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JAMAL'S POV
"Dovevo essere avvisato, cazzo!" Urlo al telefono, mi passo una mano nei capelli stanco, mi sento come una bomba ad orologeria, sto per scoppiare.

"È stata una decisione presa sul momento." Mi risponde tranquillo Hasan dall'altra parte del telefono.

"Vorresti dirmi che organizzi un attentato così su due piedi?" Sbotto. "Perché ti scaldi tanto? Ho saputo che c'era una festa lì e ho deciso di movimentarla un po'." Ridacchia.

"Perché ero lì, Hasan. Ero lì quando è scoppiato l'attentato. La prossima volta voglio essere avvisato! Collaboriamo insieme e da collaboratori dobbiamo tenerci sempre aggiornati. Non voglio più avere queste brutte sorprese."

"Non sapevo che fossi lì a Berlino. Adesso devo andare ho una riunione." Sto per dire qualcosa ma stacca la chiamata. "Fanculo." Lancio il telefono sul divano di fronte a me e mi passo la mano in faccia.

Da quando siamo tornati che ripenso a quello che è successo lì a Berlino. Non sono stati giorni facili, soprattutto per Hailey. Io sono abituato a tutto ciò ma lei no. Ho cercato in tutti i modi di sollevarle l'umore standole accanto e finalmente ci sono riuscito.

Ha sempre sentito parlare di attentati attraverso i telegiornali in televisione ma non lo ha mai vissuto in prima persona..

Vedere tutte quelle persone stese per terra in fin di vita l'hanno completamente sconvolta, i primi giorni la vedevo fissare il vuoto perché nella sua mente passavano ancora immagini di ciò che era successo.

Inoltre, non potevo crederci quando ho sentito che c'era anche Ethan insieme ad Isabel, fortunatamente non è successo nulla di grave ad entrambi.

Esco fuori dal salotto e vado verso la cucina trovandoci Stella. Prendo dal frigo una bottiglia d'acqua e la verso in un bicchiere per poi bere.

"Tutto bene?" Mi chiede lei guardandomi.

Annuisco portandomi una mano sulla tempia, ho un mal di testa atroce. "Signore è rosso in viso, credo che lei abbia la febbre."

"Sto bene, Stella. Sono solo stanco." Bevo l'ultimo sorso di acqua e appoggio il bicchiere sul mobile. Sento una mano appoggiarsi sulla mia fronte e mi giro. Stella mi guarda preoccupata.

"Ha la febbre."

Scuoto la testa. "No." Mormoro.

"La prego si metti nel letto, vengo subito da lei. Le preparo qualcosa da mangiare." Si mette vicino ai fornelli. "Stella.."

"Fili a letto." Mormora lei autoritaria.

Cedo e annuendo vado verso le scale, apro la porta della mia stanza e mi levo la giacca e mi sbottono la camicia. Butto il tutto sulla poltroncina e mettendomi la tuta vado verso il letto buttandomici sopra. La mia testa sta per scoppiare.

Sento bussare alla porta e subito dopo si apre. "Metta questo sotto al braccio." Stella mi porge un termometro ed io obbedisco.

"Nel frattempo vado a prendere il tè caldo che ho preparato." Esce fuori ed io chiudo gli occhi cercando di rilassarmi.

Sospiro.

Li riapro non appena sento qualcosa appoggiarsi sul comodino. Stella mi indica il termometro ed io levandomelo glielo passo. Lei sgrana gli occhi. "Ha 38 e mezzo di febbre."

Sospiro ancora. "Chiamo il dottore. Lei inizi a bere un po' di tè, si sentirà un poco meglio." Mi porge la tazza ed io la afferro facendo un piccolo sorso. Lei se ne va quasi correndo ed io finisco subito il tè e appoggio la tazza sul comodino.

Mai nessuno si è preoccupato per me.

Mi stendo completamente e afferro il cuscino dove si appoggia sempre Hailey, lo stringo a me e sento il suo profumo dolce. Mi addormento con questo profumo sotto le mie narici.

Il mio riflessoWhere stories live. Discover now