Capitolo XIII

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Quella stesso pomeriggio rimango sotto la doccia per circa un'ora e mezza.
Passo lo shampoo sui capelli circa sette volte e, ad ogni risciacquo, continuo a sentire la farina sulla nuca.

Esco dalla doccia solo quando mio padre mi viene a chiamare, sostenendo che è troppo tempo.

«Come ti senti?» Mi chiede sempre lui quando mi metto a letto con una vaschetta di gelato in mano.

Umiliata è la prima parola che mi viene in mente, ma non posso dirlo a mio padre. Si sta già preoccupando abbastanza. «Sto bene.»

«Morgan...» Sospira lui, sedendosi sul bordo del letto. Incrocio le gambe e poggio la vaschetta di gelato su queste ultime, poi lo guardo, aspettando un suo discorso filosofico sull'adolescenza e sul fatto che dopo ogni brutto periodo ce ne è uno bello. «Vedrai che domani se lo saranno già tutti dimenticati. Le persone cercano solo qualcosa su cui ridere, ma poi passa.»

«Domani non se lo sarà scordato nessuno.» Ribatto, con troppa acidità. «Papà mi hanno fatto cadere addosso non so quanti chili di farina. Nessuno se lo dimenticherà per mesi, forse anche anni.»

Lui scuote leggermente la testa, poi si allunga per darmi un bacio sulla fronte. «Chiunque ti prende in giro non ti conosce sul serio, non sa la persona meravigliosa che sei. Non lasciare che questo ti cambi, Morgan.»

Faccio segno di sì con la testa. «Te lo prometto.»

Mio padre accenna un sorriso ed esce dalla mia stanza, lasciandomi da sola nei miei pensieri.

Inizio a mangiare il mio gelato al gusto amarena, quando il campanello suona.

«Morgan, è per te!» Mia madre urla dal piano di sotto ed io sono costretta a lasciare il mio amato letto -e gelato- con uno sbuffo.

Giuro che se è qualcuno che mi ricorda di Kyle spacco la faccia prima alla persona e poi a lui.
Senza pietà.

Scendo di fretta le scale, con solo una felpa di Nate che mi arriva sulla coscia.

Non ho mai visite e, proprio quando non le voglio, ecco che qualcuno bussa alla mia porta.

Strabuzzo gli occhi dalla sorpresa quando noto Olivia nel mio salotto. Non aveva la febbre?

«Liv?» Vorrebbe essere un'esclamazione, ma esce come una domanda. «Cosa ci fai qui?»

«Ciao Morgan.» Accenna un sorriso e poi guarda mia madre che, capendo, esce dalla stanza lasciandoci un po' di privacy. «Come va?»

Capisco dallo sguardo che ha visto i video. È preoccupata. «Sto... bene, credo. Tu hai ancora la febbre?»

Lei annuisce e si morde il labbro. «Ho visto il video di quello che è successo oggi.»

Sussulto, nonostante me l'aspettassi. «Su che social?»

«Instagram.» Indugia un po', probabilmente pensando se aggiungere qualcos'altro oppure no. Alla fine lo fa. «Anche se sei su tutti i social. Mi hanno detto che su YouTube il tuo video ha quasi diecimila like.»

Spalanco leggermente la bocca e non mi sento più le gambe, tant'è che mi devo appoggiare con la schiena al muro per non cadere.

«Morgan.» Olivia, mi mette una mano sulla spalla. «Mi dispiace, ma credevo che lo dovessi sapere.»

Annuisco, incapace di emettere qualche suono.
Diecimila persone che ridono di me. Diecimila.

«Morgan-» «Smettete di chiamarmi, come se non vi sentissi!» Grido, scrollandomi di dosso la mano che aveva appoggiato in segno di conforto.

Prima Savannah e le altre, poi i miei genitori ed infine Olivia. Non è che se io parlo o se loro pronunciano il mio nome con tutta quella pietà cambia qualcosa.

Non sono solo lo zimbello della scuola, adesso, ma di tutto internet.

«Scusami.» Liv si schiarisce la voce e poi si mette le mani nelle tasche dei jeans, tirando su con il naso. Noto solo adesso che è pallida ed ha il naso tutto arrossato. Sta veramente male. «Non volevo farti arrabbiare, ma meglio che lo sai da me che da altri, no?»

«Già.» La mia voce è ridotta in un sussurro, l'unica cosa a cui riesco a pensare è che la mia vita è rovinata per colpa di uno stupido ragazzo. «Vuoi cenare qui?»

«Grazie Morgan, ma devo tornare a casa e poi non voglio attaccarti la febbre.» La butta sul ridere e, mentre lei sforza una risata, io sforzo un sorriso. «Ci vediamo presto.»

Si incammina verso la porta, ma si ferma per qualche secondo quando deve abbassare la maniglia. Si gira verso di me. «Ah, prima che mi dimentico... domenica posso sempre venire a cena da te?»

Rimango interdetta e devo sbattere un paio le volte le palpebre per assicurarmi che non mi sono immaginata niente. Non lo ha capito che tutto questo casino è solo colpa di Mr. Arroganza?

«Certo.» Dico in tono neutro, lei sorride -questa volta è un sorriso vero- e salutandomi se ne va.

Io non la saluto neanche, metabolizzando ancora la cosa. È venuta fin qui, con la febbre, solo per chiedermi se domenica può ancora venire? Solo perché io non ho il cellulare e lei domani non verrà a scuola?

Cerco di pensare positivo, cerco di credere che sia interessata sul serio a me come amica. Che mi abbia chiesto come sto per un motivo e non solo per arrivare gradualmente all'argomento "cena con Kyle".

Ma più mi sforzo di crederci più mi rendo conto che sto mentendo a me stessa.

Con la scusa del mandare un messaggio a Luis e Nate -che poi mando sul serio- prendo il telefono di mia madre e vado su YouTube.
Il video adesso ha più di undicimila like e quasi cinquantamila visualizzazioni.

I commenti sono solo risate, persone che si taggano tra loro e altri che ci scherzano sopra.
Scherzano su di me e mi viene voglia di rispondere con qualcosa di velenoso ad ogni singolo commento.

A Luis e Nate mando lo stesso messaggio, scrivendo cosa è successo oggi, il fatto che il preside non mi ha creduto e che sono diventata il nuovo zimbello di YouTube, Instagram e Facebook.

Prima di dare di nuovo il telefono a mia madre, guardo il video circa cinque volte ed ogni volta mi sento sprofondare sempre di più nell'umiliazione.

Come farò, domani, ad affrontare tutti? Come farò per il resto della mia vita ad uscire di casa, con la paura costante di incontrare qualcuno che ha visto il video?

Kyle sarà molto soddisfatto del suo lavoro ed io sarò soddisfatta del mio domani.

Occhio per occhio, dente per dente Mr. Arroganza.

Se vi è piaciuto il capitolo vi chiedo gentilmente di lasciare una 🌟, mi farebbe davvero piacere. Grazie a tutti per aver letto/ votato/ commentato questa storia, vi amo tanto ❤️

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