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HAILEY'S POV
"Avanti." Sospiro mentre continuo a disegnare sul tablet il paesaggio. "Ehi." Alzo lo sguardo trovando davanti a me Isabel.

Chiude la porta dietro di se e viene verso di me, si abbassa e mi abbraccia forte. "Come stai?" Mi lascia un bacio sulla guancia e si siede di fronte a me.

"Bene."

"È una settimana che non torni a casa, mamma è distrutta." Sussurra. "C'è ancora lui a casa?"

Annuisce. "Allora non tornerò." Riprendo la pencil continuando a disegnare. "Hailey è complicato." Sospira.

"Per me non è complicato, è tornato dopo non so quanti anni che ci ha abbandonate. È tornato come se nulla fosse e pretende che io lo perdoni?" Alzo un sopracciglio guardandola.

"A me e a Nora ci ha spiegato tutto, ascoltalo anche tu."

"Non mi fido." Scuoto la testa.

"Non devi fidarti subito, la fiducia si acquisisce col tempo. Ascoltalo solamente, fagli spiegare tutto." Cerca di convincermi.

"Isabel, ho passato una settimana di strazio. L'unico che è riuscito a darmi conforto ed a starmi accanto è Jamal. Sai perfettamente che odio essere mentita e mamma lo ha fatto, poteva dircelo che stava risentendo papà."

"Non lo ha fatto perché non era sicura, non si fidava neanche lei."

"Se non si fidava non lo incontrava nemmeno." Sbotto. "Sai perfettamente che mamma non ha mai smesso di amarlo." Sbotta anche lei alzandosi.

"Io non lo voglio nella mia vita e non entrerò in casa finché ci sarà lui." Mi alzo di scatto. "Hai sempre detto di essere matura, ma in questo momento ti stai solo comportando come una bambina."

"Bambina? Solo perché non voglio perdonare una persona che ci ha abbandonate? Ti sei dimenticata di tutti i sacrifici che ha fatto mamma per noi, per non farci mancare niente, per farci mangiare, per farci studiare. Ti sei dimenticata di tutto, Isabel?" Urlo.

"Io sono realista e coerente con me stessa, non posso perdonarlo per quello che ha fatto. Cazzo, in questo momento ero finalmente felice ed ecco che ritorna lui, l'uomo che ha reso la nostra vita difficile." Sbatto il tablet sulla scrivania presa dal nervoso, il tablet a sua volta cade per terra facendo un grande tonfo.

"Che succede?" Guardo dietro Isabel, Jamal che entra guardando entrambe e insieme a lui Ethan.

"Non ha mai smesso di pensare a noi. Ha una spiegazione per quello che ha fatto, quello che ti chiedo è solo di ascoltarlo. Ascoltare quello ha passato." Urla ancora lei.

"Lei non ha mai smesso di amarlo! In tutti questi anni è sempre stato il suo pensiero fisso! Tu per cinque anni non hai fatto altro che pensare a Jamal? È la stessa identica cosa." Gesticola.

"Non è la stessa cosa Isabel. Smettila di difenderlo a spada tratta. Sono due situazioni completamente differenti. Tu eri piccola, non capivi ancora nulla ma io si. Non sai che rapporto che avevo con papà, vederlo accanto a me e poi il giorno dopo non trovarlo più non sai che dolore che mi ha fatto! Ognuno reagisce a modo proprio. Lo hai perdonato? Mi fa piacere per te ma non obbligate anche me a perdonarlo." Alzo la voce, sento le mie corde vocali completamente in fiamme.

"Nessuno ti sta obbligando."

"Invece si, vieni qui e mi dai dell'immatura, della bambina, paragoni la storia di papà a Jamal. Mi stai accusando eccome. Ti continuo a ripetere, sono scelte mie se voglio tornare a casa o meno."

"Non gli dai nemmeno la possibilità di spiegare, potresti prima ascoltarlo e poi trarre le tue conclusioni!" Urla anche lei.

"Isabel." La richiama Ethan toccandole un fianco ma lei si scosta infuriata. "Per mamma già è difficile e tu non stai facendo altro che complicare le cose."

Il mio riflessoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora