Il mio riflesso

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JAMAL'S POV
La fisso, fisso ogni suo particolare del viso. Ha le labbra leggermente schiuse, il naso leggermente arricciato e una ciocca di capelli davanti al viso. Sposto la ciocca di capelli dietro al suo orecchio con movimenti lenti e delicati. I suoi occhi sono ancora leggermente gonfi.

Chiudo gli occhi sospirando, ho ancora l'immagine di lei impressa nella mia mente. Quella sera dopo essere tornato a casa ho iniziato a dare calci al muro, ho rotto un mobile della cucina e fortunatamente Ethan se n'è era già andato perché sennò lo avrei picchiato per sbollire la rabbia. Non sono riuscito a dormire, il giorno dopo sono corso a scuola volevo vederla e parlarle ma ovviamente non si era presentata. Ho fatto tutto ciò per il suo bene ma si è rilevato tutt'altro. L'ho distrutta e mi sono distrutto io nel vederla così. Dovevo mantenere le distanza ma non ce l'ho fatta, sono uscito pazzo quando l'ho vista insieme a quel ragazzo e senza pensarci l'ho portata di peso qui.

Non mi pento di averlo fatto perché abbiamo finalmente chiarito. Il pensiero che adesso mi sta torturando mentre la guardo è come reagirà quando saprà cosa faccio nella vita. Si allontanerà di nuovo da me, non mi vorrà più vedere e le farò schifo. Ma come darle torto? Mi faccio schifo da solo per tutto ciò che ho fatto in questi anni. Molte persone sono morte e causa mia ed io sono rimasto impassibile, ho visto centinaia e centinaia di persone morire davanti ai miei occhi da quando sono bambino, se prima mi disperavo adesso rimango impassibile ormai abituato. Non vorrei che lei si immischiasse in queste cose mettendosi in pericolo.

Ethan su certi aspetti ha ragione, sia io che lui siamo cresciuti con la mentalità dei nostri padri, che fondamentalmente ci hanno condizionato fino ad oggi. Non so cos'è l'amore, ma sentirsi distrutti dopo essersi allontanati da quella persona che anche se in poco tempo ti ha dato tanto, credo che questo significhi un qualcosa.

La sento muoversi su di me, appoggia una gamba sulla mie appoggiando il ginocchio sul mio fianco, stringe il braccio attorno a me e sospira. Apre leggermente gli occhi e si guarda intorno poi lo alza su di me sorridendo e poi appoggiando di nuovo la testa sul mio petto.

"Da quanto tempo sei sveglio?" Ha ancora la voce impastata dal sonno. "Da un po'." Le accarezzo la guancia, è così bello svegliarsi così la mattina. Lei addosso a me che mi stringe ed io che la accarezzo osservandola. È terribilmente bello dormire senza avere nessun incubo. "Mi stavi fissando?" Sussurra lei.

"Si." Ammetto, lei ridacchia alzando la testa e guardandomi negli occhi. "Buongiorno piccola." Le do un bacio sulla fronte.

"Buongiorno stalker." Ride lei. Ribalto la situazione e mi trovo sopra di lei. "Come mi hai chiamato?" Mi acciglio.

"Stalker, mi fissavi mentre dormivo e poi mi segui dappertutto." Ridacchia lei appoggiando le mani sul mio petto, sono steso completamente sul suo corpo e spero che lei non senta la mia erezione mattutina.

Anche se, quando sono con lei e la guardo mi viene di botto. "Adesso ti faccio vedere io." Le accarezzo i fianchi energicamente e lei inizia ad urlare muovendosi sotto di me, la situazione inizia a peggiorare la mia situazione sotto. Ma nonostante ciò continuo a farle il solletico. "Ti prego, basta." Urla tra le risate ed io faccio tutto il contrario muovendo di più le mani sui suoi fianchi. "Dici che non sono uno psicopatico." Rido.

"Non.." non riesce a continuare che scoppia a ridere alzando la testa, le fisso il collo. "Non sei psicopatico." Sorrido soddisfatto e smetto di farle il solletico. Subito dopo mi abbasso e inizio a baciarle il collo nudo. Il suo respiro è corto per le troppe risate, appoggia una mano dietro la mia testa spingendomi di più.

Appoggio una mano sul suo fianco stringendolo forte, lei sussulta ed io lascio leggermente la presa per la paura di poterle fare male. Prendo tra i miei denti un pezzo della sua pelle e poi lo rilascio prendendolo tra le mie labbra e lo accarezzo con la mia lingua.