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HAILEY'S POV
"Cercheremo di soddisfare ogni vostra richiesta. Lo facciamo sempre con tutti i nostri clienti. Cercheremo di creare qualche bozza dell'Hotel e ve la faremo avere tramite e-mail." Afferma Jamal.

"Come già vi abbiamo anticipato, non andiamo di fretta, la realizzazione del progetto la vorremo iniziare per la primavera quindi c'è tempo. Abbiamo tempo per analizzare bene il progetto in ogni minimo particolare." Afferma il signore sorridendo.

"Perfetto. Per noi è stato un piacere conoscervi, spero che le bozze che vi manderemo saranno di vostro gradimento."

"Aspetteremo con ansia allora." Sorride il signore.

Salutiamo e Jamal stacca la chiamata. "È fatta." Mi rilasso sulla sedia completamente sfinita. "Sembrava non passare mai."

"Che ore sono?" Gli chiedo. "Le tre del pomeriggio." Guarda il suo Rolex sul polso.

"Non abbiamo neanche pranzato." Affermo. "Hai fame?" Scuoto la testa. "Stranamente no."

"Veramente strano." Corruccia la fronte.

"Ehi." Mi giro verso di lui colpendogli il braccio.

"Cosa c'è?" Ridacchia.

"Cosa volevi dire con quel strano?" Imito la sua voce.

"Che tu hai sempre fame."

"Vorresti dire che sono una mangiona?" Alzo un sopracciglio. "Vorresti dire che sto mangiando troppo?"

"Vorresti dire che ho preso chili?" Continuo.

"Piccola, a me può fare solo piacere. Avrò più carne da mordere e palpare." Mi fa l'occhiolino.

"Stai confermando le mie domande." Sottolineo.

"Perché voi donne dovete essere così permalose?" Mi attira a se portandomi sulle sue ginocchia abbracciandomi e lasciandomi un bacio sulla fronte.

"Voi uomini siete cosi stronzi."

"Ogni tanto." Ridacchia.

"Comunque, dovresti mangiare qualcosa altrimenti non hai forze." Mi lascia un bacio all'incavo del mio collo.

"Stessa cosa tu."

"Io prima di ritornare con te, a pranzo non mangiavo quasi mai. Ero talmente preso dal lavoro che non mi rendevo mai conto dell'orario. Ad esclusione di qualche volta che avevo appuntamenti a pranzo con i clienti e qualche volta che Angela mi ha ordinato lei qualcosa."

"Sempre preso dal lavoro. Non ti prendi mai una pausa."

"Mi piace concentrarmi sui progetti, immaginare nella mia testa il progetto realizzato e mi piace pensare che una volta completato io possa dire che l'ho ideato io."

"È una bella cosa." Sorrido.

"Adesso però devi pensare al progetto del signor Dubois." Gli ricordo e lui alza gli occhi al cielo.

"Odio quell'uomo." Afferma.

"Lo odi solo perché ci ha provato con me." Preciso.

Mi alzo dalle sue ginocchia andando verso la credenza delle bottiglie di whisky.

"E non è una cosa da poco."

Ne verso un po' in due bicchieri e uno lo porgo a Jamal. "Lo so che non abbiamo pranzato e fa male bere però penso che è più che meritato." Affermo subito notando già l'espressione di Jamal.

Lui afferra il bicchiere bevendone un po'. "In effetti mi serve per affrontare la riunione con lui."

Ridacchio appoggiandomi alla scrivania. "Esagerato." Bevo piano un sorso per non farmi bruciare la gola.

Il mio riflessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora