.

In contemporanea mi arriva un messaggio, che leggo di sottecchi quando Omar si siede e l'insegnante è distratto.

Mi manchi.

Due semplici parole che mi spaventano, anche perché il destinatario é un numero sconosciuto. Ma a chi potrei mancare?

A Olivia, dato che abbiamo litigato? È uno scherzo di uno dei miei fratelli?

Mi appunto mentalmente di parlare con Liv dopo e di scrivere ai miei fratelli, per vedere se ne sanno qualcosa. Sorrido a Omar che mi sta fissando in silenzio, cercando di non arrossire al ricordo di sabato.

Perché non può essere venuto per una semplice visita? Perché è tornato per rimanere?

Il mio cuore fa una capriola quando lo sento sussurrare: «Sei ancora più bella con questo taglio di capelli.»

Mi porto una mano davanti al viso per trattenere un sorriso, ma con scarsi risultati.

Se vi è piaciuto il capitolo vi chiedo gentilmente di lasciare una 🌟, mi farebbe davvero piacere. Grazie a tutti per aver letto/ votato/ commentato questa storia, vi amo tanto ❤️

Mr. ArroganzaWhere stories live. Discover now