Capitolo XVIII

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«Cos'è quella?» Dico a Mr. Arroganza il mattino successivo, quando si presenta sotto casa mia con una moto.

«Dato che mi hai sfacciato mezza macchina andremo con questa finché non si riparerà. Te la sei cercata, di nuovo.» Kyle mi porge il casco in più che ha in mano, ma io scuoto la testa.

«Oh no, io non ci salgo. Anche se ho sempre voluto una moto non mi attaccherò a te come una cozza neanche morta.» Mordendomi il labbro, stringo con forza la bretella del mio zaino. «Me la faccio a piedi piuttosto.»

«Morgan.» Sbuffa. «Sali su questa maledetta moto.»

Mi avvicino alla mia macchina, ignorandolo, e sfiorando con i polpastrelli il finestrino. «Mi manchi, piccola.»

«Fai sul serio?» C'è un tono divertito nella voce di Kyle.

«Stai zitto.» Gli lancio un'occhiataccia. «È un momento romantico tra me e la mia auto.»

Lui alza le mani, come per dire che da adesso in poi starà in silenzio.
Poi io sospiro e mi avvicino nuovamente alla moto di Mr. Arroganza.

Gli prendo il casco dalle mani e lo indosso, anche se ci metto qualche secondo di troppo a capire come si chiude.
Ma hey, è la mia prima volta su una moto.

Arrossisco un po' quando mi aggrappo alle spalle di Kyle per salire e, arrossisco ancora di più, quando lui prende le mie mani e le poggia sul suo petto. «A meno che non vuoi cadere e morire, devi rimanere così.» Dice poi.

Deglutisco a fatica e annuisco, cercando di riprendere il controllo di me stessa. È Kyle, il ragazzo che odio di più al mondo. É il pallone gonfiato di arroganza.

Ma appena lo penso, mi rendo conto che è anche un pallone gonfiato di arroganza pieno di muscoli.

Mayday mayday, la stiamo perdendo!
Urlano i pochi neuroni rimasti nella mia povera testa.

Vorrei dire qualcosa di ironico e pungente, per far capire a Kyle che stare su una moto, stretta a lui, per me non significa niente, ma non riesco a mandare via il magone alla gola, che è diventata improvvisamente secca.

«Pronta?» Chiede lui, ignaro di tutto.
Ma basta che faccia quel sorriso odioso per farmi ritornare alla realtà e capire che lo odio ancora ed intensamente.
Non potrei mai cambiare idea su di lui.

Annuisco e sfrecciamo sulla strada. Il vento che causa la velocità mi fischia nelle orecchie e sorrido istintivamente.

Perché non sono mai salita su una moto prima d'ora? É una delle sensazioni più belle al mondo.

Ma la prima è quando dò gli schiaffi a Mr. Arroganza. Quella sensazione non la batte nessuno.

Kyle aumenta sempre di più con la velocità, superiamo macchine, strade, persone e tutto sfreccia di fianco a noi.

Ho le lacrime agli occhi per il vento, ma questo non mi blocca dall'osservare tutto ciò che avviene vicino a me.

Tutto va lento, tranne noi. Noi andiamo così veloci che, ad una strana dove ci sono ogni tanto gli alberi, vedo tutto verde, senza interruzioni.

Due minuti dopo Mr. Arroganza inizia a rallentare e lascio la presa sul suo petto, e mi accorgo solo dopo di essermi decisamente stretta a lui, più del previsto.

«Come ti è sembrato?» Domanda spegnendo il motore e poggiando un piede a terra, per non farci finire entrambi con la faccia al suolo.

«Quando posso rifarlo?» Rispondo, senza trattenere un sorriso.

Kyle mette il gambetto e scende ridacchiando.
«Al ritorno.» Mi sorride e, per la prima volta, non mi sembra tanto antipatico.

Io sono ancora seduta e mi alzo appena me ne rendo conto. Che gran figura di merda.

«Beh, se sfasciarti la macchina significa questo, lo farò molte altre volte.» Cerco di levarmi il casco, ma con scarsi risultati.

Lui si avvicina e me lo sgancia con un gesto fulmineo, facendomi sentire una totale idiota. «Ed io ti metterò altra farina nell'armadietto.»

Non usa il solito tono beffardo o minaccioso, ma uno allegro e divertito. Nonostante ciò, però, mi fa ritornare in mente che io e lui non siamo amici.
Che mi ha fatto diventare lo zimbello della scuola in dieci secondi.

Mi fa ricordare perché lo odio.

Mi sfilo velocemente il casco e glielo poggio sul sedile della moto, poi senza neanche guardarlo mi avvio a passo spedito verso l'entrata di scuola.

«Morgan, ma che ti prende?» Mi chiama lui, ma non mi giro ed ignoro le occhiatine che mi lancia mezza scuola.

I miei amici sono raggruppati in un angolo e noto con orrore che ci sono anche Sebastian e altri due amici di Kyle.
Lui andrà sicuramente lì.

Liv e Savannah alzano la mano per farsi vedere, ma io scuoto la testa e me ne vado via, però non prima di notare la loro espressione confusa.

«Hey Morgan.» Una volta arrivata davanti agli armadietti, trovo Charlotte Garcia che mi guarda con un sorriso finto.

È un'amica molto molto speciale di Kyle, o almeno così dicono le voci in giro per scuola.

«Che vuoi?» Domando, senza neanche sforzarmi di essere gentile. Mi avvicino con nonchalance al mio armadietto e digito la password velocemente.

Ci metto qualche secondo, però, per aprirlo. È da quando Kyle mi ha buttato la farina addosso che ho paura che possa succedere di nuovo.

«Non c'è niente, tranquilla.» Alza gli occhi al cielo e poi ridacchia. «Non credo che Kyle abbia mai fatto qualcosa del genere prima di te, sai?»

«Stai zitta.» Apro con violenza l'armadietto e trattengo un sospiro di sollievo quando noto che è tutto regolare. Ci sono solo i miei libri e le mie cose.

«Volevo solo mostrarti queste.» Mi ignora e mi dà alcuni fogli. «Ho saputo che non hai il telefono e mi sono sentita male quando ho pensato che non ti saresti potuta divertire anche tu.»

Quando guardo le carte riconosco in tutte la foto che sta spopolando sui social, di me ricoperta di farina.
Quella che mi lascia senza parole è l'ultima che vedo.

«A quanto pare sei una meme vivente, adesso.» Charlotte continua e vorrei allungare la mano e strozzarla.
Però ha ragione: quelle che sto guardando sono tutte meme su di me.

L'ultima, che è quella che osservo di più, ha due immagini. La prima raffigura me mentre apro l'armadietto, ancora pulita, e la farina che sta cadendo. Vicino a me c'è scritto Morgan Hill e sulla farina ironia che nessuno capisce, mentre sulla seconda foto non ci sono scritte, c'è solo la mia faccia sconvolta ingrandita e piena di farina.

Lascio cadere con un tonfo i fogli a terra e, quando sento le lacrime, corro verso il bagno.

Incrocio con lo sguardo il mio gruppo di amici e quello di Kyle, con Mr. Arroganza compreso, che arrivano nel corridoio, ma io li ignoro e continuo a correre.

So che dovrei essere forte, che io ed il sarcasmo siamo un'unica cosa, ma sono umana anche io ed è normale che ci stia di merda per questa situazione.

Non ne posso più di persone che mi guardano e ridono, che mi indicano. Che giudicano e che mi prendono in giro.
Ho così tanta voglia di urlare, di prendere a pugni qualcuno o qualcosa, e poi mi rendo conto che l'unica cosa che mi farà sentire meglio é far soffrire Kyle quanto sto soffrendo io.

Ma servirà molto più di una macchina sfasciata ed un bigliettino.

Se vi è piaciuto il capitolo vi chiedo gentilmente di lasciare una 🌟, mi farebbe davvero piacere. Grazie a tutti per aver letto/ votato/ commentato questa storia, vi amo tanto ❤️

Mr. ArroganzaWhere stories live. Discover now