Capitolo XXIV

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Quando usciamo dal veterinario ricaccio un sospiro di sollievo.
Il gattino sta bene, zoppica solo per la botta ma non si è rotto niente e Kyle dovrà solo mettergli una crema la mattina e la sera.

Il problema è sorto quando il veterinario ha detto che il micio è troppo piccolo per mangiare da solo, e che quindi bisogna dare il latte con il biberon.
La faccia di Kyle era inspiegabile, mi pento di non avergli fatto una foto.

In macchina gli chiedo come ha intenzione di dirlo ai suoi genitori. Lui fa spallucce e dice: «Non glielo dico.»

«Non glielo dici?» Ripeto, sconvolta. Come fa a nascondere un gatto in camera sua?

Kyle fa cenno di sì con la testa. «Se mia madre lo trova, molto probabilmente, lo caccia fuori casa perché gli animali riempiono la casa di peli e bla bla bla.» Imita la voce di Catherine, al che scoppio a ridere. Kyle mi lancia un'occhiata divertita e poi continua. «E se ritorna ad essere un gatto randagio tu viene nella notte a casa mia con una mazza da baseball e non ci tengo tanto. Quindi lo nascondo in camera mia e pace.»

«Per un mese e mezzo.» Ragiono, scuotendo la testa. «Sei matto. Lo scopriranno e succederà il delirio.»

«Per una che mi è saltata addosso stamattina sei perspicace.» Ribatte, sghignazzando tra sé.

«Che c'entra?» Riesco a dire, con quel poco di coraggio che mi è rimasto. «E poi non ti sono saltata addosso. Sono caduta.»

Alza gli occhi al cielo. «Si certo, ci crediamo tutti. E poi non c'entra, volevo ricordartelo e basta.»

Stringo i pugni, pronta a colpirla. Sarebbe bello vederlo con la faccia mezza viola.
Poi però penso che sta guidando e che se facciamo un incidente molto probabilmente nuotiamo anche io ed il piccolo micio.

«Come lo chiamiamo?» Il medico ha detto che è un maschio di una settimana e mezzo. È minuscolo e lo riesco a sollevare con una sola mano.

«Non lo chiamiamo.» Guardo torva Mr. Arroganza. «Un mese e se ne va, non affezionarti.»

«Stronzo.» Borbotto invocando mentalmente qualche Dio greco che casualmente lo uccida.

«È il mio secondo nome, non lo sapevi?» Zeus non ha ricevuto le mie maledizioni, probabilmente, oppure lo ucciderà più discretamente, magari stasera nella notte.

«Ti stai insultando da solo?» Corrugo la fronte, trattenendo una risata.

«No.» Alza gli occhi al cielo. «Essere stronzo magari per te è un insulto, ma io punto a quello. O almeno con te.»

Spalanco di poco la bocca. Okay che ci odiamo, ma qui il suo quoziente intellettivo sta calando troppo. «Quindi, mi stai dicendo, che ogni volta che ti chiamo stronzo ne sei felice?»

Sorride. «Adoro quando ti arrabbi.»

Adora quando mi arrabbio? «Io adoro quando non ti vedo.» Mormoro, accarezzando la testolina della creaturina senza nome.

«Sempre dolce, mia cara Morgan.» Gli lancio un'occhiataccia. Cosa non ha capito di "non chiamarmi più così"?

Okay, non glielo ho detto esplicitamente, ma era sotto inteso quando l'ho mandato a 'fanculo.

«Tu sei senza cuore. Per la questione del gatto e anche del video.» Volevo dire solo per il gatto, ma mi è sfuggito il fatto che per colpa sua sono il clown di internet.

Kyle sbuffa. «Ti ho già chiesto scusa per il video e per quel coso è perché so già come andrà a finire. Meno mi affeziono meglio è.»

«Coso chiamati tu.» Difendo il gatto. Sul serio, dovrebbero legalizzare l'omicidio di Kyle. «E le scuse non erano sincere.»

Mr. ArroganzaWhere stories live. Discover now