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HAILEY'S POV
Poso il cellulare nella mia borsa e mi giro verso il mio professore che mette in moto la macchina per poi mettersi in strada.

Guardo fuori dal finestrino per quasi tutto il tempo restando in silenzio. È un comportamento strano da parte mia, sono sempre stata una ragazza che parla molto, che fa domande, ma in questo momento non mi viene nulla da dire.

Preferisco restarmene in silenzio. Forse anche per l'imbarazzo di ciò che è appena successo, è strano adesso trovarmi in macchina qui con lui.

Mi ha abbracciata prima e mi sono sentita subito al sicuro scacciando via la paura che avevo avuto finché non mi sono scontrata con lui. Mi ha presa in braccio dopo che gli ho detto del dolore alla caviglia ed io in silenzio ho acconsentito a tutto ciò. Stringo la sua giacca di pelle che mi calza enorme ma che mi fa sentire enormemente al sicuro. Mi giro verso di lui che guida in silenzio con uno sguardo serio in volto e stringe fortemente lo sterzo. È teso.

"Va tutto bene?" Gli chiedo rompendo il silenzio. Lui sembra non ascoltarmi, come se fosse completamente assolto dai suoi pensieri. Appoggio una mano sulla sua spalla e lui si gira di scatto verso di me. "Va tutto bene?" Gli chiedo nuovamente e lui annuisce.

"Si, a te tutto bene?" Mi guarda preoccupato. "Adesso sono molto più tranquilla." Dico sinceramente. Lui ammicca un piccolo sorriso e torna a guardare la strada. "Se vuoi puoi mettere anche un po' di musica." Mi indica lo stereo ed io annuisco avvicinandomi lo accendo cerco nelle diverse stazioni radio finché non trovo una canzone che mi piace effettivamente. Mi fermo di botto sentendo la canzone di Zero assoluto-Semplicemente.

"La voglia di non ragionare ma vivere sempre disposto a rischiare e ridere.
Riderne. La gioia di quest'attimo senza pensarci troppo solo gustandolo.
Le stesse storie e quei percorsi che non cambiano...
Quelle canzoni e le passioni che rimangono.
Semplicemente non scordare..." inizio a canticchiare la canzone alzando di poco il volume, butto un occhiata su di lui e sorride leggermente.

"Come I libri della scuola fra le dite. La colazione ogni mattina da una vita...semplice..
Come incontrarsi perdersi poi ritrovarsi amarsi lasciarsi. Poteva andare meglio puo' darsi...dormire senza voglia di alzarmi..." continuo a canticchiare e alla fine lo sento ridere mi giro verso di lui non capendo.

"Si era capito che ti piace dormire senza voglia di alzarti." Ripete le ultime parole. Si riferisce ai miei ritardi la mattina. Abbasso il volume della canzone e mi porto le braccia al petto offesa. "Io faccio tardi perché la sera faccio tardi."

"E cosa fai di così produttivo la sera per addormentarti tardi?" Intravedo un sorriso malizioso. "Beh, leggo. Lo sai che leggere è cibo per mente?" Lo provoco. Non gli do nemmeno più del lei.

"Lo so perfettamente, anche io leggo, sai?" Dice per poi svoltare a destra e scendere verso un garage. "Dove siamo?" Lo guardo non capendo.

"A casa mia." Sgrano gli occhi. "Tranquilla voglio solo medicarti la ferita poi ti accompagnerò a casa." Dice tranquillo parcheggiando la macchina e chiudendo l'entrata del garage.

Scende dalla macchina venendo poi verso la mia parte, apre la portiera e slacciandomi la cintura che avevo messo quando eravamo partiti, mi prende in braccio come aveva fatto al locale. Mi appoggio a lui, con una spinta di gomito chiude la portiera e inizia a camminare verso una porta.

"Riesco a camminare non c'è bisogno di prendermi in braccio." Sussurro vero di lui, l'ho detto così tanto ad abbassa voce che penso che non mi abbia nemmeno ascoltato.

"Sei sicura? Vediamo." Si ferma di botto e mi appoggia con i piedi per terra sento subito il dolore al piede e lui mi riprende subito in braccio. "Non fa bene essere sempre testardi." Dice serio guardandomi. Io sospiro.

Il mio riflessoWhere stories live. Discover now