Capitolo VIII

28.8K 1.1K 724
                                    

«Non posso crederci.» Savannah scuote la testa quando sente la narrazione della serata precedente, raccontata interamente da Olivia. «Si è comportato esattamente da...»

«Da Mr. Arroganza.» Concludo io al suo posto, parlando per la prima volta da quando ci siamo sedute in mensa.

Non riesco a smettere di pensare a ciò che ha detto.
In una relazione servono dibattiti, litigate.

Ma non si stava riferendo a me, giusto? Probabilmente no. Anzi, sicuramente. Lui diceva ogni tanto, mentre noi facciamo solo quello.

Scuoto la testa per scacciare il pensiero e il telefono nella mia tasca vibra. Ma mi chiedo chi possa essere: tutti i miei amici sono qui ed i miei genitori non chiamerebbero mai sapendo che sono a scuola.
Mi balena in testa Hilary, ma quando guardo il display mi accorgo che è una videochiamata da parte di Nate.

Mi alzo dal tavolo, avvisando le mie migliori amiche che ritornerò tra poco, e rispondo alla chiamata.

«Hey.» Sorrido quando noto che ci sono sia Nate sia Luis in videochiamata.
Infondo condividono la stanza, non dovrei stupirmi. «Come mai mi avete chiamato?»

«Mamma e papà ci hanno raccontato di ieri, sorellina. Sei sta Mitica, con la m maiuscola.» Luis aggiunge anche un'occhiolino.

Anche se loro sono sempre stati amici di Mr. Arroganza, hanno sempre fatto il tifo per me. Aiutato no, ma il tifo sì.

«Non vorrei interrompere il momento dove le dici che sei fiero di lei.» Nate manda un'occhiataccia al suo gemello, poi riporta l'attenzione su di me, che intanto mi sono appoggiata ad al muro del corridoio completamente deserto. «Ma ti stiamo chiamando per avvisarti delle brutte notizie, in modo che quando arrivi a casa sei preparata.»

Sapevo che c'era qualcosa di bruciato. I gemelli non chiamano mai o almeno, non dopo una sola settimana che sono via.
Le videochiamate in genere le iniziamo a fare dal secondo o terzo mese che sono via, quando si avvicina il Natale e mi mancano particolarmente.
Non vedo l'ora che ci siano le vacanze natalizie e che loro ritornino.

«Da uno a dieci quanto è grave?»

«Dieci, o perlomeno per te. Per il resto della popolazione è la notizia più bella al mondo.» Luis è sempre stato il più chiacchierone e vivace tra i due, mentre Nate é il più saggio e pacato. Io sono la sarcastica a cui non frega niente di nessuno se non i miei amici stretti e la famiglia.

«Non la aiuti, Luis.» Nate gli dà una gomitata, ma trattiene un sorriso. «Mamma e papà ti vogliono mettere in punizione per la scenata di ieri e, credo, per tutte le volte che ti sei comportata male con Kyle.»

Sta per continuare, quando con una spinta Luis lo caccia dalla telecamera e continua lui. «Ne avevamo parlato: glielo dico io! Morgan, mamma e papà ti leveranno la macchina ed i signori Anderson costringeranno Mr. Arroganza a darti un passaggio ogni mattina a scuola.»

Sbatto le palpebre un paio di volte. Mi pizzico il braccio altre due volte per assicurarmi che sia reale. E quando mi rendo conto che lo è, faccio l'unica cosa plausibile: urlo.
«Che cosa?!»

«Vogliono che impariate a convivere o qualcosa del genere.» Nate si alza da terra e scompiglia i capelli a nostro fratello.

Mi porto una mano sulla faccia, chiudendo gli occhi e cercando di fare respiri profondi.
In macchina, tutte le mattine, andata e ritorno, con Mr. Arroganza.

Faccio prima a chiedergli di andare in autostrada, di sfrecciare veloce e, quando la velocità è elevata, aprire lo sportello e buttarmici giù.

«Morgan...» Riconosco la voce preoccupata di Nate anche con gli occhi chiusi. «Stai bene?»

Mr. ArroganzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora