Capitolo XV

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«Non so cosa gli hai detto in macchina.» Sebastian si appoggia all'armadietto di fianco al mio, mentre io prendo i libri che mi servono per le prossime due ore. «Ma sta di merda.»

«Sta?» Rispondo, chiudendo l'armadietto e girandomi verso il migliore amico di Mr. Arroganza. «Non lo è?»

«Morgan.» Sbuffa Tian, chiudendo per un paio di secondi gli occhi. Quando li riapre mi accorgo che non sono castani come credevo, ma neri. «Ti chiedo solo di non fargli niente di male. Il vostro rapporto è complicato, ma-»

«Ti ha mandato lui, vero?» Lo interrompo trattenendo un sorriso. Per sua sfortuna so tutte le sue mosse.

«No.» Sebastian si irrigidisce, serrando la mascella. «E ascolta un attimo a quello che-»

«No.» Lo interrompo di nuovo ed ignoro la sua occhiataccia. Poi gli punto il dito contro con aria minacciosa. «Ascoltami bene tu, Tian. Dí a Kyle di avere le palle di affrontare le conseguenze delle proprie azioni e le persone, non inviando amici a chiedere di non fargli niente. E dato che ci sei digli anche che niente e nessuno mi permetterà di non vendicarmi. Lui rovina la vita a me, io a lui.»

E prima che possa dire altro, giro i tacchi e me ne vado con la testa alta, malgrado molti occhi mi seguono per tutto il corridoio.

Dovrei andare in classe, ma in realtà non ci andrò per attuare il mio piano. Savannah, dato che i miei oggi a pranzo non ci sono, mi darà un passaggio a casa ed uscirà dieci minuti prima per non farci beccare.

Mi chiudo in bagno fino al suono della campanella e, quando mi sono accertata che nei corridoi non ci sia nessuno, esco e mi dirigo verso il parcheggio.

La macchina di Kyle è sempre lì, dove l'ha lasciata stamattina.
Dalla cartella prendo un piede di porco e sento l'adrenalina aumentare ogni secondo di più.
E non chiedetemi dove ho trovato questo coso, perché non ho intenzione di rispondere.

Lascio cadere con un tonfo il piede di porco e frugo, fino a trovare lo spray indelebile rosa. Inizio a colorare tutte le ruote e anche la maniglia dello sportello del guidatore.
Infine prendo il piede di porco e rompo uno specchietto, poi il vetro sia dei finestrini sia quello anteriore.
Ai finestrini basta un colpo secco e sono rotti, mentre per il vetro principale ci metto molto di più.
Per incoraggiarmi a colpire più forte penso alle persone che ridono di me, che mi indicano, tutti gli insulti di Mr. Arroganza.

Alla fine si rompe con un colpo secco, frantumandosi in mille pezzi.

Sul volante lascio un biglietto, esattamente come lui ha fatto con me.
"Mai scherzare con i nemici, Anderson." Ho scritto sopra. Non potevo chiamarlo Mr. Arroganza, perché qualcuno avrebbe potuto dire che io lo chiamo così.
Mente invece con il cognome è generico: tutti i nemici si chiamano con il cognome.

Quando ho finito la mia opera d'arte scatto una foto ricordo e mi appoggio alla macchina di Savannah, aspettandola.

Nascondo il piede di porco e lo spray nel mio zaino, in modo che se anche venisse qualcuno non sospetterebbe di me. Potrei dire che ho trovato la macchina già così.

«Wow.» Sav rimane a bocca aperta e ci mette qualche minuto per continuare la frase. In realtà per iniziarla proprio. «L'hai ridotta proprio male.»

«Si merita questo ed altro.» Ribatto, facendo segno di andarcene. Tra esattamente sei minuti la campanella suonerà ed io potrei essere beccata in qualsiasi momento.

«Come vuoi.» Borbotta Sav aprendo la macchina con un pulsante delle chiavi.
Mi siedo velocemente nel sedile del passeggero ed ad ogni secondo che passa il mio battito cardiaco aumenta.

Savannah entra in macchina con tranquillità, come se, se qualcuno ci vedesse adesso, non andremmo in prigione.
O meglio, lei no, ma io sì.

E non ci voglio andare solo per non dare a Kyle la soddisfazione di vedermi fallire.
Quell'idiota non la può passare così.

«Morgan, mi hai sentito?» Quando ci fermiamo davanti ad un semaforo, Sav mi passa una mano davanti il viso.

Sussulto dalla sorpresa. «Eh?»
Non mi sono neanche resa conto che Savannah avesse parlato. Sono fin troppo distratta.

Lei scuote leggermente la testa. «Niente, lascia stare M.»

«Dai, Sav.» Cerco di rimediare, sistemandomi meglio sul sedile e accennando un sorriso.

«Sul serio, non era niente.» Sospira e fa spallucce e per qualche secondo la conversazione finisce lì.

Poi arriviamo a casa mia ed è ora di salutarci. La abbraccio, ringraziandola di tutto, dato che mi ha letteralmente salvato il culo, e ci promettiamo di sentirci domani.
Dato che è sabato posso andarla a trovare o, semplicemente, chiamarla con il telefono di casa.

Faccio giusto in tempo ad aprire la porta di casa e vedere Savannah sfrecciare via, che sento il telefono squillare.
I miei non ci sono e, pensando che sono loro, mi affretto a rispondere.

Non lo avrei mai fatto se avessi saputo chi fosse.

«Cosa cazzo hai fatto alla mia macchina?» La voce di Kyle è ancora più fastidiosa da arrabbiata. Mi mordo il labbro per non ridere.

«Non so di che cosa tu stia parlando.» Ribatto, con un sorriso sarcastico stampato in volto. Peccato che non lo possa vedere. «I lavori di manutenzione alla macchina non ti piacciono?»

«Ti distruggo, Hill. Giuro che ti distruggo.» Me lo immagino andare avanti ed indietro per il parcheggio della scuola, lanciando di tanto in tanto occhiate disperate alla macchina.

Non trovate che la sensazione di vendetta sia la più bella al mondo? Provateci, ve lo assicura Morgan Julia Hill che non rimarrete delusi.

«Oh, più di quanto già non hai fatto con la farina? Aspetta che adesso mi metto a tremare.»

Sento uno sbuffo in sottofondo, ed io mi ricordo improvvisamente che mi ha chiamato dal telefono di casa. Chi diavolo gli ha dato il numero?

«Chi ti ha dato il numero di casa?» Domando, anche se Kyle aveva iniziato a dire qualcosa, ma non ci faccio caso. Ahimè, sono maleducata e parlo sopra le persone.

«Tua madre.» Vorrei colpire lo stupido sorriso soddisfatto che so ha incorniciato in faccia. «Dato che non hai il cellulare ha pensato bene di darmi il telefono di casa, per evenienza.»

«Figurati se quella donna si sta zitta.» Alzo gli occhi al cielo e poi, senza aspettare risposta, chiudo la chiamata.

Kyle Anderson doveva aspettarsi qualcosa del genere, ma, mentre salgo le scale che portano in camera mia, mi rendo conto di essere più spaventata del previsto per la sua vendetta.

In che guaio mi sono cacciata?

Se vi è piaciuto il capitolo vi chiedo gentilmente di lasciare una 🌟, mi farebbe davvero piacere. Grazie a tutti per aver letto/ votato/ commentato questa storia, vi amo tanto ❤️

Mr. ArroganzaWhere stories live. Discover now