Capitolo LXXIV

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Ho capito perché non ero gelosa di Omar, ma lo sono di Kyle.
Omar lo sentivo mio. Sapevo che, qualunque cosa fosse successa, lui mi amava perché me lo dimostrava sempre. Mi prendeva la mano quando ne avevo bisogno, mi sorrideva per farmi sorridere quando ero triste, e non se ne andava mai per altre persone.

Kyle, invece, non l'ho mai sentito mio, neanche quando ci baciavamo. C'è sempre quel dubbio, la paura che mi dica che è una presa in giro, che io non significo niente per lui. Lo sento sempre di altri e mai mio.

«Stai bene?» Sebastian si gira a guardarmi. È venuto a prendermi dieci minuti fa alla clinica veterinaria, mi ha aiutato a prendere Ade, a finire le ultime cose per il libretto sanitario. Ho intestato Ade a me, non perché volessi fare una cattiveria a Kyle, ma semplicemente perché serviva un documento e Kyle non era lì, né tantomeno ho un suo documento.

«Ma certo.» Fingo un sorriso, con le lacrime agli occhi. Non dovrei stupirmi, infondo. Ma pensavo che dopo ieri, dopo tutto quello che ci siamo detti e che abbiamo passato, qualcosa tra di noi fosse cambiato. Mi illudevo di essere la sua prima scelta.

Ma è evidente che mi sbagliavo.
È sempre stata Charlotte e sarà sempre così.

«Non sembra.» Ribatte Sebastian, cambiando marcia. Supera un paio di macchine e, quando ritorna nella nostra corsia, si gira a guardarmi per un paio di secondi.

Appoggio la testa al finestrino e chiudo gli occhi, per non fargli vedere che sto per piangere. «Per favore, Tian...» mormoro «...non voglio parlarne.»

«Va bene.» Sospira e a quel punto apro gli occhi. Si morde il labbro, come se fosse a disagio. «So che per quello che hai sentito pensi che io sia uno stronzo, Morgan, e non ti biasimo per questo. Però puoi contare su di me. Sono un tuo amico sul serio.»

«Lo so.» Accenno un sorriso. «E ti ringrazio per questo.»

Tian mi fa un sorriso e mi stupisco di quanto sia facile ricambiare.
Forse è ipocrita dirlo da parte mia, ma mi fido sul serio di lui. Le persone sbagliano, anche Liv l'ha fatto, eppure non ho mai messo in dubbio la sua amicizia. E poi, se a Sebastian non fregasse niente di me, non si preoccuperebbe così.

«Siamo arrivati, Morgan.» Annuncia dopo qualche minuto Tian. Prima di scendere fremo all'idea di chiederli perché Charlotte aveva bisogno di Kyle. Del perché stanno succedendo tantissime cose a lei e perché Mr. Arroganza continua a darle corda anche se non prova niente per lei.

Forse tutto questo è collegato al fatto che è stata in ospedale, un paio di settimane fa. A scuola hanno detto che si è sentita molto male di stomaco, ma io non ci credo. Ci è stata per troppo tempo.

«Grazie di tutto, Sebastian.» Gli sorrido mentre rimetto Ade nel trasportino e mi assicuro di aver chiuso bene. Il fatto peggiore è che adesso a casa dovrò continuare a vedere Kyle. Non ho idea del quanto vivremo insieme, ma spero sia poco. Fa già male così, senza vedere la sua faccia da schiaffi ogni secondo.

«Figurati. Chiamami se ne hai bisogno.» Si schiarisce la voce e mi prende per un polso, quando sto per scendere. Mi fermo a guardarlo. «Ti voglio bene, Morgan.»

Sebastian è diverso da Kyle. Con i suoi amici è un'idiota -come tutti gli amici di Mr. Arroganza-, ma in realtà è una persona dolce, altruista e un bravissimo amico.

Mi allungo per abbracciarlo, per quanto il trasportino e la cintura messi insieme possano permettercelo. «Te ne voglio anche io.»

Gli faccio un ultimo sorriso prima di scendere dalla macchina. Ci metto un po' tra il trasportino e la borsa a prendere le chiavi di casa, ma quando lo faccio riesco a entrare in casa senza problemi. Libero Ade appena chiudo la porta e faccio un sospiro di sollievo. Cerco di avviarmi in camera mia, ma un braccio mi blocca.

Sono sorpresa quando vedo mio padre e dietro di lui mia madre e i signori Anderson. Teoricamente dovrebbero stare tutti a lavoro, proprio come ieri.

Mia madre fa un sorriso a trentadue denti. «Dov'è il tuo ragazzo?» Calca bene la parola "ragazzo", riferendosi a Kyle. Mi si stringe lo stomaco in una morsa.

Scuoto lentamente la testa, mentre rivedo lui che esce dalla clinica veterinaria. Faccio una fatica immensa a trattenere le lacrime, ma so che ho le lacrime agli occhi. «Lui non è proprio niente.»

«È successo qualcosa?» Catherine si avvicina e mi sfiora il braccio, in modo tenero. È come se mi facesse una carezza.

Scuoto di nuovo la testa e mi giro per andare in camera mia. Non farò la vittima, perché non lo sono, e anche perché non voglio mettere Kyle in cattiva luce.

Non sono una di quelle persone che sparlano solo perché sono ferite e, per lo più, non lo farò con i suoi genitori. Già così il ragazzo si prenderà una bella sgridata.

Mi chiudo in camera e apro la finestra, nonostante sia quasi metà novembre e si muore di freddo, per far cambiare aria. C'è ancora l'odore di Kyle e odio questa cosa.

Chiudo gli occhi, trattenendo un'espressione infastidita. Mi sento delusa, da lui, e arrabbiata, con me, perché mi sono fidata. 

Lo conosco da diciotto fottuti anni e dovevo capire che il risultato finale sarebbe stato questo: una me in lacrime con il cuore spezzato, mentre lui è con Charlotte a fare Dio solo sa che cosa.

Prima che possa ragionare, prendo il cellulare e chiedo una chiamata di emergenza a Savannah, Olivia e Hilary. Sono le persone di cui mi fido di più e ho bisogno di sfogarmi. All'ultimo aggiungo anche Jasper e Sebastian. Ho bisogno anche di un loro consiglio su come reagire.

Facciamo una chiamata di gruppo e mi sento subito in colpa quando mi rendo conto che Olivia e Tian parleranno inevitabilmente. Ma nessuno dei due mi fa notare, o pesare, questa cosa.

Dopo aver fatto un respiro profondo, racconto tutto per filo e segno. A come ci siamo baciati al villaggio, a come ci siamo detti cose dolci, al bacio dell'altro giorno, a quando abbiamo fatto l'amore e ai "ti amo" di ieri. Mi sfogo, piango, urlo e dò anche un calcio al muro. E alla fine, racconto anche di come mi ha abbandonato per Charlotte.

I miei amici sono di grande aiuto: mi consolano, minacciano Kyle e Charlotte insieme a me e quando sentono che piango cercando di farmi ridere.

Arrivo dunque alla conclusione che non ho bisogno di Kyle, né di Omar o un altro ragazzo. Che senso ha, quando ho degli amici fantastici che ci sono quando ne ho bisogno?

Mr. ArroganzaWhere stories live. Discover now