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ANGELA'S POV
Apro gli occhi e li sbatto ripetutamente. Li richiudo e stringo il cuscino dove sono appoggiata, appoggio di più la testa su di esso mettendomi più comoda ed ispiro. Un forte profumo di colonia inebria le mie narici, espiro e subito dopo ispiro di nuovo.

È un profumo familiare, un profumo particolare ma allo stesso tempo estasiante.

Strofino la guancia su di esso e lo sento muoversi. Da quando in qua i cuscini si muovono da soli?

La mia mano scende di più e sento come qualcosa di duro e di scolpito.

"Mhh." Apro di scatto gli occhi e mi metto seduta, mi giro e vedo Alan steso che socchiude gli occhi. Ecco cos'era il cuscino o meglio, chi era.

"Che ci fai nel mio letto?" Gli chiedo non appena apre del tutto gli occhi e si alza sorreggendosi sui gomiti. "Mi hai chiesto tu questa notte di restare." Sbadiglia e si porta la mano davanti alla bocca.

"Come ti senti?" Mi guarda attento. Stringo la coperte al mio petto. "Meglio."

Davanti agli occhi rivivo i momenti di questa notte, il mio incubo, lui che corre da me e mi sveglia, mi bagna la fronte, stava per andarsene, lo fermo e gli chiedo di dormire accanto a me, lo ringrazio per quello che stava facendo.

Una mano si appoggia sulla mia fronte ed io alzo subito lo sguardo. "Sei ancora calda." Afferma levando la mano.

Si alza dal letto. "Posso andare un attimo in bagno?"

"Certo." Affermo. "Preparo anche la colazione e dopo misuriamo la febbre."

"Alan hai già fatto tanto non.."

Esce.

Senza nemmeno darmi il tempo di parlare.

Mi butto all'indietro sbuffando.

Sento lo scarico del bagno e subito dopo una porta aprirsi, sposto le coperte e mettendo le ciabatte a forma di coniglio mi alzo. Esco dalla mia camera ed entro in bagno. Chiudo la porta a chiave e mi avvicino al lavandino.

Alzo lo sguardo specchiandomi, ho una faccia orribile. Viso completamente bianco con le guance leggermente arrossate, occhi lucidi e capelli che sembrano un nido di uccelli. Non so come abbia fatto Alan a non avere un infarto quando mi ha vista.

Lego i capelli con una coda alta e mi abbasso verso il lavandino lavandomi i denti e mi sciacquo con l'acqua fredda il viso un paio di volte.

Afferro l'asciugamano e tampono il mio viso asciugandolo. Faccio i miei bisogni e torno in camera. Indosso una canotta nera e un paio di pantaloni della tuta sempre neri, metto la felpa grande sopra ed esco dalla mia camera.

Vado verso la cucina e trovo Alan girato di spalle, è ancora vestito con la camicia nera e pantalone nero elegante, il suo completo da ufficio.

"Vuoi una mano?" Gli chiedo avvicinandomi, si gira verso di me guardandomi. "Non dovresti essere a letto?" Si acciglia.

"Non riesco a stare stesa li tutto il tempo, sembro malata." Ridacchio e abbasso lo sguardo. "Sei malata." Puntualizza.

"Hai ragione." Sospiro. "Cos'è?" Indico la padella con il coperchio sopra.

"Crêpes." Alza il coperchio ed io sgrano gli occhi. "Non so quanto tempo è che non la mangio." Sorrido guardandolo.

"Ti va di prendere il succo?" Annuisco e vado verso il frigorifero aprendolo. Almeno ho avuto la decenza di fare la spesa due giorni fa, il frigorifero era completamente vuoto tranne per qualche bottiglia d'acqua e due scatolette di tonno.

Il mio riflessoWhere stories live. Discover now