Capitolo LV

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Un giorno e quasi mezzo dopo finalmente arriviamo in Malesia. Appena arrivati nel villaggio, mia madre aspira a pieni polmoni -letteralmente, anche perché fa un rumore strano con il naso- l'aria. «Ah, che bello essere finalmente arrivati! Non sentite anche voi l'aria pulita e l'odore di salsedine?»

«No.» Borbotta Kyle. «Sento solo la voglia di morire di Morgan.»

Gli lancio un'occhiataccia. «Io sento solo la voglia di ammazzare Kyle.»

«La finiranno mai secondo te?» Chiede Nate a Luis, al che mio fratello alza le spalle e mormora che nessuno lo può sapere.

La verità è che io e Kyle stiamo litigando da quando ci siamo svegliati sul primo aereo. Lui aveva la testa sulla mia spalla e io sulla sua testa. Non so neanche come siamo finiti praticamente abbracciati e sembravamo... una coppia. Disgustoso.

Abbiamo iniziato a litigare perché siamo imbarazzati e nessuno dei due ha il coraggio di ammetterlo. Io abbracciata nel sonno a Kyle? Spero sia uno scherzo. Magari l'hostess che stava in aereo mi ha messo un sonnifero nell'acqua e quando sono svenuta mi ha messo in modo che fossi abbracciata a lui.

«Ma sì, non c'è altra spiegazione!» Mi giro verso i miei fratelli e i miei genitori. «Si è vendicata perché le sto antipatica?»

Mio padre aggrotta la fronte e Mr. Arroganza si avvicina a lui, con un sorriso di scherno stampato sul suo bel faccino da prendere a calci. «Secondo te è troppo tardi per il discorso "la droga fa male"?»

Mio padre annuisce e Nate mi circonda le spalle con un braccio. «Va tutto bene, M.?»

Annuisco. «So perché ero...-» abbracciata a Kyle, ma grazie a Dio voi non avete visto nulla. Mi immagino già le occhiate di Catherine e mia madre, o le frecciatine che ci avrebbero mandato.

Vengo scossa da un brivido al solo pensiero.
D-i-s-g-u-s-t-o-s-o.

«Ero più stanca del dovuto.» Mi invento alla fine, mordendomi il labbro. Luis ci affianca, lasciando Kyle dietro.

«È normale sentirsi stanchi dopo le prime delusioni d'amore, sorellina. C'è qualcosa che possiamo fare per sollevarti il morale?»

«Uccidete Anderson.» Alzo gli occhi al cielo, spostandomi una ciocca di capelli dal viso. Qui fa caldissimo, rispetto ai gradi che c'erano a Ottawa.

Signori e signore... è tempo di mare!

Nate mi stringe più a sé. «Quando l'omicidio sarà legale lo faremo.»

«Hey!» Kyle dà un pugno leggero al petto di Nate. «Guarda che io sono uno dei tuoi migliori amici.»

«Ancora per poco.» Sussurro, facendo scoppiare a ridere Luis. Di nascosto, in realtà neanche tanto, ci battiamo il cinque.

Micheal e mio padre interrompono i nostri scherzi, avvisandoci che hanno preso intanto le chiavi della stanza. I miei genitori hanno la loro, i signori Anderson pure, io sono con i gemelli e Kyle ha la sua da solo.
E purtroppo è quella vicina alla nostra.

Alzo gli occhi al cielo. E ti pareva. Mi chiedo quando me lo levo di torno: è da diciotto anni che ci provo e più lo faccio più è vicino. Nel dubbio continuo a sperare nel karma.

«Andiamo in stanza a cambiarci, ragazzi.» Catherine ha un sorriso radioso, credo di non averglielo mai visto. «Poi tutti al mare.»

Staremo in questo villaggio per sei giorni. Le stradine sono in pietra ed è completamente al verde. Siamo fuori città, l'aria è pulita e sembrano tutti gentili.

Tutti gli edifici del resort sono in legno e in pietra. Meravigliosi, come definisce mia madre, e non potrei essere più d'accordo.

Purtroppo non vedo ancora la spiaggia, ma dalle foto sembra bellissima. Sabbia lucente, acqua chiarissima. Così tanto che vedi i pesci e le conchiglie sotto i piedi anche a più di un metro di distanza.

«Ci vediamo dopo.» Saluto tutti con un cenno appena arriviamo davanti la nostra camera. È al pian terreno e in compenso abbiamo un piccolo spazio per noi dove ci sono due sedie e un tavolino. Anche Mr. Arroganza ce l'ha.

Luis apre la camera e ci dà le chiavi, mi lascia un bacio sulla fronte. «Iniziate a disfare le valigie senza di me, io vado a farmi un giro in spiaggia. Sono troppo curioso!»

Prima che io o Nate possiamo dire qualcosa, è già sfrecciato via. Guardo la sua figura allontanarsi con un sopracciglio inarcato.
«Ma che diavolo-» Sto per chiedere, ma vengo interrotta da mio fratello.

«Te ne volevo parlare. Luis si sta comportando in modo strano da un po'.» Nate si appoggia allo stipite della porta, poi ci ripensa e rientra dentro.

Lo seguo e chiudo la porta alle mie spalle. «In modo strano da un po'? Tipo, cosa fa?»

Apre la valigia e poi l'anta dell'armadio. Mi risponde mentre già sta prendendo le magliette e sistemandole nel cassetto. «Se gli faccio una domanda mi risponde in modo evasivo, passa tantissimo tempo per fatti suoi. Alcune volte ha gli occhi lucidi e non mi dice perché. Morgan, sono preoccupato.»

Non è un comportamento da Luis. E soprattutto questo non é un comportamento da Nate: se è preoccupato, allora la cosa è grossa sul serio.

Mi avvicino e fermo mio fratello, prendendolo per le spalle. «Hey, ascoltami. Magari stasera gli proviamo a parlare, okay? Se lo turba qualcosa vedrai che ce lo dirà.»

«Lo spero, Malefica. Lo spero davvero.» Nate mi stringe a sé ed io mi faccio abbracciare.

Oggi, nonostante il viaggio e il bel posto in cui siamo, è una brutta giornata. Ho rotto praticamente per sempre con Omar e ho scoperto che Luis sta quasi evitando Nate.

Non so per quanto tempo rimaniamo abbracciati l'uno all'altra e non mi interessa. I gemelli mi sono mancati molto, anche se non li vedevo da soltanto due mesi.

A spezzare in nostro momento dolce ci pensa Anderson, che entra come una furia in camera nostra. Ma si, fai pure.
«Nate, sono appena andato un attimo in spiaggia. Dovessi vedere che ragazze!»

Il suo sorriso si spegne appena vede che siamo abbracciati e che abbiamo lo sguardo triste. Guarda Nate, in realtà, a me non considera di striscio. «È successo qualcosa?»

«Tu sei nato.» Parlo prima di connettere il cervello alla bocca. «Quindi sì. Nella mia vita passata sarò stata una serial killer orribile e Dio mi ha ripagato con te in questa vita. Spero che nella prossima vita, dato che ho scontato la mia pena, sarò l'amante di Bred Pitt.»

Kyle apre la bocca per dire qualcosa, poi ci ripensa e la chiude.
«Io credo sul serio che ti serva il discorso del "la droga fa male". Peggiori di giorno in giorno.»

Alzo gli occhi al cielo. Speriamo che uno squalo lo mangi in uno di questi sei giorni.

Se vi è piaciuto il capitolo vi chiedo gentilmente di lasciare una 🌟, mi farebbe davvero piacere. Grazie a tutti per aver letto/ votato/ commentato questa storia, vi amo tanto ❤️

Mr. ArroganzaWhere stories live. Discover now