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HAILEY'S POV
"Avanti." Sospiro alzando lo sguardo verso la porta, entra Angela sorridendo. "Allora sei qui." Appoggio la matita sulla scrivania e annuisco. "Questa mattina sono venuta presto."

"Ho notato, come mai così presto?" Si siede di fronte a me. "Devo finire alcuni disegni, anche se sto trovando difficoltà." Sospiro.

"Chiedi aiuto al signor Thompson, sicuramente ti aiuterà." Alzo le spalle. "Non posso andare sempre da lui a chiedere aiuto, devo riuscirci da sola. Mi sembra che questo lavoro non sia adatto a me." Sbuffo sonoramente.

"È un lavoro difficile Hailey, ci vuole precisione e soprattutto molte idee. Prenditi una pausa e poi riprendi vedrai che ti sentirai meglio." Annuisco e mi alzo insieme a lei. "Ho solo bisogno di un po' d'aria."

Andiamo fuori e Angela si siede dietro alla scrivania mentre io mi appoggio su di essa incrociando le gambe. "Sei più andata nel bar?"

Scuote la testa. "L'ultima volta è stata con te."

"Dobbiamo rimediare allora, domani mattina ci passiamo." Le faccio l'occhiolino, arrossisce abbassando lo sguardo. "Guarda che non andiamo per Stefano ma per il cornetto al pistacchio." Le faccio nuovamente l'occhiolino e lei scoppia a ridere.

"Non potrebbe mai interessarsi a me." Alzo un sopracciglio. "E perché mai?"

"Guardami Hailey, non ho un fisico perfetto come le altre ragazze. Indosso vestiti larghi per non mostrare le mie forme e non sono una persona che ama particolarmente truccarsi. Vivo solo di correttore e un po' di mascara."

"Le ragazze semplici sono quelle più belle. Sotto a quella montagna di trucco che hanno le altre, si nasconde un'altra faccia. Tu sei naturale, non devi farti alcun problema." La incoraggio.

"Sai cosa penso?" Mi avvicino a lei. "Una ragazza può essere anche la più bella del mondo ma se ha il cervello grande come una nocciolina non potrà mai tenere testa un uomo."

"Questo lo penso anche io."

"Non devi avere paura di entrare nel bar da sola. D'ora in poi andremo sempre insieme se ti senti più sicura. Facciamo capire alle altre chi siamo." Dico sicura e lei scoppia nuovamente a ridere.

Le porte dell'ascensore si aprono rivelando la figura di Jamal, Alan e di Carlo che vengono nella nostra direzione. Angela si zittisce subito e inizia ad osservare l'agenda. "Buongiorno signor Thompson." Si alza in piedi guardando Jamal che è alle mie spalle.

"Buongiorno." Afferma. "Hailey." Mi giro vedendo Carlo che mi sorride. "Carlo, come va?" Gli sorrido alzandomi dalla scrivania e girandomi verso di lui. "Bene, a te?"

"Bene, ho molte cose da fare." Sospiro. "Sei arrivata presto." Guarda l'orario sull'orologio sopra alla scrivania, annuisco. "Sono arrivata più o meno verso le sette, strano ma vero." Ridacchio.

"Hai aperto tu l'ufficio?" Mi giro verso Alan che sta ridendo. "Più o meno."

"Se hai bisogno di una mano, puoi chiamarmi tranquillamente. Cerco di liberarmi e ti raggiungo." Carlo appoggia una mano sul mio braccio come per confortarmi. "Tranquillo, ho quasi finito. Sono uscita solo per prendere un po' d'aria."

"Sirone ecco i documenti." Si avvicina Jamal porgendo a Carlo una montagna di documenti ed io sgrano gli occhi. "Va bene signor Thompson."

"Ci vediamo dopo Hailey." Mi fa l'occhiolino e se ne va andando verso l'ascensore. "Devi continuare il tuo lavoro oppure vuoi partecipare alla riunione?" Mi giro verso Jamal che mi guarda in modo strano, sembra essere infastidito.

"In verità, preferirei continuare a lavorare." Lui annuisce e si gira verso Angela. "La sala è pronta?"

"Signore la riunione è stata annullata, le ho inviato ieri l'email." Afferma Angela. "Non l'ho vista." Sospira.

Il mio riflessoWhere stories live. Discover now