Capitolo XIV

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La mattina successiva mi sveglio con un groppo in gola ed un brutto presentimento.
Beh, si prospetta essere una bellissima e meravigliosa giornata, non è vero?

Lo sarà sul serio dopo l'ora di pranzo, quando all'ultima ora metterò in atto il mio piano di vendetta contro quel deficiente. Al solo pensiero la giornata sembra quasi migliorare.
Sottolineo, come sempre, il quasi.

«Morgan, Kyle è qui.» Mio padre bussa alla porta di camera mia, anche se è aperta.

Controllo che i capelli ed il trucco siano apposto e sospiro stringendomi nella felpa. Anche se fa abbastanza caldo, se sento gli occhi di tutti addosso posso sollevare il cappuccio e addio mondo.

Sono carina, oggi, solo perché non voglio che nessuno mi critichi più di quanto non faranno. Ho messo in risalto gli occhi con la matita ed il mascara, un po' di fard che rendono le guance leggermene rosse e sulle labbra un rossetto color carne.
Poi ho dei jeans strappati blu chiari, delle converse bianche nuove di zecca e la felpa nera.

«Okay.» Accenno un sorriso rivolta a mio padre e, quando sto per scendere le scale, mi prende per un braccio.

«Ti voglio bene, tesoro. Vedrai che non andrà così male.» Mio padre è preoccupato, ne è la dimostrazione la ruga che gli si forma sulla fronte.

Mi si forma una morsa al petto quando mi rendo conto che è preoccupato a causa mia. Ma, in un certo senso, io non ho colpe.
«Te ne voglio anche io.» Non rispondo all'ultima frase e scendo velocemente le scale, salutando mia madre con un bacio sulla guancia e dirigendomi verso l'auto di Kyle.

Goditela finché puoi, Mr. Arroganza.

Entro in macchina e, per la prima volta, non sbatto lo sportello. Lascio cadere distrattamente la cartella ai miei piedi mentre metto la cintura e mi lascio ricadere sul sediolino in pelle.

«Ciao, ragazza-farina.» Kyle faccia-da-schiaffi Anderson mi accoglie in questo modo nella sua vettura. Mi sto trattenendo da non rigurgitargli in faccia la mia colazione.

«Sta' zitto, pallone gonfiato.» Chiudo gli occhi e aspetto che lui faccia partire la macchina.

Ma i secondi passano e lui non sembra intenzionato a muoversi. Apro di scatto gli occhi e lo trovo a fissarmi. «Che c'è, Anderson?»

Aggrotta la fronte e si decide a parlare dopo qualche secondo. «Non mi hai insultato. E non sei stata ironica. Sicura di stare bene?»

Ma certo, tutto internet è invaso dal mio video ed il mondo ride di me. Direi proprio che sto una favola.
«Sí, sto benissimo. Adesso muoviti o vado a piedi.»

Kyle non risponde e fa partire la macchina, scuotendo leggermente la testa.
Per il resto del viaggio nessuno fiata, ma forse è quasi peggio.

Inizio a pensare a come rideranno di me tutti quanti, appena scenderò da questa macchina. E solo per colpa di Mr. Arroganza.
Sono così nervosa che le mani mi tremano e sono costretta a metterle dentro le tasche della felpa.

Appena arrivati a scuola sento il magone alla gola aumentare, impedendomi quasi di respirare.
Sto andando nel panico.

Le persone fuori scuola si girano tutte a fissarmi, o forse fissano la macchina di Kyle. Devo ancora capirlo. Insomma, si giravano molte persone gli altri giorni, ma mai così tante.

Mr. Arroganza parcheggia di fianco alle moto dei suoi amici e noto Sebastian, il suo migliore amico, a qualche metro da noi.

È lo stesso che ha fatto il video per intero e, quindi, che lo ha pubblicato su internet. Senza neanche volerlo stringo i pugni.

«Vuoi dormire qui o cosa?» Kyle tamburella con le dita sul volante e ci metto qualche secondo a capire il significato delle sue parole. Ha spento il motore. La campanella è suonata.

Dovrei scendere, ma già da qui vedo un gruppo di ragazze -probabilmente del secondo anno- che ridono e mi indicano, cacciando dalle loro cartelle i cellulari per registrarmi.

Mi rigiro a guardare Anderson per dirgli di non rompere, ma il suo sguardo è puntato dove era il mio pochi secondi fa.
«Ti danno fastidio?» La sua voce è improvvisamente fredda, non più divertita e menefreghista. Se non lo conoscessi, penserei che gli importi qualcosa di me e di come mi sento.

«Per colpa tua.» Mi trattengo dal non urlare e, con mia grande sorpresa, riesco a non far tremare la voce. È da ieri che non riesco a dire una frase di senso compiuto senza sentirmi male. «Quindi vai da loro e apri un club per prendervi gioco di me. È quello che ti riesce meglio.»

Sto per aprire lo sportello e scendere, quando lui mi prende per un braccio. Stringe piano il mio polso, ma sono così sorpresa che mi fermo comunque.
«Non pensavo succedesse tutto questo, okay? Volevo solo far ridere la scuola di te per un po', ma non pensavo che saresti andata persino su YouTube con tutte quelle visualizzazioni. Non sono così stronzo, Morgan.»

Scosto il braccio dalla sua presa e prendo la cartella, ma senza andarmene ancora. Adesso che ha iniziato a parlare, ho bisogno di risposte. 
«Non hai pubblicato tu il video su YouTube?»

Scuote leggermente la testa e con uno sbuffo si sposta una ciocca ribelle di capelli che gli finiva sugli occhi. «No. Tian ha fatto il video e me l'ha mandato, io lo fatto mettere sul sito della scuola, ma non ho idea di chi l'ha messo lì.»

«Perché mi stai dicendo queste cose?» Mi mordo il labbro, pensando se credergli o meno.
Sembra sincero, anche perché non ha esitato neanche un attimo, ma è di Mr. Arroganza che stiamo parlando.

«Perché...» Fa un respiro profondo prima di continuare e, quando lo fa, non credo alle mie orecchie. «... sto cercando di scusarmi.»

Una risata amara mi sfugge dalla labbra, facendomi quasi venire le lacrime agli occhi.
Kyle mi guarda confuso ed io ricambio l'occhiata, ma con una di disprezzo.
«Non ti stai scusando sul serio.» Gli spiego, poi. «Hai solo paura delle conseguenze, hai paura che io lo dica agli adulti o che, peggio ancora, mi vendichi. Non funziona così, Mr. Arroganza, quindi mettiti quelle scuse in una parte che non si potrebbe dire e non provare mai più ad aprire bocca in mia presenza.»

«Morgan-» Sta per dire lui, ma apro lo sportello e mi precipito fuori la macchina.

Solo dopo mi accorgo di aver trattenuto il fiato.
Sebastian, o anche chiamato Tian dagli amici, mi guarda inarcando un sopracciglio.

Darei uno schiaffo volentieri anche a lui, subito dopo averlo dato a Kyle.

Le persone, mentre mi dirigo all'interno, mi indicano e ridono sotto i baffi e bisbigliano tra di loro. Vorrei urlare di smetterla, ma risulterei solo più ridicola.
Così con un sospiro mi sollevo il cappuccio ed entro in classe a testa bassa, ignorando anche i miei amici quando mi chiamano.

Se vi è piaciuto il capitolo vi chiedo gentilmente di lasciare una 🌟, mi farebbe davvero piacere. Grazie a tutti per aver letto/ votato/ commentato questa storia, vi amo tanto ❤️

Mr. ArroganzaWhere stories live. Discover now