Capitolo LXVIII

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Il giorno dopo, ovvero sabato pomeriggio, ognuno di noi non sa che fare. I miei genitori la mattina fanno la spesa, i signori Anderson si preoccupano dei lavori nella loro casa ed i gemelli a fare le valigie per domani.

Io studio un po', ma già dopo un paio di ore ho finito tutti i compiti.

Così alle quattro ci ritroviamo tutti quanti a giocare a Monopoli come dei bambini. Catherine e mia madre fanno squadra insieme, poi ci sono mio padre e Micheal, io e Luis e l'ultimo gruppo è formato da Nate e Kyle. Ade ogni tanto sale sul tavolino in salotto dove stiamo giocando, ma per il resto del tempo non si fa vedere.

«Tocca a noi.» Sussurra Luis, prendendo il dado e tirando. Il dado segna cinque e io sposto la pedina.

Mio padre guarda su quale casella siamo finiti io e mio fratello. «Volete comprare la proprietà?»

Luis ed io ci scambiamo una rapita occhiata, poi scuotiamo la testa in contemporanea. È un terreno di poco valore.

«E figurati se Morgan compra qualcosa.» Bisbiglia Mr. Arroganza a Nathan. Quest'ultimo ridacchia, mentre io fulmino con lo sguardo il pallone gonfiato.

«Sai, Anderson, ci sono persone così tanto socievoli da rompere i silenzi imbarazzanti. Tu, invece, rompi solo le palle.» Prendo i soldi finti del Monopoli e li dò a mio padre, che fa anche il banchiere del gioco. «Papà, dacci quella proprietà.»

«Morgan.» Esclama indignata mia madre, solo perché ho detto la verità su Kyle.
Ma potete biasimarmi? La vita è troppo breve per mentire alle persone.

Luis e Nate scoppiano a ridere, mentre gli adulti fanno finta di niente. «Ragazzi, voi due alle partite di giochi da tavolo al college farete scintille.»

Guardo Nate, che ha parlato, con un sorriso sarcastico. «Sí, beh, peccato che io vengo al vostro stesso college e Kyle chissà dove andrà.»

Luis si gira improvvisamente verso Mr. Arroganza. «Non glielo hai ancora detto?»

«Detto cosa?» Mi siedo meglio, a gambe incrociate, dato che sono seduta a terra e mi inizia a far male il sedere.

«Kyle voleva fare domanda al college dei tuoi fratelli.» Catherine sorride e stringe in modo orgoglioso la spalla del figlio. Bleah, lo tocca pure?

Apro la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiudo, perché mi rendo conto che qualunque cosa direi è un insulto per Kyle.

Pensavo che il college fosse il mio unico modo per liberarmi di lui. Niente più stress, niente più litigate, niente più prese in giro e dolori. Adesso invece scopro che vuole andare anche lui nel college dei miei sogni, e adesso è molto peggio, perché praticamente vivremo vicinissimi.

Mi alzo, dicendo che non mi sento tanto bene, e salgo al piano di sopra verso la mia stanza. Poi però ci ripenso e inizio a fare avanti indietro per tutto il corridoio, nel tentativo di calmarmi. Ma come potrei?

Tra un paio di settimane, massimo, si deve inviare la domanda di ammissione al college. Verso marzo arrivano e a giugno avremo l'esame. Poteva scegliere letteralmente tutti i college degli Stati Uniti ed invece ha scelto quello a cui volevo andare io. Ci manca solo che con lui venga Charlotte.
Li sarà sul serio la mia fine.

Continuo a far avanti ed indietro per il corridoio, a passi pensanti, finché non sento una voce alle mie spalle che mi chiama e, quando mi giro, trovo Mr. Arroganza in cima alle scale, che mi guarda.

«Vattene.» Gli dico, facendo un passo verso la mia stanza. Solo che devo passare vicino a lui, quindi mi prende per un braccio e punta i suoi occhi nei miei appena mi ha fermata.

«Morgan, sogno di andare a quel college da tutta la vita. Ci odiamo, è vero, ma non rinuncerò al mio sogno per colpa tua.» Per colpa mia, ma io a questo lo faccio fuori una volta per tutte.

«Mi stai dicendo che andremo nello stesso fottuto college?» Piagnucolo una volta che mi ha lasciato il braccio, portandomi le mani tra i capelli.

Kyle fa spallucce. Mi sembra impossibile superare altri cinque anni con lui ogni giorno allo stesso corso, o ogni giorno nello stesso campus.

Sono disperata, arrabbiata e triste, e non ci vuole molto che queste tre emozioni si fondano in un'unica, ovvero il nervosismo. Gli punto l'indice contro. «Io non ti voglio lí!»

«Neanche io voglio te lí!» Ribatte lui con lo stesso tono arrogante, spostando la mia mano da vicino il suo petto.

«Mi hai baciato.» Gli dico, in preda al panico. Il mio cervello sta andando nella confusione più totale. «Proprio schifo non ti faccio.»

«E tu hai ricambiato.» Fa un passo verso di me. «E so che ricambierai anche ora.»

Sto per ribattere che piuttosto preferisco essere travolta da un camion, ma le sue labbra si uniscono alle mie e non penso più a niente.
Proprio come la prima volta che ci siamo baciati, nel villaggio turistico qualche giorno fa, non riesco a pensare a niente che non siano le sue labbra e i calori che emanano i nostri corpi vicini.

È possibile odiare e volete così intensamente una persona contemporaneamente?

A quanto pare sì, perché io lo faccio con tutta me stessa.

Quando ci baciamo e le labbra si muovono in sincronia, ho la sensazione che siamo compatibili, come due pezzi di un puzzle che devono andare vicini. È quando apre la bocca il problema, altrimenti passerei tutta la mia vita a baciarlo.

E mentre lo faccio, mi rendo conto che mi piace Kyle Anderson, il mio acerrimo nemico.

Mi stacco dal bacio, con gli occhi spalancati.
No, no, no, no. Lui non può piacermi. Kyle mi spezzerà il cuore.

A me deve piacere qualcuno che sappia apprezzarmi, ragazzo gentile e amorevole, non uno stronzo.

Kyle apre la bocca per dire qualcosa, ma io corro in camera mia e mi chiudo a chiave prima che possa dire o fare altro.

Non posso permettere che Mr. Arroganza mi ferisca ancora. In diciotto anni mi ha rovinato la vita abbastanza volte, non posso permettere che lo faccia in modo definitivo spezzandomi il cuore in mille pezzi. Non più, ormai.

~ Spazio autrice ~
Amatemi per il secondo bacio tra Morgan e Kyle haha. Dal prossimo capitolo le cose si faranno davvero davvero complicate, soprattutto per Morgan che non avrà un giorno di pace. *risata malefica in sottofondo*
Grazie come sempre a tutti i voti, i commenti e le letture. Vi voglio bene ❤️

Mr. ArroganzaWhere stories live. Discover now