Capitolo XLII

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Passo la domenica mattina a telefono con Savannah. Nonostante ieri sera, quando sono andata a dormire, mi sono promessa di non svegliarmi prima di mezzogiorno, stamattina alle nove avevo già fatto la doccia.
La verità è che quello che è successo ieri tra me e Mr. Arroganza è strano e non ho fatto altro che pensarci una volta tornata a casa.

Non ho neanche risposto ai messaggi di Omar.

«Quindi come è andato l'appuntamento con Richard?» Chiedo alla mia migliore amica, girando distrattamente il cucchiaino nella tazza del caffè.

Solo dopo, quando prendo il primo sorso, mi accorgo di non averci effettivamente messo lo zucchero. Che idiota.

«È stato bellissimo! Morgan, è così romantico e ha insistito per accompagnarmi fin sotto casa. All'inizio avevo paura che lo vedesse mio padre, ma per fortuna era già andato a dormire.» Il padre di Sav è un poliziotto, ed è molto rigido su certe cose. Sopratutto sui ragazzi che frequenta sua figlia, che è l'unica che ha.

So che c'è dell'altro. «Ti ha baciata, non è così?»

«Morgan, è stato letteralmente il giorno più bello della mia vita. Si, mi ha baciata. E si, stiamo insieme!» Ridacchio, poi le dico che sono felice con lei.

Si sentono un paio di rumori in sottofondo, ma quando parla la voce di Savannah è forte e decisa. «E tu, invece? Jasper ha detto che sei corsa a casa di Omar dopo la missione SAELS.»

«Non anche tu con questa missione!» Rido, volendo improvvisamente darmi un pugno. «E comunque non è successo niente, poi mia madre mi ha chiamato e sono dovuta tornare a casa.»

È una bugia, una bugia bella e grossa, ma egoisticamente voglio tenermi quelle due ore passate in santa pace con Kyle per me. Non voglio dire a Sav, o ad Olivia, ciò che è successo, perché poi non sarebbe più una cosa nostra.

Aspettate un attimo. Ma cosa sto dicendo? Cosa nostra? Anderson a quanto pare non è l'unico a drogarsi la mattina.

«Oh beh, sono sicura che domani parlerete e magari ti inviterà anche al ballo. Stasera ci sono gli Anderson, vero?»

Alzo gli occhi al cielo, stiracchiandomi. «Figurati se i miei saltano la cena della domenica. E comunque, per il fatto di Omar, lo spero.»

«Vedrai che sarà così. Adesso, devo andare, ciao M.!» La riesco a salutare giusto in tempo, poi chiude.

Da quel che ho capito stasera usciranno lei, Richard, Sebastian e Olivia. E ovviamente i miei non mi permettono di uscire. Dobbiamo stare con Kyle e la sua famiglia.

Il punto è che non so come comportarmi con lui. Dovrei comportarmi come un'amica o come al solito?

Il pomeriggio passa in fretta quasi quanto la mattinata. Alla fine rispondo a Omar e chattiamo per quasi un'ora. Quando mi chiede ieri cosa mi è preso invento che mia madre aveva bisogno di un passaggio al centro commerciale e che poi non sono potuta ritornare da lui.

Invece passo un'altra ora sotto la doccia a pensare, per quanto possa darmi fastidio, a Kyle. Non so proprio che pesci prendere e sapere che tra qualche ora lo vedrò non fa altro che mettermi ansia.

Probabilmente saremo entrambi nervosi, per cui finirà non dico a rissa, ma quasi.

Alzo gli occhi al cielo. Ma a chi voglio prendere in giro? Finirà proprio a rissa.

Metto una maglietta a collo alta, con scritto I don't care, e non so se lo penso sul serio oppure il contrario. Sono sicura, però, che a Mr. Arroganza non frega niente sul serio.

Mr. ArroganzaOù les histoires vivent. Découvrez maintenant