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L'acqua calda scorre piacevolmente lungo il mio corpo e per un momento vorrei dimenticarmi di tutto e tutti e rilassarmi.
Mia nonna sarà sicuramente di sotto a preparare la colazione e ad asciugarsi le lacrime per la mia partenza verso New York.
È la mia seconda mamma, a lei devo ogni cosa, mi ha sempre sostenuta e aiutata nelle mie scelte, anche in questa. Sarà decisamente straziante dovermi allontanare da lei.. mancherà tutto quanto: vederla ad ogni mio risveglio, i suoi buonissimi pancakes che preparava solo ed esclusivamente per me perché sa quanto li amo, e soprattutto il suo profumo che ricorda molto mia madre.
Mamma.
Se lei fosse qui tutto sarebbe diverso.
Papà ad esempio, non se ne sarebbe andato. Non che sia scappato, perché lui mi ha sempre voluta con se a New York per poter ricominciare d'accapo, ma io non volevo lasciare nonna qui a Miami, io non volevo lasciare Miami.
Queste due cose è tutto ciò che mi è rimasto della mia infanzia con la mamma e separarsene, soprattutto per una bambina di 11 anni era un tuffo nel cuore, non ero pronta a lasciare tutto.
Ma oggi è diverso.
Ho 18 anni, l'università è alle porte.
Ho sempre amato la Columbia University, mi hanno accettata subito visti i miei eccellenti voti e una lettera di presentazione impeccabile.
E così dopo una lunga telefonata con mio padre fatta di "Nessun dormitorio, resterai da me" andrò a vivere proprio a casa sua.
L'ho sentito e visto spesso tramite videochiamate che duravano si e no 10 minuti al massimo: ovvero il tempo per dirsi "come stai, come vanno le giornate ecc.".
So che si è impegnato e che si sposerà tra meno di un mese. Sono felice per lui perché è riuscito ad andare avanti al mio contrario. Probabilmente grazie a New York ci riuscirò anch'io.
La mia unica preoccupazione è la nonna adesso. So che si sentirà sola; da quando ha perso sua figlia, la sua unica figlia, non ha amici tralasciando la nostra vicina di casa, vedova e con un gatto nero.
Non c'è nulla di più doloroso che perdere un figlio.
Esco dalla doccia e mi avvolgo nell'accappatoio: mi tampono per bene i capelli, metto una canotta e dei pantaloncini al volo e corro di sotto a fare colazione.
<< Buongiorno nonna. >> Le sorrido e le vado incontro per abbracciarla.
È ben vestita, come sempre infondo, il colore dei suoi stivaletti richiamano il blu dei suoi occhi e quei boccoli color castano cenere che le fasciano bene il suo viso tondo.
È bellissima con tutti i suoi 54 anni.
<< Buongiorno Rosie, vieni ho preparato i pancakes.>> Dice con un filo di voce tremante. Ha le lacrime agli occhi come immaginavo.
Non so come ma le sue braccia mi stringono in un batter d'occhio, ed è proprio qui che non riesco a trattenermi. Immaginavo lo avrebbe fatto prima di lasciarmi andare. Entrambi i nostri visi sono rigati.
<<Nonna starò bene, te lo prometto.>>
Mi prende le spalle e mi guarda attentamente.
Mi si stringe il cuore quando noto gli occhi gonfi per me.
<<Ma guardati, sei una donna. Tua madre sarebbe orgogliosa di te, quanto lo sono io. Rosie se qualcosa non dovesse andare per il verso giusto voglio che tu torni da me d'accordo? Affronteremo qualsiasi tipo di inconveniente insieme, come abbiamo sempre fatto.>>
Il mio pianto e il mio sorriso si fondono in una cosa sola e porgo il mio mignolo alla nonna. Lei, acconsentendo il mio gesto, lo stringe imitandomi. È il nostro modo di mostrare complicità, non è solo mia nonna ma è anche la mia seconda madre, la mia migliore amica.
Dopo aver divorato il pasto senza fame, corro a prepararmi. Metto un vestito color vaniglia accollato che scende morbido sulle ginocchia, lascio i miei capelli liberi al naturale e mi trucco ma non troppo. Guardandomi allo specchio ammetto che non sia il massimo, ma può andare per oggi.
Prendo le valige e dò un ultimo sguardo alla mia stanza e mi chiedo se anche a New York riuscirò a sentirmi come qui, a casa. Voglio essere positiva, quindi penserò positivo. Mi sentirò sicuramente a casa.
<< Rosie è arrivato il taxi! >>
Sobbalzo a quelle parole, che pensavo fossero proprio le ultime che avrei mai voluto sentire; spengo a malincuore la luce e mi avvio rapidamente all'uscita seguita dalla nonna.
Il taxista prende le mie cose e le mette nel bagagliaio.
<< Nonna se hai bisogno di qualcosa sai a chi chiamare, ricordati di farti aiutare con il nuovo computer per poterci videochiamare e soprattutto esci, divertiti e mangia, che ti stai prosciugando . Ci vediamo presto vero?>>
<< Ehi ragazza, me la caverò>>
Mi fa l'occhiolino ed io scaccio un risolino. Devo calmare la mia ansia..
<<Ci vediamo prima di presto Rosie. Il tempo passerà talmente in fretta che non te ne accorgerai nemmeno, te lo prometto.>>
<< Ti voglio bene più di qualsiasi altra cosa. >> Le sorrido e le prendo le mani.
<< Ti voglio bene un milione di stelle, piccolina mia. >>
Dopo l'ennesimo abbraccio, mi decido ad entrare in macchina anche se con esitazione.
Sto per farlo sul serio, quasi non ci credo. Mi saluta attraverso il finestrino e io faccio altrettanto.
<< Destinazione?>> chiede il taxista di fronte a me con un'aria assonnata.
Non sono mai stata più sicura di così della mia scelta. Ho sempre saputo quale università avrei frequentato e quale lavoro avrei intrapreso, la mia vita è stata programmata e dipesa dagli altri fin da giorno in cui sono nata, ma ora spetta a me scrivere il resto della mia storia, e non vedo l'ora.
<< All'aeroporto per favore. >>


Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now