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ANGELA'S POV
"Non vieni a pranzo?" Mi chiede Hailey mentre rispondo all'email di un cliente al computer.

"Preferisco stare qui." Sospiro.

"Stai pensando a questa mattina?" Domanda mentre si appoggia al bancone ed io annuisco.

"Non mi va di andare lì, soprattutto dopo quello che è successo stamani. Sicuramente ci saranno Charlotte e le altre."

"Angela devi affrontarle."

"Affrontarle? Più le rispondi più continuano."

"Ma non sarai sola questa volta." Controbatte.

"Te le metterai anche tu contro."

"Pensi che me ne importi qualcosa?" Si avvicina a me spegnendomi il monitor del computer e subito dopo mi afferra un braccio per farmi alzare. "Andiamo." Mi trascina fino l'ascensore.

"Non devi pranzare con il signor Thompson?"

"Ha una riunione tra poco e si sta concentrando sul progetto ed io sto morendo di fame." Mi spiega mentre entriamo nell'ascensore.

"Ho del lavoro da sbrigare non ho tempo per.." mi interrompe.

"È la tua pausa pranzo, e durante la pausa non si lavora." Si gira verso di me e non appena si aprono le porta esce ed io la seguo.

Andiamo verso il bar ed io dalla vetrata già intravedo Charlotte e le amiche che ridono e mangiano la loro solita insalata.

"Stai tranquilla, okay?" Hailey si avvicina a me sorridendomi ed io annuisco. Entriamo e ci avviciniamo ad un tavolo, ci sediamo.

"Cosa vi porto?" Si avvicina a noi dopo due minuti Stefano sorridendo. "Per me una pasta al sugo." Afferma Hailey guardandolo e lui annuisce.

"Per te?" Sposta lo sguardo su di me. "Ehm.. si anche per me." Balbetto. Lui annuisce sorridendo e va via.

"Stareste bene tu e Stefano." Sussurra al mio orecchio per poi sorridermi. "Non si metterebbe mai con una come me."

"Angela, ti sottovaluti troppo. Anche io lo facevo all'inizio quando mi fidanzai con Jamal."

"Come avete fatto a stare lontani per cinque anni?" Azzardo a chiedere.

"In alcuni momenti questi cinque anni penso che siano volati, ma quando penso a quando stavo male sembrava che il tempo si fosse fermato." Afferma.

"Mi capitava spesso di piangere per la paura di dimenticarmi il suo viso, ogni suo particolare, il suo sorriso, il suo sguardo. Questa è la cosa che mi è rimasta più impressa." Sospira.

"Ero convinta che non lo avrei più rincontrato, che ormai ognuno aveva preso la sua strada. Una volta pensai anche che lui si fosse formato una famiglia, che avesse trovato la donna perfetta per lui. Una donna matura, intelligente e piena di obiettivi cosa che io non avevo ancora. Pensavo avesse trovato una donna che fosse l'opposto di me in tutti i sensi."

"Tu sei intelligente e matura."

Scuote la testa. "Nessuno è maturo, tutti noi abbiamo quella parte di noi che è sempre bambino."

"Com'è stato rivederlo?"

"Quando sono stata trasferita qui non pensavo di lavorare per lui, non ne ero a conoscenza. Non sapevo nemmeno chi sarebbe stato il mio capo. Ma quando l'ho visto mi sono ritornati in mente tutti i nostri momenti, ho cercato in tutti i modi di comportarmi come se nulla fosse successo, che ormai la nostra rottura era solo un ricordo lontano. Ma più cercavo di convincere me stessa di queste cosa più il ricordo di noi insieme si faceva presente."

Il mio riflessoWhere stories live. Discover now