Capitolo XI

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«Ti Odio, con la o maiuscola.» Dico entrando nella macchina di Mr. Arroganza e sbattendo nuovamente lo sportello.

È un nuovo giorno e la mia voglia di ammazzarlo in modo doloroso e lento non fa che aumentare.

«La cosa è reciproca, Hill. Ma posso sapere perché improvvisamente hai sentito l'esigenza di dirmelo?» Kyle stamattina è più presuntuoso del solito.

Vocina odiosa, sorriso storto e schiena dritta come una corda di violino. Mi viene quasi voglia di spezzargliela in due.
No okay, leviamo il quasi.

«Mia madre mi ha sequestrato il cellulare. Per colpa tua. E vuole vedere ogni santissimo giorno la tua macchina, sia all'andata che al ritorno.»

Scuoto la testa al pensiero. A diciotto anni mi sequestra sia il telefono che la macchina. Non è possibile.

«In realtà è solo colpa tua.» Mr. Arroganza accenna un sorriso finto. «Devo ricordarti chi ha chiesto un passaggio al suo fidanzatino e non è venuto con me?»

«Mi dispiace.» Trattengo una risata. «Non pensavo che sentissi così tanto la mia mancanza. Ma tranquillo Kyle, da oggi in poi staremo sempre in macchina insieme, vicini vicini.»

Se gli sguardi potessero uccidere, io sarei già stecchita da minuti, per l'occhiataccia che mi sta mandando Signor Ciclato Perenne.

«Chiudi quella boccaccia, Hill.» Prova a tapparmi la bocca con la mano quando inizio a chiamarlo «Mr. Arroganza» in continuazione.

Lui sa del soprannome che gli ho attribuito, perché glielo ho urlato contro appena creato.

Sorrido vedendo la mia nuova bambola. È da quasi due anni che la sto chiedendo a mia madre e non posso credere che l'ha appena presa.

«Kyle, smettila di lamentarti. Tra poco prendiamo il gelato.» Catherine, la migliore amica di mia madre, sgrida suo figlio.

Io e lui non andiamo per niente d'accordo e litighiamo per ogni singola cosa.

«Grazie mamma.» Le sorrido prendendo la busta e aprendo la scatola che contiene la bambola.

È in plastica, con la pelle abbronzata e gli occhi grandi e di un castano quasi color miele. I capelli sono perfettamente ricci e castani.
Vorrei essere bella come lei.

La stringo al petto mentre cammino di fianco Catherine e mia madre. Kyle è vicino la sua mamma e continua a voler il gelato.
Pensa solo a mangiare ed a fare l'antipatico.

«La mia bambola è bellissima.» La allontano dal mio petto per osservarla ancora.

Mia madre sorride e Kyle si avvicina. Prima che possa fare qualcosa me la strappa dalle mani e osservandola fa una smorfia.

«Ridammela, Kyle!» Mi alzo sulle punte, dato che lui la alza, ma lui è più alto e non c'è modo di prenderla.

Mia madre e Catherine sorridono e continuano a camminare.

«Kyle!» Continuo ad urlare e mi vengono le lacrime agli occhi. Voglio la mia bambola nuova.

«È Mrs. Bruttezza.» Sussurra piegando un po' la testa. Poi sorride maleficamente e mi guarda. «Quanto la rivuoi da uno a dieci?»

«Cento.» Sussurro, tirando su con il naso.

«Sei una stupida.» Si fa scappare una risata. «Ti ho chiesto da uno a dieci, non puoi rispondere cento.»

Scuote la testa e io lo imploro di nuovo di ridarmela. «E va bene.»

La avvicina e, quando la sto per prendere, la allontana di scatto. Io sento sempre di più arrivare la voglia di piangere.

Kyle sorride un'ultima volta, poi con un gesto veloce stacca la testa della mia amatissima bambola dal testo del corpo, facendomi sentire il crick della plastica.

Mi porto una mano davanti la bocca e lo guardo con gli occhi spalancati. «La mia...» Non riesco a continuare la frase.

Kyle si alza sulle punte e butta il corpo in un cestino, poi mi porge la testa e sorridendo dice: «Tieni pure la tua bambola.»

«Tu...» Levo la mano da davanti la bocca e lo guardo male. «Tu...»

«Tu... tu...» Kyle mi imita ridendo e con una voce stridula che non mi appartiene. «Cresci un po' Morgan, hai nove anni infondo.»

È sul serio la persona più arrogante del mondo.
Mentre si gira e corre verso le nostre mamme, io gli urlo dietro: «Non sono io che mi diverto a fare i dispetti agli altri, Mr. Arroganza!»

Kyle si gira e mi guarda nuovamente male.
Kyle Mr. Arroganza Anderson.

Torno improvvisamente alla realtà e abbasso la testa per non farmi tappare la bocca da Anderson, poi con un gesto fulmineo del braccio gliela allontano.
«Che schifo, tieni quella mano lontano da me.»

«Non ho una malattia infettiva, sai?» Mi lancia un'occhiata divertita ed inarca un sopracciglio.

Il semaforo é rosso per cui si gira a guardarmi un po' di più.

Arriccio il naso, lasciando che la mia faccia assuma un'espressione schifata. Poi mi riprendo e dico: «Sei uno stronzo. Questa cosa è peggio di mille malattie infettive messe insieme.»

Alza gli occhi al cielo e per il resto del tragitto nessuno dei due parla più.
Lui stringe forte il volante, probabilmente per non darmi un pugno.

Tamburello con le dita sul ginocchio, per far passare il tempo. Mi sarei messa a chattare con qualche mio amico, se solo la donna che mi ha dato la vita non mi avesse sequestrato il cellulare.

Ancora non ci posso credere.

Kyle entra nel parcheggio della scuola e molte persone si girano verso di noi.
In genere lui viene con la moto, ma immagino che da oggi in poi lo vedranno solo con la macchina.

Anche perché, detto tra noi, non voglio salire sulla moto con lui e toccarlo. Al solo pensiero mi viene il voltastomaco.

Noto che gli amici di Kyle lo guardano confusi quando scendo dalla macchina con lui e anche i miei amici hanno lo stesso sguardo.
Ma chi li biasima?

Solo Jasper scuote la testa e si morde il labbro per non ridere quando nota la mia espressione esasperata.

Che ridi, Jas, che io sto per commettere un omicidio? Penso tra me e me.

Sto per raggiungere i miei amici quando una ragazza mi prende per un braccio, fermandomi.

«Ti serve qualcosa?» Le chiedo, quando il suo sguardo passa da me e Kyle, che sta scendendo in questo momento dall'auto.

Io invece mi sono precipitata fuori.

«State insieme?» Domanda lei, sbattendo le lunghe ciglia finte, facendo segno verso Mr. Arroganza.

Lui si blocca e la guarda come per dire «ma che problemi hai?» ed io scoppio a ridere.

Scosto il braccio dalla sua presa e mi tengo lo stomaco per le troppe risate. La cartella, poggiata comodamente su una sola spalla, mi cade sul braccio.
«No.» Continuo a ridere, poi mi giro verso di Kyle e continuo. «Io sono troppo per lui.»

«Non starei con lei neanche se mi puntassero una pistola addosso.» Risponde alla ragazza Mr. Arroganza prima di chiudere lo sportello e dirigersi a grandi passi verso i suoi amici.

«Meno male.» Borbotto, ma purtroppo lui non mi sente. «Così forse ti ammazzano.»

La ragazza mi guarda leggermente shoccata e, quando inarco un sopracciglio e la fisso, se ne va.

«Tu, ragazza mia hai molte cose da spiegarci.» Richard mi punta un dito contro scherzando e vicino a lui ci sono tutti i nostri amici.

Non posso ignorare le occhiatacce che mi sta mandando Olivia, come se avessi fatto il torto dell'anno. Annuisco in direzione del mio amico, ma i miei occhi sono puntanti sulla mia migliore amica.
«Certo, andiamo in classe e vi spiego tutto.»

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