Capitolo LXXVIII

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I giorni passano veloci, come fulmini durante il temporale. Ogni giorno é la stessa storia: vado a scuola, credo di stare finalmente bene con i miei amici, torno a casa e nel silenzio mi accorgo di essere ancora ferita e triste.

«Sei pronta?» La mamma mi sorride, guardandomi con un sorriso a fior di labbra. In mano ha le luci di Natale.

Non posso credere che sia passato già più di un mese dal nostro viaggio in Malesia e che sono già passate tre settimane da quando Kyle ha scelto Charlotte. Dopo averlo visto fuori casa mia non ci ho più parlato. Lui evita me e io evito lui.
E io, intanto, ancora non ho trovato la mia stella.

Almeno l'hanno trovata gli altri: Liv e Sebastian si sono rimessi insieme, circa dieci giorni fa, mentre Jasper e Luis si stanno frequentando. Jas va ogni weekend dai miei fratelli e ci sono andata anche io, un paio di volte.

E a proposito dei gemelli, tra due giorni verranno qui per le feste di Natale. Oramai è il tre dicembre e al college hanno sospeso tutti i corsi. Quindi... Nate e Luis di nuovo a Ottawa! È la notizia più bella di questo mese.

Annuisco a mia madre e la aiuto a sistemare le luci di Natale per tutte le scale. Fuori nevica, fa freddo e la maggior parte delle case hanno già fatto l'albero. Noi lo faremo appena arrivano i gemelli.

A Capodanno, purtroppo, verranno anche gli Anderson. I miei genitori non volevo invitarli, visto come sto, ma ho scrollato le spalle e detto che andava bene. Voglio dire, infondo è come vederlo a scuola: ci saremo noi, la famiglia di Hilary, quella di Savannah, quella di Richard e Jasper e Olivia con il padre. Verrà persino Sebastian.
Siamo così tanti che io non mi accorgerò neanche che Kyle è sotto il mio stesso tetto.

La mamma ed io mettiamo anche una ghirlanda in salotto e mettiamo la federa natalizia che, appena faremo l'albero, metteremo su di esso. Dopo un po' mio padre torna a casa, con un sorriso comprensivo sulle labbra.

Lo guardo corrugando la fronte quando mi lascia un bacio sulla fronte. In genere non lo fa mai, solo quando sto male. Ma ultimamente non lo fa da un po'.

«Non scappare da lui, tesoro.» Mi sussurra all'orecchio e lo guardo confusa. Non so proprio di che cosa stia parlando, né perché mi sta dicendo una cosa del genere. Da chi diavolo starei scappando?

Come se mi avesse letto nella mente, Kyle fa il suo ingresso in salotto. Ha le spalle incurvate e le mani nella tasca della felpa, come se fosse a disagio.

Serro le labbra. Deve averlo fatto entrare mio padre.

Istintivamente faccio un passo indietro e fisso mio padre. «Io non scappo proprio da nessuno, papà.» E guardo con odio il ragazzo dall'altra parte del salotto. Mia madre mi mette una mano sul braccio, come a dirmi di calmarmi.

Ma qui non c'è proprio niente da calmarsi: come fa a scegliere un'altra dopo ciò che mi ha detto, evitarmi per settimane e poi presentarsi a casa mia? Forse ha problemi di bipolarità di cui io non sono a conoscenza.

«Morgan, possiamo parlare un attimo?» Kyle si passa nervosamente una mano tra i capelli e solo in quel momento mi accorgo del un pacco regalo che ha nell'altra mano. Pensa che con un regalo possa risolvere tutto? Ha anche detto "possiamo parlare un attimo" come l'altro stronzo di Omar!

«No. L'unico attimo che riceverai da me è quando ti darò un calcio.» Gli faccio un sorriso finto e guardo mia madre. «Che altre decorazioni dobbiamo mettere?»

Lei guarda mio padre, che annuisce. Mia madre sorride e mi dà le luci da mettere sulla staccionata in cortile. Le afferro bruscamente e dò di proposito una spallata a Kyle quando gli passo vicino. Sono così nervosa che non prendo neanche la giacca, nonostante fuori nevichi.

Esco fuori, lascio la porta socchiusa e metto le luci sulla staccionata. Le colloco come abbiamo fatto io e mia madre sulle scale e poi attacco alla presa al muro di casa per farle accendere. Si illuminano tutte e sorrido soddisfatta. Anche se ho messo solo delle lucine, ho fatto un buon lavoro.

Kyle intanto è uscito ed è appoggiato alla sua auto, che ha parcheggiato proprio davanti casa mia. Mi viene voglia di bucargli tutte le ruote.

Alzo gli occhi al cielo quando vedo che mi guarda con un sorriso e entro a casa.
O almeno, provo a entrare, perché è chiusa a chiave.

Spalanco gli occhi e suono al campanello. Sbatto anche le mani sulla porta. Non posso credere che mi hanno chiuso apposta fuori!

«Mamma!» La chiamo a gran voce, quindi praticamente urlando. «Papà!»

«Sono sicura che avete tantissime cose di cui parlare, tesoro.» Mia madre apre la finestra e mi fa un sorriso comprensivo. Io valuto se sbattere forte la testa contro il muro per svenire possa risolvere la situazione. Mamma mi sta voltando le spalle. «Io e tuo padre usciamo dalla porta nel retro, che poi ovviamente chiudiamo a chiave. Comunque, Kyle ha le chiavi di casa.»

Mi giro a guardare Anderson, che fa tintinnare le chiavi tra loro nella mano destra. Poi sorride e le rimette in tasca, facendo spallucce.

Qui si solo alleati tutti contro di me.
E non va bene.

«Dai mamma! Ho anche freddo.» È vero: sto tremando e i denti battono tra loro. Quando sento qualcosa posarsi sulle mie spalle mi giro irritata verso Mr. Arroganza, che continua a non levarsi quel bellissimo sorriso dalla faccia e che adesso mi ha appoggiato la sua giacca sulle spalle.

«Che c'é?» Fa spallucce. «Io non ho freddo.»

Mamma sorride e richiude la finestra. Pochi minuti dopo i miei genitori escono di casa e si affrettano a entrare in macchina, anche perché faccio un passo con aria minacciosa verso di loro.

Quando la macchina parte faccio un sospiro e mi siedo sui gradini di casa, pieni di neve. Mi infilo senza cerimonie la giacca di Kyle e trattengo gli occhi lucidi quando vengo sopraffatta dal suo odore. Mi era mancato.

Mi manca ancora, in realtà. Ma so che, finché amerà Charlotte, lui non sarà mai mio al completo.

«Mi ascolterai, adesso?» Mr. Arroganza si siede vicino a me e le nostra ginocchia si sfiorano. Anche se ho i jeans, la schiena viene trapassata da un brivido. E so, questa volta, che è per lui.

«Credo di sí.» Mormoro, spostandomi una ciocca di capelli da davanti al viso.

E quando lo guardo, sussulto. I suoi occhi si posano su di me e sono pieni di desiderio e amore. Per questa volta decido di fidarmi; perché questa non è finzione, è impossibile che lo sia. Lui mi desidera tanto quanto lo desidero io.

Mr. ArroganzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora