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HAILEY'S POV
"Abbiamo finito, finalmente." Sorride Giorgia esaltata. Scendiamo le scale della scuola andando effettivamente verso l'uscita. Le prime ore sono passate abbastanza velocemente ma le ultime ore proprio no, i ragazzi non parlavano proprio. Nessuna domanda, nessun pensiero, niente di niente. Ognuno era impegnato in qualcosa, chi leggeva un libro, chi guardava il cellulare, chi ascoltava le canzoni, chi parlava con il proprio di compagno, chi si lanciava una palla di carta dalla una parte all'altra della classe; in poche parole ognuno si faceva i fatti suoi mentre io e Giorgia cercavamo di richiamare la loro attenzione ma con scarsi risultati.

In quel momento ho capito realmente quello che passano tutti i giorni i professori, parli ma nessuno ti ascolta, alzi la voce ma nessuno ci fa caso. Noi alunni spesso dimostriamo di non avere rispetto e ci dimostriamo maleducati. Tutto sommato i professori fanno il loro lavoro e cercano di insegnarci qualcosa. Io solo per un'ora che sono stata in quella classe e già stavo impazzendo, i minuti non passavano mai sembrava essersi fermato completamente il tempo.

"Stavo per impazzire in quella classe." Sospiro pesantemente. "A chi lo dici, volevo uccidere tutti."

"Perché? Che facevano?" Si acciglia Bella. "Semplicemente non ci ascoltavano, ognuno faceva quello che voleva e noi parlavamo col muro." Spiega brevemente Giorgia. "Io fortunatamente sono capitate in alcune classi che interagivano." Sorride lei.

Ci fermiamo davanti al cancello e continuiamo a parlare di altre cose. La mia mente vaga, chissà cosa starà facendo Jamal. Ormai sono abituata a vederlo tutti i giorni a scuola e a stare dopo insieme.

Mai e poi mai avrei pensato di intraprendere una relazione con un mio professore.

E di certo quando lo incontrai la prima volta non mi sfiorò minimamente dalla mente di stare insieme a lui. Ci provocavamo, ci mandavamo sguardi fuoco ma allo stesso tempo sembrava che ci fosse attrazione e chimica tra di noi. La vita è proprio imprevedibile.

Nessuno sa ancora della nostra relazione, mi dispiace nasconderlo alle mie migliore amiche ma so che non reagiranno bene. Nell'ultimo periodo per stare con Jamal sto inventando scuse con loro, come ad esempio che devo studiare, che devo stare a casa perché mamma non c'è oppure che non mi sento bene. Mi sento una merda per questo, mi piacerebbe raccontarlo a qualcuno ma non vorrei che si spargesse la voce per tutta la scuola. Anche se, sarebbe davvero bello vedere la faccia stupita di Serena mentre ci guarda mano nella mano.

Saluto le ragazze e mi avvio a chiamare un taxi, voglio fare una sorpresa a Jamal.

Dopo avergli detto la via inizio a guardare fuori dal finestrino, oggi è una giornata abbastanza nuvolosa. Le nuvole grigie si muovono coprendo tutto il cielo, credo proprio che tra poco pioverà. L'inverno sta arrivando ed io non vedo l'ora.

Amo l'inverno, mi piace passare le giornate intere sotto le coperte calde mentre bevo la mia cioccolata ma a chi non piace? Per quanto sia bella l'estate ma l'inverno è l'inverno. Forse l'unica cosa che odio di quando piove sono i lampi e i tuoni. Da bambina quando la notte pioveva e sentivo il rumore dei tuoni correvo nella camera dei miei genitori e mi mettevo in mezzo a loro. Papà sapeva della mia paura e mi accoglieva nelle sue braccia abbracciandomi forte e cullandomi nelle sue braccia.
Ancora oggi mi fanno paura e non so il motivo.

Il taxi si ferma fuori casa di Jamal e pagandolo scendo. Ci sono diversi suv neri parcheggiati, mi acciglio ma vado verso l'entrata. La porta è leggermente socchiusa, che ci fa la porta aperta? Apro la porta e chiamo il suo nome. Mi guardo intorno finché non perdo un battito.

"Chi è lei?" Mi punta una pistola contro un signore alto, robusto e vestito di nero. Dietro di lui ci sono altri due uomini che mi guardano e stringono le mani.

Il mio riflessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora