Capitolo XXV

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Quel giovedì inizia nei peggiori dei modi.
Non voglio andare a scuola e provo di nuovo a chiedere a mia madre di restare a casa, ma, come la mattina precedente, mi dice di prendere qualcosa per il mal di testa e di andare lo stesso.

Vorrei che fosse venerdì pomeriggio e vorrei rilassarmi con una nuova stagione della mia serie tv preferita su Netflix. Ma, ovviamente, devo andare in quella galera che chiamano scuola e vedere la faccia di Mr. Arroganza mentre mi bestemmia contro perché adesso, per colpa mia, ha un gatto.

Quando sono pronta, e con grande sorpresa sono in anticipo, mi siedo sugli scalini fuori alla porta dell'ingresso, aspettando Kyle.

Non mi sorprendo quando lo vedo arrivare con la moto, ma vorrei levarmi le scarpe e lanciargliele in testa.
Sono sicura che l'abbia fatto apposta perché ieri gli ho detto che non sarei salita in moto con lui.

«Non ci credo.» Borbotto alzandomi e levandomi la polvere dai pantaloni. «Io lo strozzo.»

Non credo che Kyle mi senta, perché il motore della moto è ancora acceso. Mette il gambetto e si leva, lentamente, il casco, come se fosse un modello e deve fare gli spot pubblicitari a rallentatore.

La mia vicina, che avrà tre anni più di me, e che sta portando giù il cane, si ferma a guardarlo dall'altro lato del marciapiede con la bocca leggermente spalancata e vedo quasi la bava. Che schifo.

Kyle non si gira verso la ragazza -che mi pare si chiami Allison, o qualcosa del genere- e si gira verso di me.
«Sali o dobbiamo invecchiare qui?»

«Ti avevo detto che non sarei più salita su una moto con te.» Gli ringhio contro. Il fatto che la tizia ci stia guardando mi mette ansia e mi fa essere ancora più aggressiva del solito.

Gli prendo il casco dalle mani e me lo infilo velocemente.
Kyle fa un ghigno. «La parola che stai cercando in realtà è: grazie.»

Gli faccio il terzo dito e appoggiandomi sulle sue spalle, salgo sulla moto. È inutile che faccio storie: so che mia madre ci sta guardando per assicurarsi che vada con lui.

«Fretta di stringerti a me, Morgan?» Ridacchia Kyle prima di levare il gambetto e partire.

«Sei un deficiente!» Gli urlo nelle orecchie e lo scorgo sorridere dallo specchietto. Non un sorriso malizioso o ironico, un sorriso vero e proprio.

Bene bene bene, allora sorride anche lui come un essere umano, pensa una voce malefica dentro di me.

Per il resto del tragitto con la moto nessuno parla più, anche perché è difficile capirsi con il vento tra le orecchie.

Mi concentro sempre sulle figure che mi scorrono veloci davanti e, purtroppo, mi stringo ad Anderson per non cadere.

Quando arriviamo ho un sorriso a trentadue denti e Kyle, vedendomi dallo specchietto, ridacchia.

Forse ha ragione quando dice che mi piace andare in moto, anche se non so perché. È l'adrenalina nelle vene o la sensazione di andare così veloci che mi fa amare la moto?

Scendo subito, perché non voglio continuare a restare aggrappata a lui stile cozza, e appena mi levo il casco mi aggiusto i capelli.
Kyle mi guarda, restando comodamente seduto sulla moto, nonostante ci sia Charlotte a qualche metro da noi.

«Stai bene, oggi.» Mi giro a guardarlo, aggrottando la fronte. «Sei bella.»

Trattengo una risata. Se è il suo modo di "farmi innamorare di lui" può farmi complimenti all'infinito, ma non succederà. Schiocco la lingua sul palato. «Non funziona, Anderson.»

Sto per girarmi e andarmene da Savannah, che sta parlando anche con Jasper e stranamente Olivia, ma Kyle mi afferra per il braccio e mi costringe a girarmi verso di lui di nuovo.
Aspetto che inizi a parlare e lo fa dopo qualche secondo. «Come lo chiamiamo?»

Ci metto un po' a capire che si riferisce al gatto. «Pensavo non volessi affezionarti.» Rispondo in tono cantilenante.

Morgan 1 Mr. Arroganza 0.

Kyle alza gli occhi al cielo. «So che mi hai visto dormire con lui, ieri. Non fare la finta tonta.»

Faccio un ghigno. «Non faccio la finta tonta. E la foto che c'è sul mio telefono ne è la dimostrazione.»

Lascia il mio braccio e scende dalla moto. «Mi hai fatto una fottuta foto?»

«Tu hai pubblicato un video di me ricoperta di farina. Sono sicura che piacerà a tutta la scuola vedere il grande Kyle Anderson dormire abbracciato ad un gattino.» Sorrido e affretto il passo per andarmene, ma, di nuovo, Kyle mi afferra.

Mi prende per la vita e mi fa voltare violentemente verso di lui, tant'è che urto con la testa sul suo petto scolpito.
Mannaggia ad Anderson e la sua stupida altezza.

«Se tu pubblichi quella foto, io ti rovino. E lo butto per strada.» Avvicina le labbra al mio orecchio e mi sussurra tutto.
Il suo fiato è caldo e mi fa rabbrividire.
Mannaggia ad Anderson e la sua stupida voce.

«Ed io rovino te. Non mettere in mezzo quel povero micio.» Ringhio e Kyle si allontana, facendo un sorrisetto.

«Allora, come lo chiamiamo?» Mezza scuola ci sta fissando, ma a lui non sembra importare, dato che si appoggia alla moto e mi guarda, aspettando che pensi a qualche nome.

Ma sono a disagio con tutte le persone che mi indicano e ridacchiano, così dico la prima cazzata che mi viene in mente. «Fuffy.»

«Fuffy?» Mr. Arroganza scoppia a ridere. «Vuoi sul serio chiamarlo così?»

Scuoto la testa e gli lancio un'occhiataccia quando continua a ridere.
Mi inizio ad innervosire, nonostante sappia che il nome che ho detto è pietoso, e inarco un sopracciglio. «Allora sentiamo, tu a che nomi hai pensato, dato che sei così bravo a criticare i miei?»

Kyle smette di ridacchiare e si schiarisce la gola. «Ade.»

«Ade?» Ripeto. «Ma Ade è il Dio degli inferi, è cattivo.»

«Morgan, Morgan, Morgan.» Ripete il mio nome tre volte e si avvicina. Io arretro di un passo. «Quel gatto, se non l'hai capito, ci farà passare l'inferno. Credo che il nome sia più che azzeccato.»

«Gli hai dato da mangiare, stamattina?» Cambio argomento. Il ragionamento di Kyle è giusto, e poi è carino il nome Ade, ma non lo ammetterò mai.

«No.» Alza gli occhi al cielo, ironico. «Ma per chi mi hai preso?»

Sto per dirgli che l'ho preso per uno che se ne fotte degli altri, ma quando sono pronta per parlare, qualcuno mi spinge leggermente di lato e arretro di un altro passo.

Non sono sorpresa di vedere Charlotte che abbraccia possessivamente Kyle, come se mi stesse ricordando che è suo.

Ma tienitelo pure, penso. Chi se ne importa di lui?

«Hill, non hai degli amici da salutare?» Charlotte inclina leggermente la testa, guardandomi con disgusto.

«Tranquilla.» Le rispondo, sforzando un sorriso. «Adesso vado, non ci tengo a vederti fare la gatta in calore.»

Kyle si morde il labbro, e le opzioni sono due: o lo fa per trattenersi dallo strozzarmi -ed è la più plausibile- o per trattenere un sorriso.

Prima che i due dicano qualcosa, mi giro e vado dai miei amici, ma appena Olivia mi vede arrivare verso di loro prende la sua roba e se ne va.

Sospiro guardandola andar via, chiedendomi se vale la pena buttare all'aria anni di amicizia per dei ragazzi.

Se vi è piaciuto il capitolo vi chiedo gentilmente di lasciare una 🌟, mi farebbe davvero piacere. Grazie a tutti per aver letto/ votato/ commentato questa storia, vi amo tanto ❤️

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