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Camminiamo lungo il parco giochi immenso.
Per essere un posto deserto è piuttosto colorato con molte lucette che ricoprono ogni giostra.
C'è una grande ruota panoramica arrugginita alla mia destra, con accanto i jumping e la giostra delle tazze in funzione.
Daniel cammina al mio stesso passo senza andarmi oltre come fa di solito.
Si adegua al mio movimento lento e quieto nonostante abbia le gambe più lunghe delle mie.
Benché sia una sciocchezza, sono felice.
Ci guardiamo come se uno ha letto i pensieri dell'altra, perciò ci scambiamo un sorriso complice.
<< Mi stupisce che un parco dei divertimenti come questo non sia frequentato>>
Commento girandomi intorno.
<< È chiuso ormai da tempo. Non so precisamente perché sia andato in fallimento. Però ci venivo quando ero piccolo; quel periodo mia madre portava me e la figlia della mia vicina di casa ogni sabato pomeriggio a giocare qui>>
Risponde alzando le spalle.
La figlia della vicina di casa che suo padre ha molestato sessualmente.. ho i brividi.
<< Hai ancora contatti con quella vecchia amica d'infanzia?>>
Domando.
Fa un'espressione pensierosa nel tentativo di scavare nei vecchi ricordi.
<< No. In realtà non ricordo nemmeno che viso avesse, ero troppo piccolo.
Credo sia tornata nella sua terra d'origine però.>>
Non è americana credo.
Meglio non indagare oltre.
Dopo qualche metro vediamo una grande giostra antica a cavalli:
il tema è quello di un tendone medievale aperto con all'interno la giostra composta da cavalli grandi e bellissimi decori con pitture che richiamano l'epoca della tavola rotonda e dei suoi cavalieri.
Bonnie ed Alex sono proprio lì.
Alex sorridente fa << Ciao ragazzi!>>
E noi ricambiamo allo stesso modo.
Non appena Bonnie mi nota, corre verso di me per abbracciarmi ed io la accolgo pronta con le braccia spalancate.
<< Non ti vedo da troppo tempo e cominciavo a risentirne>>
Dice sulla mia spalla.
<< Anche io, mi sei mancata in questi giorni>> Rispondo stringendola ancora più forte.
<< Non quanto a me.>>
Daniel porta gli occhi al cielo.
<< Avete finito con le smancerie?>>
Dice con tono scocciato.
<< Ah, hai portato anche il tuo ragazzo/fratello simpaticone>>
Sono irrigidita. Mi vergogno nel vedere l'espressione di Daniel perciò replico.
<< Non è il mio ragazzo..siamo..>>
Non trovo quelle maledette parole che proprio non si addicono alla..nostra situazione attuale.
<<..Amici.>> Interviene Daniel non tanto sicuro. È timido e affossato. Non ricordo di aver mai visto Daniel Gheller inibito..
Lo guardo e gli sorrido per ringraziarlo.
Siamo amici ed io lo so solo adesso.
Cerco solo di pensare e sperare che non litigheremo ancora.
<< Amici?! Sul serio? Come...mi sono persa qualcosa>> Esagera Bonnie con l'euforia.
<< Ehm..è piuttosto lunga..>> Mi agito perché so che non riesco a dirle ciò che vorrei con Daniel qui di fronte.
<< Ma almeno ti ha chiesto scusa lui? Era stato un vero stronzo.>>
La mia amica parla un po' più sottovoce, tralasciando il fatto che l'interessato sia veramente accanto a noi.
<< Se non ve ne foste accorte io sono qui.>>
Appunto.
Bonnie alza i sopraccigli e punta gli occhi verso Daniel che alza le braccia in segno di difesa.
<< Ok ho capito. Voi parlate di cose da femminucce e io andrò a parlare con Alex di cose da maschietti>>
Continua ironicamente mentre va incontro al suo di amico.
Lo osservo camminare.
Mi terrorizza il solo raccontare a Bonnie tutto ciò che si è persa in questi ultimi giorni.
<< Allora?>>
Sbotta impazziente.
Le racconto di Daniel con la sua "sorpresa" al "Metropolitan Museum" tralasciando ovviamente quella confidenza in terrazza.
Ho ancora molte domande per lui per quanto riguarda questo.. la situazione non mi ha assolutissimamente terrorizzata, ma forse non ho ancora realizzato bene di cosa veramente si tratta. Lo scoprirò con il tempo questo è poco ma sicuro.
In un modo o nell'altro, voglio aiutarlo come posso.
Le racconto poi della nostra sventura con la macchina, ovvero del quasi incidente corso. Continuo con la notte passata in quel motel e.. ovviamente del bacio e del brutto litigio.
<<...Da allora ci siamo completamente evitati, fino ad oggi.>>
Finisco.
<< Non posso crederci. E come avete chiarito? Insomma siete venuti qui insieme!>>
Bonnie è sbigottita quanto me di questa stravagante storia.
<< Oggi all'università parlavo con Finn. Nel momento in cui stavo andando in aula me lo sono ritrovato accanto, Daniel. Per fartela breve mi ha invitata a pranzo. Abbiamo mangiato Italiano e.. ora siamo qui>>
Mi sfrego le mani mentre mi guardo i piedi.
Restiamo in silenzio e Bonnie mi guarda con l'aria di chi crede di saperla lunga.
Ora si che sono più frenetica.
<< Sei cotta. Tantissimo, ti si legge negli occhi >>
<< Oh, ma no.. l'hai sentito? Siamo amici. È già un bel passo verso una tolleranza>>
Odio dirlo, ma ha ragione.
E ammettere pubblicamente le mie sensazioni mi costa troppo. Non voglio ammetterlo nemmeno a me stessa, ma c'è qualcosa in quel ragazzo che mi ha scombussolata.
<< Lo sapevo che lo eri! Comunque se ti ha portata a mangiare italiano è buon segno>>
Faccio un mugolio e aggrotto la fronte. Mi sono arresa a lei.
<< Non lo so.>>
Metto in dubbio il fatto Daniel provi ciò che provo io.
La mia insicurezza di adesso non mi aiuta affatto. Non devo pensarci.
Bonnie annuisce perspicace.
<< Che fine ha fatto la mia ragazza??>>
Urla Alex mentre, con Daniel, ci vengono incontro.
Guardo Bonnie attonita.
Si sono messi insieme? Mi sento in colpa perché siamo stati 20 minuti a parlare di me e Daniel quando lei aveva una novità ben grossa rispetto a questa.
Bonnie salta in braccio al suo ragazzo e si scambiano un dolce bacio.
Daniel tiene gli occhi su di me quando si accorge del mio rossore.
<<Venite spesso qui?>>
Chiedo curiosa.
<<Beh.. No, non facciamo queste cazzate di solito, ma oggi è l'eccezione.>>
Fa Alex.
Daniel lancia uno sguardo al suo migliore amico.
<< È il compleanno di Alex>>
Continua infine lui.
<< Davvero? Scusami Alex, tanti auguri. Se lo sapevo prima ti avrei fatto un regalo o un pensiero insomma. Mi dispiace>> Gli dico sfacciatamente.
<< Non preoccuparti Rosie, sono contento che tu sia qui. >>
Ricambio il sorriso al mio meglio.
Sentiamo improvvisamente urlare non molto lontano.
<< Ovviamente dovevi chiamare anche gli altri>>
Dice ringhiando Daniel ad Alex.
Ci raggiungono un gruppo di ragazzi di cui riconosco solo Mike e Melissa.
Quest'ultima tiene per mano un altro ragazzo.
<< Vuoi andartene?>> Mi chiede Daniel in uno orecchio.
Strano che me lo chieda, eppure sono i suoi amici.
Scuoto la testa e spero tanto di non pentirmene. È comunque il compleanno di Alex, mi sembra scortese andarcene subito.
<< Eii, hai portato anche la tua sorellina. Che piacere rivederti Rosa>>
Melissa è un po' ubriaca. Effettivamente barcolla.
<< Rosie>> Correggo senza arroganza.
<< È lo stesso>> Risponde facendo spallucce.
Mi presento a queste altre persone mai viste e vedo con la coda dell'occhio Daniel che si scrolla di dosso Melissa che tenta di saltargli addosso.. mi faccio scappare un risolino.
Dopo almeno 5 minuti ci dirigiamo tutti alla giostra con i grandi cavalli.
Io e Daniel restiamo leggermente indietro rispetto agli altri.
Noto che due di loro tengono in mano dei sacchetti con dentro delle bottiglie.
<< Hanno deciso di fare baldoria sta sera>>
Parlo a Daniel indicando quei sacchetti.
<< Immagino di si.
Noi abbiamo già dato con il vino oggi, siamo apposto>>
Puntualizza senza alcun segno di ironia.
<< Non hai ancora fatto una qualche battuta su Melissa, sono impressionato>>
Il suo volto è veramente impressionato.
<<Sai alcune persone possono sorprenderti>>
Ride della mia stupida battuta e si scricchiola le dita, poi le scuote lungo i suoi capelli color cenere. Cammina lungo il sentiero come se fosse l'angelo della morte.
Magari lo è davvero.
<< Ho deciso che non voglio darle importanza. Poi sono comunque affari tuoi di ciò che fai con lei ed io non ho il diritto di interferire.>>
Solo ora mi rendo conto che non siamo più a passo con tutti, nemmeno a qualche metro di distanza.
Dopo una svolta, appare accanto a noi un laghetto.
È bellissimo. L'acqua lucente crea uno splendido contrasto con tutto il resto.
Però qui l'erba è marrone, morta, per un inverno più rigido del solito.
D'estate dev'essere magnifico.
<< Wow, sei maturata in questi giorni.>>
Gli faccio una smorfia e lo spingo per fargli perdere l'equilibrio, ma senza successo.
<<.. Comunque Rosie, che abbia importanza o meno, ho chiuso con Melissa da un po', in tutti i sensi.>>
Dice guardando dritto a sé.
Quelle parole fanno accendere una lucetta dentro me, una luce che non desiste di risplendere.
Ho già imparato una lezione. Non ho intenzione di ricascarci nonostante sia invece 'intenzionata'.
<< Perché? Se non sono indiscreta>>
Non volevo domandarglielo..
Ma l'agitazione che temevo di avere non si presenta. Comincio ad essere rilassata quando parlo con lui.
È una buona cosa.
<< Non mi piacciono più i suoi giochetti da troietta vogliosa. Ho 22 anni e ho altro a cui pensare, di più importante. >>
Risponde senza alcun tipo di tono o espressione.
<< Beh' allora spero che tu rimanga coerente con la tua posizione di adesso. Hai una laurea di fronte a te ed il viaggio di andata senza ritorno in California, avrai altri tipi di priorità lì..>>
Si ferma di fronte a me sbarrandomi la strada con un'espressione interrogativa.
<< Melissa non è mai stata una mia priorità, Rosie. Ne lei ne nessun altro.. nemmeno lontanamente>>
Guardo a terra per non incrociare quei occhi.
<< Nessun altro.. però..>>
<< EHIIIII, avete deciso di appartarvi o venite a divertirvi con noi?!>>
Urla qualcuno di cui non ricordo il nome.
Cosa voleva dire?
Non quello che io penso di certo.
Chiude gli occhi e ispira.
<< Però cosa..?>>
Tento a chiedere.
<< Niente.. Andiamo?>>
Annuisco per scelta.
Non insisterò. Voglio godermi la serata.

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now