Capitolo LXIV

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Tre giorni dopo il coming out di Luis smetto di stare male ogni volta che Kyle apre la bocca. O smetto di desiderare di dargli un pugno in pieno viso.

No, okay. L'ultimo lo continuo a fare.

«Liv...» Sospiro cercando di tranquillizzare la mia migliore amica, che sta piangendo in chiamata da circa venti minuti.

Ha confessato a Sebastian che all'inizio era solo un modo per arrivare a Kyle e lui, ferito, l'ha lasciata. E adesso la mia migliore amica non solo ha i genitori appena divorziati, ma anche il cuore spezzato.

«Mi odia, Morgan. Mi odia e non lo biasimo. Mi odio anche io.» Singhiozza ed il mio cuore si stringe in una morsa.

Dopodomani torniamo a casa, ma sento comunque che non sono presente per lei in questo momento e mi dispiace da morire, perché lei c'è sempre stata quando ne avevo bisogno.
«Non ti odia sul serio, Olivia. È solo ferito. Vedrai che gli passerà.»

Anche se non sembra, ho legato abbastanza con Sebastian per parlarci. E so anche che cosa potrebbe convincerlo a ritornare con Olivia... spero solo che questi due giorni passino in fretta.

«Lo spero, M.» Dice lei, soffiando su con il naso. Intanto io immergo i piedi nella piscina, cercando un po' di quiete. In piscina non c'è nessuno: solo io e una coppia di anziani.

Persino il bagnino sexy non è qui.

«Vedrai che andrà così.» Lo spero tanto per lei. Nelle peggiori delle ipotesi diventeremo zitelle entrambe.

«Già. Comunque adesso devo andare, mia madre vuole una mano a disfare gli scatoloni nella nuova casa. Ci sentiamo dopo?» La madre di Olivia ha cambiato casa, a causa del divorzio, mentre la mia migliore amica ha scelto di rimanere nella sua vecchia abitazione con il padre. Le dico di sì, di chiamarmi anche alle tre di notte se vuole, e la saluto.

Quando chiudo il cellulare e lo appoggio vicino a me, dall'altro lato, alla mia destra, si siede una persona. E non ho bisogno di girarmi per sapere chi è.

«È vero?» Sussurra, mettendo anche lui i piedi nell'acqua. «Olivia lo ha usato per arrivare a me?»

Mi stringo nelle spalle. «Sapevi che le piacevi.»

«Si ma...» Anderson si ferma. In questi giorni non abbiamo parlato neanche una volta. Nè un ciao la mattina, nè la buonanotte la sera. Lui mi ha evitato come gli ho chiesto e così ho fatto anche io.

«Senti, io le avevo detto che non era un buon piano, ma Olivia è cocciuta. E adesso è anche fregata, perché prova sul serio qualcosa per Sebastian. Non puoi accusarmi di niente, però, perché io-»

«Non volevo accusarti.» Mr. Arroganza mi ferma, con una voce dolce che gli ho sentito usare pochissime volte.

Aggrotto la fronte, mentre lui sospira. «In realtà volevo semplicemente parlarti. Mi dispiace di quello che è successo, e mi dispiace che mi sono comportato... un po' come Olivia, insomma. Non volevo e sopratutto non dovevo. Non con te.»

«Non si tratta di me, Kyle.» Chiudo per qualche secondo gli occhi. «Non si scherza su queste cose e basta. Con nessuno. Anche se fosse una sconosciuta la tizia a cui lo fai, non si deve fare lo stesso.»

«Hai ragione.»

Sono sorpresa della sue scuse e anche dal fatto che mi abbia dato ragione. È una data da segnare sul calendario.

Per un po', comunque, nessuno dei due dice niente. Io fisso l'acqua della piscina e Kyle... beh, non lo so, perché non ho il coraggio di girarmi e trovarlo vicino a me.

Poi lui decide di smettere di stare in silenzio e rovinare tutto. «E se rincominciassimo da capo?»

«Eh?» Mi giro verso di lui, adesso non ho paura di averlo vicino. Sta sorridendo nella mia direzione.

Baciami. Dice una voce. Mandalo a fanculo e ammazzalo. Dice un'altra.

«Rincominciamo da capo. Eliminiamo qualunque cosa abbia fatto in modo che il nostro rapporto cambiasse così. Tutte le parole dolci, il bacio, gli abbracci, i giri in moto. Ritorniamo ad odiarci.»

Il suo ragionamento non ha senso. Non si può eliminare tutto così e, sinceramente, non ne capisco neanche il motivo. «Perché?»

Kyle fa spallucce, guardandomi solo per qualche secondo le labbra. È un attimo, dopodiché i suoi occhi sono di nuovo incollati ai miei. «Ho la sensazione che tu sia più mia quando litighiamo, rispetto a quando ti faccio soffrire.»

Inclino leggermente la testa. «E perché vuoi che io sia tua, signor ciclato perenne?»

Ridacchia a quel soprannome e mi rendo conto che non lo chiamavo così da tanto tempo. Quasi un mese. «Ho appena detto di non baciarci più. Non credo di sapertelo dire senza baciarti.»

Mi mordo il labbro. E questo cosa diavolo vorrebbe significare?

Di certo non ho cancellato le parole che ha detto a Charlotte qualche giorno fa, ma è anche vero che tra noi non c'è e non c'è stato niente -eccetto il bacio-. Lui può fare quello che vuole e stare con chiunque, io non ho motivo di arrabbiarmi.

Gli porgo la mano, a mo' di promessa. «Ms. Ironia promette di odiare Mr. Arroganza come prima, eliminando dalla sua testa tutte le situazioni in cui lui si è comportato in modo dolce.»

Kyle stringe la mia mano, sorridendo. «Mr. Arroganza promette di odiare Ms. Ironia come prima, eliminando dalla sua testa tutte le situazioni in cui lei si è comportata in modo normale e non da psicopatica.»

«Hey!» Gli dico, ridendo, e lo spingo in acqua. Grazie a Dio è in costume e non ho il dubbio che ci sia il cellulare o il portafogli.

Kyle cade in acqua e, appena riemerso, mi prende per le caviglie e fa entrare in piscina anche me.

E mentre sento le sue mani prendermi la vita, capisco che alla fine niente sarà come prima.

Perché per quanto ci sforzeremo, per quanto ci convinceremo di odiarci, la realtà è ben diversa. Litigheremo, e anche spesso, ma troveremo sempre il modo di parlare come abbiamo fatto adesso, senza insultarci.

Rideremo, sorrideremo e tutto l'odio di questi diciotto anni sembrerà scomparso.

Mentre iniziamo una lotta di schizzi, mando al diavolo tutti miei propositi di vendetta contro di lui, per tutte le volte che mi ha fatto soffrire.

Perché mi rendo conto, troppo tardi, che la sua risata è l'unica cosa che non mi stancherei mai di sentire.

Mr. ArroganzaWhere stories live. Discover now