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Rosie's pov.

Daniel non batte ciglio quando prende il soffione, lo poggia a terra e si siede sulla sediolina in ceramica dietro di lui.
Mi trovo quindi nuda in piedi tra le sue gambe.
Come siamo passati dal litigare a questo? Non lo so, so solo che ora gli sto accarezzando la guancia, sfiorando la fossetta con il pollice.
Comincia con il bagnare la spugna insaponata e passarmela partendo da giù, dalle mie caviglie. Non avevo mai fatto la doccia con lui, gli avevo detto che era un qualcosa che reputavo essere 'troppo' intima.. Eppure eccomi quà, non riuscivo a dirgli di no, perché ne avevo voglia anche io, fin da quando con la forza mi ci ha buttata dentro prima. Ma era troppo infuriato per saltargli addosso in quel momento e so che sarebbe stato come fare un buco nell'acqua, giusto per stare in tema. Tanto che cambia.. L'ho fatto subito dopo in maniera aberrante forse, sembravo indemoniata.. Ma vederlo lì così, svaccato sul divano a fumare mi ha fatto quell'effetto.
Sale con la spugna lungo le mie gambe e sorride soddisfatto nel vedermi sospirare, perché sa che mi farà provare ancora piacere.
E si sà, lui prova molta più fierezza nel vedermi godere.. È narcisistico forse, ma al tempo stesso incantevole.
Arriva con la spugna fin sopra l'interno coscia, senza andare troppo oltre.. È lì che si rialza in piedi e mi lascia un leggero bacio sulla fronte e poi sulla bocca.
<< Passami il soffione della doccia.>>
<< Eh?>>
<<Passamelo.>>
Obbedisco ed ecco che innesca una scintilla nei suoi occhi quando mi abbasso per recuperarlo.
Prende il soffione e mi fa degli sciacqui per togliermi i residui di sapone dalle mie gambe.
Dopodiché me lo punta sulla pancia.
<< Cosa vuoi fare?>>
Balbetto, quando il soffione si abbassa e l'acqua calda pulsa sulla mia pelle.
<< Ti piace, non è vero?>>
Annuisco.
<< Lo sapevo. Ti piacerà ancora di più se adesso lo sposto ancora più giù..>>
Mi riaccendo tutto d'un botto, ogni mia cellula si risveglia e pare impazzire sotto i miei strati di pelle.
Daniel è malizioso e compiaciuto nel vedermi sobbalzare quando sferza sul mio punto più debole.
L'acqua può dare veramente queste sensazioni piacevoli o sono accecata dall'idea che sia così perché è Daniel a provocarle indirettamente?
Non lo so, e non ci voglio nemmeno sbattere troppo la testa.
Voglio solo continuare a mugolare più che posso e non voglio che smetta.
Rischio di perdere quasi l'equilibrio quando, senza avviso, fionda la sua lingua nel punto esatto dove prima batteva l'acqua del soffione.
Lo ha già fatto prima, è vero.. Ma il modo in cui lo ha fatto adesso è troppo.
<< Daniel.. Non riesco..>>
Sa bene cosa sto cercando di dire, perciò mi sorregge con una mano dietro la mia schiena.
<< Piccola non abbiamo il preservativo, quindi devi venire così.>>
Dice staccandosi dal mio sesso a giusta distanza per poter parlare.
Ma prima che ci rifiondi la testa, lo faccio alzare in piedi.
E ingenuamente dico..
<< Staremo attenti.. Per favore.>>
Lo sto scongiurando di entrarmi dentro.
Fa un'espressione devastata perché anche lui vuole ma sta cercando di pensare lucidamente ai rischi.
Gli guardo l'erezione e glie la prendo in mano.
<< Posso fare la retromarcia, ma domani prendi immediatamente la pillola del giorno dopo per sicurezza.>>
Annuisco senza volontà di capire ciò che mi sta dicendo.. A quel punto mi afferra le mani e le tiene ferme dietro di me.
<< Bene. Adesso girati.>>
Anche se era un ordine che avrei dovuto compiere io, è lui a farmi girare, tenendomi con una mano entrambe le braccia e con l'altra i capelli.
<< Voglio farti gridare il mio nome.>>
Dice mentre me lo infila da dietro.
È una sensazione primordiale per me, intensa.. Strano come diverse posizioni ti fanno provare altrettanto cose diverse.. Fa male, ancora, credo sia normale. Ma è sopportabile visto che il piacere supera di gran lunga il dolore.
Resta per qualche attimo dentro di me. Poi subito dopo comincia a muoversi. Molla le mie braccia e nel mentre, con una mi tocca il clitoride, con l'altra mi afferra il collo.
Sono incatenata a lui, in tutti i sensi.
Mugolo sottovoce sperando che lo scroscio dell'acqua copra i miei gemiti. Chiudo gli occhi e mi abbandono al piacere. Aumenta la velocità poco dopo e capisco che sta per venire, ma anche io.. Si dovrà togliere quindi devo sbrigarmi
<< Vieni, piccola, vieni per me.>>
E io vengo urlando il suo nome.
Lui esce e capisco d'istinto che devo abbassarmi e prenderlo in mano.
Lo agito con la stessa velocità di quando mi stava dentro. Il mio sguardo è rivolto verso i suoi occhi, e capisco che questo basta per farlo esplodere. E così succede, sulla mia faccia, ripetendo il mio nome.
Quel liquido bianco mi ricopre il volto che mano mano va via con i getti d'acqua sopra di me.
Mi aiuta a rialzarmi a mi bacia sulla fronte.
<< Penso che siamo puliti ormai.>>
<< Si. Io non del tutto.>> Ansimo ridendo. Prendo il bagno schiuma e lo shampoo.
Quando siamo davvero puliti e pronti per uscire, gli accarezzo l'addome..
Ma lui mi blocca il polso.
<< La tua incazzatura è svanita?>>
Gli dò una pacca sul braccio ed esco dalla doccia.
<< Non ancora, ma facciamo progressi. E la tua?>>
Mi guarda ma non risponde e gli dò una pacca ancora più forte.
<< Ahi.. Posso dire di sì. Mi è bastato vederti godere con il getto d'acqua sul..>>
Gli copro la bocca e arrossisco.
<< Ti è piaciuto vero?>>
Dice sotto le mie dita.
<< Andiamo a dormire, o non ci sveglieremo per l'appuntamento con Jason.>>
Svago e mi infilo l'accappatoio.
<< Sarebbe meglio restare a dormire domattina per una volta, ma ho deciso che cercherò di non farti incazzare almeno per una giornata.>>
Si rimette i boxer e raccoglie tutti i vestiti da terra, compresi i miei.
Lo guardo sorridendo. Era una furia scatenata poco fa, ed ora eccolo qui.. Che sembra un bambino, dolce.
<< Mi piace quando ragioni così, anche se poi fai fatica a metterlo in pratica. Sarebbe comunque un record.>>
Ironizzo e lui mi mostra i dito medio.
Mi piacciono questi attimi di serenità, dove nonostante le sfuriate, siamo qui a stuzzicarci come se nulla fosse.
È chiaro, i problemi persistono, non si risolvono con il sesso. Però noi siamo così, io mi sto scoprendo essere così, con lui.
Ci sono cose che si risolvono con parole e parole. Ma nessuna di queste 'parole' avrà mai il lusso della complicità di due corpi che si uniscono di fronte alle difficoltà.
Andiamo dritti in camera da letto e prendo una delle camicie di Daniel dalla sua valigia.. Si, dobbiamo ancora disfarle queste valigie e sistemare tutto. Ma ora voglio solo rilassarmi a letto con lui e pensare che domani sia una bella giornata.
Ci buttiamo sul letto, esausti.
<< Cos'è... la distanza di sicurezza (?)>>
Dice indicando lo spazio che ci divide.
Non lo guardo e faccio spallucce come se fossi offesa.
Voglio che sia lui a venirmi incontro, oggi.
<< Dai vieni quà.>>
Mi allarga le braccia per invitarmi accanto a lui.
<< Dicevi di non amarmi, perché dovrei venire lì?>>
Riafferro il discorso di prima. Si ero ubriaca, ma ricordo ancora di quando ho sfuriato per questo motivo prima per strada.
Sbuffa e fa una smorfia strana con il labbro superiore mentre alza gli occhi al cielo.
<< Non dobbiamo riparlarne di nuovo vero? Ti amo, lo sai. Adesso zitta e vieni quà.>>
Queste due paroline ben scandite fanno sì che io mi sciolga, è stata una giornataccia stressante e io sono stanca, noi siamo stanchi.
Mi avvicino a lui in un batter d'occhio e con il suo abbraccio mi fa sentire quanto veramente mi ami.
Voglio stare così, tutte le sere in questo modo, per il resto della mia vita.

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now