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HAILEY'S POV
Non mi sono mai sentita così tanto stanca in vita mia. Ho dormito si e no tre ore, Isabel ha vomitato tutta la notte ed io ero dietro di lei a tenerle i capelli. Dopo ogni sforzo di vomito lei mormorava  "giuro che non berrò mai più, niente più alcol anche costo di diventare astemia" e dopo questo vomitava di nuovo.

Fortunatamente nostra madre non si è svegliata, se la sarebbe presa sicuramente con me.  Quando mi sono stesa sul letto nemmeno il tempo di chiudere gli occhi che è suonata subito la sveglia. Perché quando ci addormentiamo sembra che il tempo passi velocemente..

"Non hai una bella cera." Mi guardano le ragazze appena mi avvicino a loro. "Non fatemi pensare a quello che ho passato stanotte, vi prego." Le supplico.

"Scommetto che sei stata tutta la notte ad aiutare tua sorella." Afferma Bella ridendo. "Si. Sto morendo letteralmente di sonno. E come se non bastasse devo mettermi anche al primo banco." Sbuffo ricordandomi di ciò che ha affermato ieri il professore.

"Quindi non puoi dormire, mi dispiace amica." Mi appoggia una mano sulla spalla Giorgia. "Isabel come sta?" Continua.

"Questa mattina molto meglio, appena ci siamo alzate mamma ci ha chiesto com'era andata la serata e nel frattempo squadrava sia me che Isabel."

"Sono sicura che si sarà accorta di tutto." Ride Bella. "Lo penso anche io."
La campanella suona ed iniziamo ad entrare.

"Mi siedo accanto a te al primo banco, non ho intenzione di sedermi accanto a Samuel." Mi si affianca Bella. Lei e Samuel hanno avuto una frequentazione l'anno scorso, lei era veramente presa ma lui invece era tutto tranne che preso per lei.

È il classico ragazzo che vuole solo divertirsi, soprattutto con le ragazze, e non impegnarsi in nessuna relazione. Sia io che Giorgia lo dicevamo a Bella, di non metterci il pensiero, di non sperare di avere una futura relazione con lui ma lei niente, non ci ha ascoltate. E così, dopo poco scoprimmo che se la faceva con Sabrina, una ragazza della 5A completamente diversa da Bella.

La classica figlia di papà che ha tutto ciò che desidera, forse è stata anche educata in questo modo. Io invece sono stata educata in una maniera completamente differente, i miei genitori, o meglio mia madre, mi ha insegnato che nella vita bisogna porsi degli obbiettivi e per quanto siano enormi gli ostacoli bisogna superarli e raggiungere ciò che si era precedentemente prefissato e lì proprio in quel momento si ha la più grande soddisfazione.

Quando ero più piccola i miei obbiettivi erano semplici come ad esempio un telefono nuovo, ma pur essendo cose semplici me le sono sudate. 'Vai bene a scuola e ti accontenterò' questo mi diceva mamma, ed io impegnandomi ,soprattutto in matematica che ero e sono tuttora completamente negata, ho raggiunto l'obbiettivo.

Oggi è diverso, ho diciott'anni e mi sono prefissata cose ben più grandi di un semplice telefono nuovo o altro. Ho pochi sogni nel cassetto, perché penso che i sogni sono un qualcosa che non facilmente si realizzano, le probabilità sono veramente pochissime.

Forse uno dei miei sogni è diventare un giorno una mamma forte e intraprendente come mia madre ed insegnare i veri e i sani principi che mi sono stati dati.

Scacciando via tutti i miei pensieri penso alle ore che ci aspettano oggi.

Alla prima ora abbiamo filosofia poi educazione fisica, biologia ed infine le due ore di italiano. Ieri controllando l'orario e ho notato che avremo sempre due ore di italiano per quattro giorni consecutivi su cinque.
Entriamo in classe ed io con rabbia mi siedo al primo banco che è proprio davanti alla cattedra e sospiro sapendo cosa mi aspetterà oggi.

Fortunatamente sono passate velocemente le prime tre ore e spero che passeranno velocemente anche queste ultime due dove abbiamo italiano. Spero solo che ieri era abbastanza ubriaco da non ricordarsi di me al locale, sarebbe alquanto imbarazzante e soprattutto mi metterebbe veramente in croce.

"Buongiorno ragazzi." Sento la sua voce ed alzo subito la testa, dove, da quando se n'era andata la professoressa di biologia ero appoggiata sulla mia borsa.

Lo guardo, ha un pantalone nero abbastanza casual e una camicia bianca, sopra indossa una semplice giacca. Appoggia la sua ventiquattr'ore sulla scrivania e mi guarda. Cazzo.

"Signorina Cooper vedo che si è seduta al primo banco." Ammicca con un sorriso. "Ebbene sì." Dico appoggiandomi allo schienale della sedia e si siede anche lui.

"Meglio così, almeno non potrà addormentarsi. Anche perché vedo che il viso alquanto stanco e assonnato. Ha fatto baldorie ieri?" Chiede sorridendo mentre firma sul registro, i miei compagni ridono. Come non detto, si ricorda tutto.

"Mi ha scoperta professore. Anche lei sembra alquanto stanco, ha fatto anche lei baldorie?" Mi sporgo in avanti guardandolo attentamente. Lui provoca me io provoco lui, mi sembra equa come cosa.

"No signorina. Sono stanco perché ieri ho preparato questo test per voi." Dice prendendo dei fogli e li sventola in aria. Test? Anche i miei compagni sembrano alquanto stupiti.

"Ma ieri lei ha detto che avremmo iniziato a spiegare." Alzo un sopracciglio. Lui mi guarda. Io lo guardo.

"È senza valutazione, è solo per capire quale argomento ricordate meno, signorina Cooper. Mi sono confrontato anche con altri professori e anche loro stanno facendo la stessa cosa." Marca il mio cognome per poi alzarsi e consegnare il foglio ad ognuno di noi.

"Se copiate anche ad una verifica senza valutazione penso sia il colmo." Sospira lui.

Mi porge il mio foglio ed io quasi glielo strappo e sospiro iniziando a leggere le domande.

Molte di esse le rispondo subito ma alcune non proprio. Sbircio dal foglio di Bella ma il professore sembra che mi abbia beccata. Questa è la cosa brutta nel sedersi al primo banco, non puoi copiare nulla.

"Signorina Cooper perché non viene a sedersi qui? Così potrà lavorare più in tranquillità e da sola." Indica la sedia accanto a lui e mi alzo. Prima o poi lo ucciderò.

Sotto al suo sguardo mi avvicino a lui e mi siedo sospirando e guardando il foglio. Presa dall'ira lo guardo, sta guardando attento il registro.

"Mezza classe sta copiando e riprende solo me?"

Si gira verso di me e sorride per poi tornare a guardare il registro e sfogliarlo. "Come sta tua sorella?" Cambia argomento ed io sgrano gli occhi. Adesso mi da del tu?

"Bene." Dico semplicemente. "Eri veramente furiosa ieri, tanto da scontrarti anche con Monica. Deve essere una delle tue abilità scontrarti con le persone." Quindi la biondina si chiamava Monica.

"Mi dica professore, come mai mentre ballavo lei era affacciato a guardarmi?" Lo provoco. Lui si gira verso di me guardandomi dritta negli occhi. "Guardavo altre ragazze, tranquilla. Non guardavo te." Esordisce ed io scuoto la testa. "Certo professore. Penso sia poco educato guardare le altre ragazze quando al suo fianco ce n'era una che sembrava avere molta confidenza con lei."

"Gli occhi sono fatti per guardare." Si giustifica sospirando. Abbasso lo sguardo sul mio foglio evitandolo e continuo a scrivere.

Scrivo l'ultima cosa sul foglio e lo striscio verso di lui e mi alzo per tornare al mio posto sotto il suo attento sguardo. Mi appoggio con la testa sul mio zaino e chiudo due minuti gli occhi.

"Hailey svegliati." Mi sento scuotere leggermente, apro gli occhi e vedo Bella accanto a me. "Adesso suona la campanella."
Mi informa mentre mette a posto il libro.

Ho dormito per un'ora e mezza e lui non mi ha richiamata? Alzo lo sguardo verso il professore che mi guarda, ammicca un sorriso ma dopo poco suona la campanella e tutti si alzano compresa io. Metto apposto le mie cose mentre le ragazze iniziano ad uscire.

"Questa volta te l'ho fatta buona." Si alza indossando la sua giacca. "La prossima volta no."

"Poteva anche svegliarmi." Gli dico semplicemente mettendomi in spalla la borsa e guardandolo.

"Eri stanca, e non volevo svegliarti." Dice, annuisco e vado verso la porta ma la sua affermazione mi fa girare di nuovo. "Ti stava bene il vestito ieri, fasciava perfettamente le tue forme." E dopo questo, completamente scossa e soprattutto rossa in viso per l'imbarazzo esco dall'aula quasi correndo e vado dalle mie amiche.

Il mio riflessoWhere stories live. Discover now