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ANGELA'S POV
"Credo di dover tornare a lavoro, la mia pausa è terminata." Sospira Stefano alzandosi. Annuisco appoggiando il bicchiere di acqua sul tavolo. "Stessa cosa anche io."

"Stavo pensando una cosa." Appoggia entrambe le mani sul tavolo. Mi acciglio osservandolo curiosa.

Cosa starà per dire?

Vuole uscire di nuovo con me?

Magari la seconda uscita sarà nettamente migliore della prima..

"Domani sera un mio amico festeggia il compleanno in un locale, mi ha detto che posso portare chi voglio. Ti andrebbe di venire?"

"Ehm, si certo." Annuisco. "Puoi portare qualche tua amica se vuoi, magari così ti sentirai anche più a tuo agio. Anche se ci sarò io." Ridacchia.

"Sarà fatto." Accenno un piccolo sorriso.

"Perfetto, a dopo." Mi fa l'occhiolino e poi va via. Mi alzo anche io dalla mia postazione e vado dritta verso l'uscita.

Quasi tutti i giorni io e Stefano mangiamo insieme, credo di averci fatto quasi l'abitudine. Ormai l'imbarazzo è sempre meno, anche se non mi sento completamente a mio agio.

Quando sono tornata a lavoro, dopo quei giorni di assenza a causa della febbre, io ed Alan abbiamo ancora di più stretto rapporto. È strano dirlo ma sembra che io mi senta più a mio agio con lui che con Stefano.

Continua a darmi i suoi consigli, l'ultima volta che abbiamo parlato voleva farmi una lezione sessuale se così si può dire, ma io l'ho fermato prima che continuasse il suo discorso. Mi sono alzata e sono uscita dal suo ufficio mentre lui rideva a crepapelle.

Sono diventata rossa come un peperone. Sentivo quasi le mie guance in fiamme.

Non gli ho detto che sono vergine ma penso che lo sappia dato che non avevo neanche mai dato il primo bacio, prima di lui.

Non è mai uscito il discorso del nostro bacio, anche se a casa mia quando stava affianco a me nel letto stava per esserci un secondo bacio.

Per un attimo ci ho sperato in realtà. Ma è stato un momento in cui non ero lucida, fin quando però non mi sono ripresa.

Sono rimasta stupita da quello che ha fatto per me, era passato tanto tempo dall'ultima volta che qualcuno si era preso cura di me.

Mi sono sentita come al sicuro, protetta. E cosa più importante, non mi sono sentita sola.

Scuoto la testa cercando di levare ogni pensiero dalla testa che riguarda Alan ed alzo la testa sentendo il campanello dell'ascensore che senza che è arrivata.

Le porte si aprono e vedo un uomo di fronte a me vestito di nero, con i capelli tirati indietro e con la barba appena fatta.

"Alan."

Entro nell'ascensore e lui alza lo sguardo su di me che prima era sul telefono. "Angela." Accenna una sorriso e riposa il telefono nella tasca.

Le porte si chiudono e lui si gira completamente verso di me appoggiandosi con una spalla sul vetro e incrocia le braccia al petto.

Di colpo la sua giacca di stringe sulle sue braccia facendo pressione ed io volto lo sguardo. Cercando di non osservarlo.

"Hai pranzato con Stefano?"

"Si." Mi appoggio allo specchio anche io.

"Domani sera andiamo in un locale, è il compleanno di un suo amico."

"Caspita, allora sta diventando una cosa seria se ti presenta ai suoi amici."

"Tu dici?" Annuisce sorridendo. "Dico proprio di sì."

Il mio riflessoWhere stories live. Discover now