Capitolo XXVII

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Guardo sconvolta Omar, non riuscendo a capacitarmi che lui è proprio qui, davanti a me.

Omar ed io ci fissiamo in silenzio, mentre mia madre parla con il medico che mi ha praticamente investito e si scusa.
Ho ancora qualcosa di molto simile alla polvere addosso e Ade stretto tra le braccia.

«Morgan.» Alzo lo sguardo verso la persona che mi ha chiamato e trovo Kyle che mi porge la mano, come se mi volesse aiutare per alzarmi.

Stringo Ade un po' più forte e mi alzo da sola, ignorando Mr. Arroganza. Kyle apre la bocca per dire qualcosa, ma lo stoppo. «Sei un coglione.»

E prima che possa dire qualcosa, mi dirigo verso il bagno per andarmene dal suo campo visivo. E sopratutto, quello di Omar. Non voglio che mi veda così.

Davanti allo specchio dell'ospedale sussulto. Ho una faccia sconvolta. Sembro la ragazza di qualche giorno fa, quando Kyle mi ha messo la farina nell'armadietto.
E adesso è successa la stessa cosa, solo all'ospedale e davanti alla persona che una volta era tutto per me. E che forse lo è ancora.

Poggio Ade nel lavandino, assicurandomi prima che sia asciutto, e poi mi sciacquo la faccia nell'altro lavandino. Pulisco il micio con dei fazzoletti e li butto nella pattumiera quando ho finito.

Ade non si è sporcato, ma meglio prevenire che curare.

Mentre lo penso, la porta del bagno si apre. Non mi giro neanche: sarà qualche paziente messo peggio di me e non voglio rendermi conto che sto facendo un dramma per cose inutili. Anche perché, per me, queste cose hanno importanza.

«Mi dispiace.» Alzo gli occhi sulla sua figura allo specchio. Non mi aspettavo che mi avrebbe seguito. Non lo ha mai fatto.

«Vattene, è il bagno delle ragazze.» Se si sta scusando solo per la sfida con Sebastian allora può andarsene al diavolo.

«Sono serio, Morgan. Stavamo scherzando, prima, non pensavo che sarebbe successo di nuovo.» Kyle si mette le mani nella tasca della felpa ed io lo continuo a guardare dallo specchio.

Trattieni le lacrime. È il nemico, mai fargli vedere che sei debole, mi riprendo severamente dentro di me.

Mi giro verso di lui. «Tu sai benissimo che Omar mi fa bene. Mi hai fatto male per una vita intera e lui è stato l'unico a farmi stare bene sul serio. E adesso mi fai fare queste figure di merda davanti a lui, che c'è, vuoi per caso che mi metto a piangere?»

«No io-» Lo interrompo bruscamente, urlando. «Cosa cazzo vuoi dalla mia vita? Vattene! Lasciami stare per l'amor del cielo! Dici di odiarmi, allora odiami senza rivolgermi la parola!»

Mr. Arroganza abbassa gli occhi e per un momento lo vedo indifeso.
«Va bene. Ti lascio da sola, Ms. Ironia.»

Sussulto. Non mi chiama più così da quando abbiamo quindici anni. Mi ha dato quel soprannome un anno dopo che io gli avevo dato il mio, e poi all'improvviso ha smesso di chiamarmi in quel modo.

Ignoro la malinconia che provo quando ripenso alle nostre litigate passate. Ci facciamo male da troppo tempo, ma non ce ne siamo mai fatto così.
Non mi ha mai umiliato davanti tutta la scuola e sui social.

Kyle prende Ade in braccio e poi se ne va, lasciandomi da sola.

Appena la porta si chiude mi accascio a terra e mi prendo la testa tra le mani.
I miei mi riprenderanno il telefono, Olivia mi odia, Omar è tornato e chissà cosa pensa di me, Kyle è più stronzo del solito.

Con Kyle mi sono sempre insultata. Alcune volte ci picchiavamo, da piccoli. Io gli davo pugni e lui mi tirava i capelli, ci facevamo dispetti innocui. Come lui che mi mise un ragno finto in camera ed io che gli feci lo sgambetto al supermercato.

Ma il punto è, che non mi sono mai sentita così distrutta.
Non voglio più rivolgergli la parola, non voglio più vederlo. Lo odio così tanto.

Mentre sono ancora seduta con la testa nascosta, la porta si apre e riconosco il profumo di mia madre.

«Morgan, stai bene?» Mamma si inginocchia e mi leva le mani dalla faccia, guardandomi preoccupata.

«Certo.» Accenno un sorriso. «Sto bene. Come se un pullman mi avesse investito e fosse passato sul mio corpo cinque o sei volte. Quindi una vera bomba.»

Porto anche il pollice all'insù e mia madre alza gli occhi al cielo, ridacchiando. «Mi fa piacere che anche quando sei triste rimani la stessa.»

Sospiro e lei si siede di fianco a me. Ringrazio il cielo che non inizia a fare la schizzinosa adesso perché siamo sedute a terra in un bagno pubblico.

«Si tratta di Kyle?»

In realtà non solo di lui. Di Mr. Arroganza, di Omar, di Liv, di Nate e Luis che sono lontani. Ma non è quello che dico. «Perché ci odiamo?»

A mia madre scappa un risolino, ma smette non appena si rende conto che non è il momento. «Non lo so tesoro, ma vi odiate da quando siete piccolini. Anche a due anni, quando vi mettevamo a giocare insieme, prima giocavate e poi iniziavate a litigare.»

Fa un piccolo sospiro ed io mi stringo le braccia al petto. Questo me lo ricordavo: in quasi tutte le foto che abbiamo da piccoli insieme, io e Kyle siamo sempre o imbronciati o stiamo piangendo. «Ma non sono sicura che adesso vi odiate come vi odiavate a quel tempo.»

«In che senso?» Che diavolo significa?

Guardo mia madre, che mi accenna un sorriso. «Beh, tu non te lo puoi ricordare, ma nessuno di noi adulti se l'è dimenticato. Una volta, dopo che avevate finito di litigare, io e Catherine vi abbiamo messo a vedere un film Disney. Mi pare fosse Biancaneve, ma non ne sono sicura.»

Anche questo lo sapevo. Le nostre madri ci hanno sempre messo a guardare film Disney da piccoli, e forse si spiega perché a cinque anni Kyle per Halloween si travestì da Cenerentola.
Mia madre, intanto, continua il discorso. «Comunque, Kyle disse qualcosa del tipo "un giorno ti sposerò anche io" e tu gli diedi un bacio sulla guancia. Eravate piccolissimi, credo che nessuno di voi due se lo ricordi, però non vi odiavate tanto all'epoca. Semplicemente avevate modi di pensare diversi.»

La guardo basita. Io ho dato un bacio sulla guancia a Kyle? Credo sia stata la prima e l'ultima volta. Bleah, che schifo.
«Quanti anni avevamo?»

«Quattro, mi pare.» Mia madre mi leva un po' di polvere dalla spalla. «Quello che voglio dire è che forse il vostro odio potrebbe essere ancora quello. Pensate di odiarvi ma in realtà ci tenete. Forse avete solo stili di vita differenti.»

Scoppio a ridere. Ma perché tutti sono convinti che io e Kyle non ci odiamo sul serio? È ridicolo pensare che teniamo l'un all'altra.
«Mamma, devi smetterla di illuderti così. Io odio Kyle, nella stessa maniera in cui si odia un cantante che non ti piace e che ha fatto il tormentone dell'estate. Lo odio come da piccola odiavo gli asparagi e-»

«Morgan.» Mi interrompe lei, facendo un sorrisetto che non mi piace per niente.

«Si?»

«Tu adesso ami gli asparagi.»

Non era questo il punto. Mi affretto ad aggiungere: «Non è vero, e comunque lo odio. Punto e basta. Non andrò più con lui a scuola e non lo voglio più vedere. Mi fa solo del male.»

Mi alzo, levo la polvere dai pantaloni ed esco come una furia dal bagno e poi dall'ospedale.

Sospiro di sollievo quando mi rendo conto che la macchina di Mr. Arroganza non c'è.
Se ne è andato.

Se vi è piaciuto il capitolo vi chiedo gentilmente di lasciare una 🌟, mi farebbe davvero piacere. Grazie a tutti per aver letto/ votato/ commentato questa storia, vi amo tanto ❤️

Mr. ArroganzaWhere stories live. Discover now