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<< Si può sapere come cazzo abbia fatto a capire che eravamo qui? Jhon non può averglielo detto, perché sono venuto in moto.>>
Domanda Daniel a sua madre.
<< Will è strano da ieri sera in realtà. Questa mattina era molto pensieroso e parlava a vanvera.
Mi ha spiegato i suoi dubbi ed era determinato a venire qui.>>
Kelly non si spiega proprio bene.
<< Si, ma perché venire proprio qui nella mia stanza? >>
Chiedo io. Non mi capacito di questo.
<< Beh è mezzogiorno, vi abbiamo fatto mille chiamate ma tutte senza risposta. Siamo andati nell'hotel di Daniel e ci hanno riferito di non averlo visto da questa notte. Così Will ha fatto due più due.. Mi dispiace, però potevate essere più prudenti.>>
Ecco perché, finalmente ho la risposta. Kelly non ha torto. Come ho fatto a non sentire nemmeno un telefono squillare?
<< Prudenti o meno lo avreste saputo presto. Voglio solo che questa scenata finisca perché non ce ne staremo ancora qui a farci umiliare.>>
Dice Daniel con il tono in cui lo direbbe mio padre mentre va a sedersi all'altro capo del letto.
Non posso credere che sia mezzo giorno.. Abbiamo tutti l'aereo tra due ore. La cosa che mi preoccupa è che, essendo un aereo privato, staremo tutti quanti vicini, con la tensione alle stelle.
Mi siedo sul letto a gambe incrociate e fisso il pavimento in attesa del ritorno di nonna e papà.
Nessuno di noi fiata. C'è talmente silenzio da poter sentire i passi pesanti di mio padre fuori, nel corridoio.
Entra con un espressione confusa, un po' tra le nuvole e le mani in tasca.
Mia nonna, invece, più autoritaria che mai. Cosa gli avrà detto?
<< Ok.. Scusatemi per essere stato così furibondo. Voglio che sappiate che per me è come se foste entrambi miei figli, non solo Rosie. Ed è per questo che non potrò accettare questa situazione così su due piedi. Io vi do il beneficio del dubbio, ma non voglio drammi. Dovete essere al corrente che questa cosa non durerà a lungo. E voglio che siate consapevoli che ognuno di voi prenderà due strade diverse..>>
A quest'ultima frase il mio volto incrocia lo sguardo di Daniel che è demoralizzato quanto infuriato.
<< Tu Daniel, andrai in California al fine del prossimo semestre, non dimenticarlo.>>
Questo fa ancora più male. Vorrei tanto che papà non glie lo avesse ricordato. Ma non sappiamo cosa possa accadere in sei mesi, nessuno lo può prevedere.
<< Ma che caz..?? Che bisogno c'era di dirlo adesso scusa? Non cercare di infierire Will. Questo non mi farà mica cambiare idea.>>
Interviene Daniel con la mascella contratta. Ho dei bruciori allo stomaco allucinanti..
<< No, ma può farti ragionare..>>
Non mi sono mai sentita così abbattuta, schiacciata come una formica.
Ho sempre pianificato tutto, ogni dettaglio della mia vita prima che arrivasse Daniel. Ora purtroppo non potrà essere così, tutto sarà imprevedibile. E ciò che più temo è di non poter gestire le mie emozioni quando e se finirà tra noi.
Daniel si alza dal letto con uno scatto e mi raggiunge.
<< Rosie è tutto ciò che mi importa adesso. E io non devo ragionare proprio su niente. Se la cosa può recarvi fastidio o imbarazzo l'ho detto: ce ne andiamo in questo istante, e intendo da casa tua.>>
Mi sento protetta, talmente tanto da non voler replicare.
<< Daniel io non vi sto cacciando da casa, vi chiedo solo tempo per metabolizzare>>
Ribatte con le dita sulle tempie.
<< A maggior ragione per questo papà. Verremo a natale, staremo tutti quanti insieme. Ma credo sia meglio così, per la serenità di tutti.>>
La situazione si è calmata, almeno questo. Papà alza le mani in segno di arresa e fa per uscire dalla stanza impassibile o forse sconfitto senza né guardare né dire una parola a nessuno.
Kelly facendo spallucce si mette tra noi e saetta il suo sguardo comprensivo a tratti deluso.
<< Spero per voi che sia così come dite. Ti conosco figlio mio e non ti ho mai visto difendere qualcosa a cui tieni come hai fatto poco fa.>>
Le parole di Kelly mi sorprendono. Daniel è realmente innamorato di me.
La nostra potrà essere sicuramente una storia d'amore forte, nonostante le continue discussioni e litigi. Spero solo che non affonderà a causa di altre persone..
Solo una cosa mi chiedo: cosa succederà quando Daniel andrà in California? Le nostre strade si separeranno in modo definitivo?
Kelly abbraccia suo figlio anche se quest'ultimo è piuttosto freddo con lei e la cosa mi fa sentire un po' in colpa.
Dopodiché si rivolge a me e mi stringe altrettanto forte sussurrandomi qualcosa all'orecchio..
<< Sii prudente con lui.>>
E mi viene la pelle d'oca.
È sua madre, eppure si è raccomandata di fare attenzione.
Ma io so cosa fare in realtà, perché in fondo, sono solo io ad essere a conoscenza del suo bipolarismo, dei suoi scheletri nell'armadio.
Kelly va via seguendo mio padre, resta qui soltanto la nonna.
<< Posso sapere cosa gli hai detto per farlo calmare in questo modo?>>
Le domando. Ma improvvisamente riesco ad intravedere delle lacrime sul suo viso. Affera la mia mano e con l'altra tocca la spalla di Daniel.
<< Nulla, non preoccuparti. Voglio solo che tu sia felice.. Ora vi lascio da soli, vado a prendere la valigia. Ci vediamo tra un paio d'ore all'aeroporto.>>
Annuisco con un sorriso commosso e lei si gira pronta ad andarsene.
Ma poi arretra e lancia un'occhiata a Daniel.
<<Ei tu, trattala come se fosse la cosa a cui tieni di più al mondo. Se lo merita.>>
<< Non preoccuparti Susan, già lo è.>>
Risponde accarezzandomi un braccio.
La nonna fa un sorriso ironico.
<< Bene. Allora puoi cominciare già a chiamarmi nonna, sono molto giovane ma te lo permetto lo stesso.>>
<< Non esagerare.>> Replica Daniel con tono derisorio, e nonna dandoci le spalle se ne va con il sorriso sotto i baffi. Finalmente la porta si chiude e insieme facciamo un sospiro lunghissimo.
<< Devo ancora realizzare ciò che è appena successo, non dire nulla.>>
Esordisco a Daniel strofinandomi la fronte.
<< Non ho parlato.. Voglio sapere se stai bene.>>
Cerca di avvicinarsi ed io lo lascio fare, ho bisogno del suo contatto fisico anche se sono frastornata.
Afferra delicatamente il mio capo e con i pollici mi sfiora le guance.
<< Non lo so ancora. Mi si era fermato il cuore. Ho sempre avuto timore di mio padre. Non perché fosse cattivo con me o cose così. È solo che ho sempre avuto la costante paura di deludere le uniche persone che mi restano. Questo è stato un duro colpo per lui.>>
Cerco di fargli capire il mio stato d'animo. Mi libero dalle sue mani e mi trovo del da fare come preparare la valigia, devo cercare di distrarmi in qualche modo.
Daniel mi fissa con quei suoi occhi verdi che trasudano trepidezza.
<< Si ma ti sei fatta valere. Cos'è, ti sei pentita?>>
Non batte ciglio.
Lascio cadere a terra le cose che ho in mano e lo raggiungo nuovamente.
<< Voglio andare a convivere Daniel. Si, è stato brutto e umiliante ciò che è appena successo. Ma io voglio stare con te.>>
Credevo si avvicinasse per abbracciarmi o baciarmi e invece arretra con indifferenza per andarsene in bagno e sedersi sul bordo della vasca, così, senza motivo.
Lo seguo.
<< Cos'hai adesso?>> Chiedo con tono afflitto, disperato.
<< Hai detto che vuoi andare a convivere.>>
Ripete esattamente le parole che ho detto.
<< Si, e allora? Non era quello che volevi?>>
Mi infilo tra le sue gambe ma evita di alzare lo sguardo e parlarmi negli occhi.
Mi sento scombussolata, come sempre.
<< Si, ma non è quello che vuoi tu.>>
Dice freddamente.
<< Ma se prima io stessa ho detto davanti a tutti che andremo ad abitare per conto nostro.>>
Non capisco perché debba contraddirmi adesso.
Che problemi ha??
<< Non devi darmi il contentino Rosie.
Ieri sono state chiare le tue parole.
Poi non venirmi a dire che sono io quello che muta le idee da un momento all'altro quando sei tu la prima a farlo.>>
Si alza e mi scansa per tornarsene di là a fumare.
<< Non è vero. Io non ho mai cambiato idea, per me era un "si" già da subito. Ti ho solo esposto i problemi Daniel. Non cercavo una via di fuga da mio padre. Ho accettato la tua proposta perché era quello che volevo, cos'altro vuoi che faccia?>>
Cerco di coprirmi con le braccia.
Daniel fa spallucce.
<< Non lo so. Niente. Comunque conviene che ci diamo una mossa, o Will deciderà di lasciarci qui.>>
La sua freddezza mi infastidisce, spero che gli passi.. Infatti prendo la buona decisione di non continuare a parlare ma continuare a sistemare le mie cose.
Dopo circa mezz'ora siamo pronti per tornarcene a casa. Se ancora posso definirla casa..
Mi sono infilata una tuta veloce e ho legato i capelli in una coda. Le occhiaia violacee.. Ho una brutta cera, si.
Daniel mi aiuta con la valigia mentre io consegno le chiavi della stanza alla reception e salutare educatamente. Non ci siamo ancora rivolti parola, spero che lo faccia lui perché non resisterò ancora per molto a questo silenzio assordante.
Jhon è venuto a prenderci.
<< E le tue cose?>>
Domando a Daniel vedendolo posizionare la mia valigia nel bagagliaio.
<< È già tutti qui, ci ha pensato Jhon>>
Annuisco in segno di aver capito ed entro in auto.
È stata una pessima mattinata.. Non sono in vena di peggiorare il resto della giornata.

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now