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Dev'essere arrivato da pochissimo, altrimenti lo avrei già notato prima. È difficile per lui passare in osservato.
È in piedi sulla soglia, anche lui con del vino in mano, accanto a Kelly e mio padre che sembrano parlare con due o tre uomini molto formali, forse di più del Marchese.
Ha la sua solita giacca lunga con sotto un completo beage, i tatuaggi sulle mani si possono appena intravedere.
Il suo fissarmi negli occhi mi mette intimidatorio, infatti tento di posare il mio sguardo su Jason e di mantenere il sorriso di prima, come se nulla fosse. Non voglio guardarlo..ma non riesco a non farlo.
<< ...capito?>>
Sobbalzo ma Jason non se ne accorge.
<< Scusami ero distratta, dicevi?>>
Mi sforzo di dire queste parole.
<< Non preoccuparti, ero curioso sul tuo genere musicale.>>
Replica un tantino confuso.
<< Sono orientata sul pop e soul.. Tu cosa insegni di preciso?>>
Domando con la coda dell'occhio puntata su Daniel.
Mi scruta con occhi assassini alla vista di Jason. Se non fossimo alla cena di prova, gli tirerei il contenuto di un bicchiere pieno in faccia.
<< Pianoforte. >>
La mia attenzione si sposta di nuovo su Jason.
Resto a bocca aperta per l'entusiasmo da dimenticare per una frazione di secondo che Daniel si trova a qualche metro da me.
<< Suono anche io il pianoforte, praticamente da sempre. Ed è quello che voglio fare nella vita.
Sono piuttosto realista però, quindi evito le false speranze.
Anche diventare semplicemente insegnante, renderebbe la mia vita più che appagante.>>
Jason sorride perché capisce la mia sottile ironia e sorseggia un po' di vino.
<<...  Possiamo accomodarci in sala per la cena, in seguito svolgeremo un divertente quiz con in palio 15 mila dollari da dare in donazione ad una associazione a vostra scelta.>>
Interviene la voce di mio padre che invita tutti con un cenno a spostarci.
Poso il mio bicchiere e faccio come detto.
<< Ci vediamo a tavola, avremo modo di approfondire questo argomento prima della tua audizione spero, sono contento di averti conosciuta Rosie.>>
Mi bacia delicatamente la mano e non faccio a meno di vedere se Daniel ha visto questo gesto, ma l'ho perso di vista.
<< Ma certo, lo stesso vale per me.>>
Ribatto.
Jason si distanzia un po' per volgere due parole a sua madre.
Io intanto ,per conto mio, proseguo la camminata.
<< ..Sono contento di averti conosciuta..>>
Daniel, improvvisamente al mio passo con un solo metro che ci separa, scimmiotta le parole di Jason.
Mi assale l'ansia nel vederlo qui accanto a me, ma d'altra parte alzo gli occhi per il suo sarcasmo.
<< È fottutamente ridicolo quel coglione.>> Sussurra, ma sa che ho sentito.
<< Sono tutti ridicoli all'infuori di te, dico bene?>>
Il mio tono acido non gli è indifferente.
<< Più o meno, comunque avrebbe avuto un atteggiamento meno "ridicolo" se avesse guardato di più la tua faccia che la lunghezza della tua gonna. O dovrei dire cortezza? Cazzo Rosie!>> Esclama alla fine.
Stringo i pugni e conto fino a dieci dentro di me, se ci arrivo.
<< Non che siano affari tuoi ma.. i suoi occhi erano fissi sui miei per tutto il tempo. Se non altro ha molta più eleganza di te. O dovrei dire galanteria?>>
Controbatto.
Alza le sopracciglia e si passa una mano sulla nuca.
<< Ah già è vero. Chissà perché non gli ho mai chiesto di darmi lezioni di Bon Ton...
Dovresti tenere più attenzione a chi hai di fronte, invece di guardare altrove.>>
Conclude beffardamente.
<< Non ti stavo guardando se è questo che supponi.>>
Cerco di divagare ma fallisco.
<< Questo lo hai detto tu, non io.
Comunque non ci girerò troppo intorno.
Dobbiamo parlare>>
Impone duramente. Quasi quasi gli rido in faccia.
<<No.>>
Sbotto un po' brusca. È proprio l'istinto.
<< Che significa "no"? Ho detto che..>>
Lo interrompo prima che dica qualcosa che non voglio sentire.
Ma come pensa di poter...
<< Non mi interessa quello che hai detto. Non mi importa. Non osare scaricare a me le conseguenze delle tue scelte. Perciò no, non voglio stare a sentirti.>>
Allungo il passo per seminarlo, ma scelta pessima.
<< Non vuoi stare a sentirmi? Cosa cazzo hai nella testa? Dovrei essere io a non volerti più sentire dopo quello che hai fatto. Non fare questi giochi con me. Andiamo>>
Mi afferra per un gomito ma io mi libero subito della presa prima che qualcuno se ne accorga.
<< Non ti azzardare. Voglio andare a cena con la serenità che avevo prima che tu arrivassi. Ma come ti viene in mente di dire che sia stata io a farti qualcosa?! >>
Chiedo tanto spudoratamente da alzare la voce.
Oltre ad essere bipolare si inventa le cose adesso??
<< Non fare la finta tonta. So cosa hai fatto quando nel frattempo stavi con me. Se pensi di avere a che fare con un'idiota ti sbagli.>>
Resto attonita da queste parole.
<< Ti stai rendendo conto di cosa stai dicendo?>>
<< Oh si che mi rendo conto, ma hai ragione tu. Non parleremo, passerai la serata con la serenità che avevi prima che venissi io.
Ma lo faccio per mia madre e Will,  non per te.>>
Non faccio in tempo a replicare che Daniel, con delusione negli occhi, si allontana per raggiungere il tavolo a cui siede.
Siamo arrivati nella sala in cui si terrà la cena. Non ha chissà quali decorazioni, è piuttosto sciatta.
Tutto bianco e nero con un tocco di rosso sulle pareti e sul pavimento.
Le luci sono piuttosto soffuse, ma contribuiscono a creare l'atmosfera.
Otto tavoli rotondi sparsi qua e là.
Vorrei raggiungerlo e obbligarlo a parlare questa volta.
Mi sta incolpando di qualcosa di cui non sono nemmeno a conoscenza.
Mi siedo ad un tavolo accanto al suo che fa d'angolo, uno di fronte l'altro. Prevedo tanta tensione.
<< A quanto pare questa sera non ti libererai di me. Ti dispiace?>>
Jason è di nuovo qui e siederà di fronte a me. Sono sollevata in parte, ho bisogno di svagarmi senza quel pensiero fisso nella mente.
<< Assolutamente no, almeno avrò qualcuno con cui parlare.
Sono la figlia dello sposo e non mi viene in mente nemmeno un volto dei qui presenti che io abbia mai conosciuto. Paradossale vero?>>
Afferro il tovagliolo per poggiarlo sulle mie gambe.
<<Solo un pochino.>>
Fa Jason mostrandomi la piccola distanza tra il suo pollice e indice.
Mi viene un attacco di panico nel vedere una bella ragazza mora sedersi accanto a Daniel.
Da come si salutano sembrano trovarsi anche in sintonia.
Jason si volta per capire chi io stia fissando da più di due minuti.
Distolgo perciò lo sguardo, evitando un'ipotetica figuraccia.
<< Non conosci nessuno meno che il figlio della sposa. >>
Esordisce quasi da spaventarmi.
<<Già, tranne lui..>> Riesco a borbottare.
<< Io non lo conosco più di tanto, solo.. non ci siamo mai stati simpatici a pelle>>
Chi è che a Daniel è mai stato simpatico?
Proprio non ne ho idea..
<< È solo un po' scorbutico..>>
Affermo questo mio punto di vista dubbiosa.
Lo sto per caso difendendo?
<< Immagino che tu lo conosca bene, insomma siete partenti>>
Ecco che ci risiamo, anche Jason.
<< No.. insomma quasi. Lo saremo a tutti gli effetti da domani giusto? >>
Sorrido falsamente per non dire qualcosa che non dovrei.
Jason capisce che non glie la racconto giusta. Devo cambiare discorso.
<< Allora.. verrai anche domani?>>
Sentenzio con questa domanda, non essendone interessata chissà quanto a dirla tutta.
Non voglio essere cattiva o poco educata.. ma non riesco a non pensare ciò che mi ha detto Daniel qualche minuto fa.
Continua a parlare con quella ragazza.
Ahhh!!
Non la conosco nemmeno e sento di odiarla. La odio anche perché è bella, lo ammetto: i suoi capelli scuri che ricadono in graziosi boccoli, quello scollo che.... basta. Potrei andare lì e scaraventarla a terra, semplice.
Mi sembra di ragionare come Daniel.. che mi prende.
I due, non capisco perché, ma si alzano e Kelly dice qualcosa ad entrambi.
<< No, mi piacerebbe ma devo tornare a New York purtroppo. Un lavoro alla Julliard ruba tanto di quel tempo>>
Risponde Jason alla domanda fatta.
Per un momento dimentico pure cosa gli ho chiesto ma poi mi riassesto.
<< Peccato. Non ti danno la giornata libera di Domenica?>>
Mi viene quasi un infarto quando vedo Daniel e Miss perfetta sedersi proprio a questo tavolo, al ché Jason non fa nemmeno in tempo a replicare.
Lui sbigottito quanto me, sicuramente per la ragazza, mica per Daniel..
<< Chi ha parlato di giornata libera? Oh magari! Sarebbe pensabile, se solo non fossi la capo redattrice di Sparkle.>>
Interviene la ragazza con un sorriso che parte da un orecchio ad un altro mentre si accomoda a sedere. È truccata magnificamente anche se con il colore della sua carnagione le permetterebbe di stare benone anche acqua e sapone.
Daniel a sua volta, si siede accanto facendo finta di non notarmi.
<< Sparkle? Audace! È la mia rivista preferita.>> Fa subito Jason con occhi adoranti. Ora si che sono imbarazzata.
<< Al ragazzo piacciono le riviste di cosmetica.. audace. >>
Commenta sarcastico Daniel giocando con uno dei suoi anelli.
La ragazza si fa scappare un risolino che accenna a trasformarsi in una grossa e gigantesca..risata.
<< Se non altro ti informeresti meglio, perché non ha a che vedere solo con la cosmetica. Tratta anche di moda.>>
Risponde un po' a tono Jason.
Daniel si gratta la tempia.
<< Di male in peggio..>>
Sussurra poi. Ora viene anche a me da ridere, ma non mi azzardo.
<< Beh nel frattempo che voi due vi date un bacetto e fate pace io mi presento alla vostra amica, sono Spencer.>>
Faccio lo sforzo di fare buon viso a cattivo gioco e le rivolgo la mano.
<< Rosie, piacere.>>
Fatta la presentazione, Spencer mi guarda con l'aria di chi la sa lunga.
E capisco il perché quando gira il suo sguardo esterrefatto anche in direzione di Daniel.
<< Rosie? Quella Rosie?..>> Bisbiglia a Daniel che irritato guarda altrove.
<< Già che ci siamo, lui è Jason, figlio del Marchese Renaldi non ché maestro di pianoforte alla Julliard.>>
Mi rincresce essermi ricordata il suo cognome essendo maldestra in certi casi.
Lo presento con tanta presunzione solo per vedere la reazione di Daniel.
Jason, da gentil uomo, fa il baciamano a Spencer, che lusingata arrossisce al gesto.
<< Sei qui per conto di mio padre o Kelly?>>
Mi permetto di far questa domanda alla ragazza per capirci qualcosa.
Non voglio essere affrettata nel dare giudizi sbagliati. Ma purtroppo è Daniel che mi fa avere questi atteggiamenti.
<< È qui per conto mio. Comunque se non vi dispiace vado fuori a fumare prima che si cominci a mangiare. >>
Sentenzia Daniel senza che nessuno gli abbia dato la parola..
Si alza strisciando la sedia, da farmi venire i brividi.
Poi si blocca per dire qualcosa.
<< Vuoi unirti a me Jackson?>>
È chiaro che ha sbagliato il nome per sua volontà.
<< Magari ti trovi più a tuo agio con le donne però, non insisto.>>
Continua sarcastico.
Una battuta fuori luogo. Lo guardo stizzita.
<< Daniel.>>
Pronuncio il suo nome a mo' di rimprovero.
Mi copro la bocca perché so che voglio rimangiarmelo. Infatti Jason nonostante sia compiaciuto, mi guarda con aria smarrita.
Il suo volto, quello di Daniel, scatta verso il mio, ma non dice nulla.
<< Jason, non Jackson. No. Non ci tengo a venire per una sigaretta, preferisco i sigari. Capisco che non sono alla tua portata però, quindi non preoccuparti non fa niente. Ti avvertiremo quando arriveranno gli antipasti>>
L'occhiolino amarognolo di Jason fa ribollire il sangue a Daniel, in procinto di scoppiare nel suo solito.
<< Vengo io, non a fumare ovviamente. Un po' d'aria fresca ci vuole però, fa caldo qui.>>
Faccio impulsivamente.
Non posso permettere che Daniel si infuri con Jason.
Quest'ultimo mi lancia uno sguardo del tutto confuso dal mio gesto istintivo.
Spingo o meglio accompagno Daniel per un braccio verso l'uscita.
Strano ripetere gli stessi gesti che lui fa con me..
<< Che limitato del cazzo quello..>>
Borbotta a bassa voce mentre apre la porta.
<< Si può sapere che ti prende?!>>
Gli sbotto.
Mi rendo conto di avere ancora la mia mano sul suo braccio quando Daniel la guarda senza rispondere alla mia domanda. La tolgo immediatamente.
<< Che ci sei venuta a fare qui fuori, potevi restartene con il tuo nuovo amico del cuore. Tanto vi assomigliate..>>
Dice con la sigaretta tra le labbra.
<< Non ha senso ciò che dici. Ti sorprende che sia venuta qui fuori con te?>>
Non risponde a questa domanda.
Aspira soltanto quel maledetto fumo.
<< Va bene, se vuoi rientro.>>
Dico arrendevole. Accenno ad andarmene e a lasciarlo qui da solo.
<<No. >>
Mi immobilizzo.
<< No cosa?>>
Voglio sentirmelo dire, una volta per tutte.
È buio ma lo intravedo voltarsi.
<< Voglio che tu rimanga>>
Lo sapevo.
Il vuoto che mi stava assalendo va via.
<< Allora se vuoi che rimanga riusciresti a trattare Jason come si deve? Abbiamo capito tutti che non vi piacete, ma fallo per me, ti prego.>>
Fa una smorfia.
<< Ma è..>>
<< Ma niente. Te lo sto chiedendo per favore Daniel.>>
Insisto e lo guardo dritto negli occhi.
<< Che ci faceva lì con te.>>
Fa a tono duro.
Se vuole delle giustificazioni non glie le darò. Non sono affari suoi.
<< Non penso proprio che tu sia in diritto di farmi il terzo grado.>>
Rispondo nel modo più sincero possibile.
<< Non ti sto facendo il terzo grado. Era solo una domanda.. vedo che avete molto in comune. Insegna alla Julliard.>>
Ha uno strano tono di voce, caldo e freddo al contempo.
<< Si, insegna alla Julliard. Sarà uno tra i miei giudici. Ma questo non significa che abbiamo molte cose in comune. Lo conosco solo da un'ora e mezza.>>
Come non detto, mi sto giustificando.
<< Giudice? Sei sicura di volerla fare questa audizione? Non credo sia una buona idea. Tanto puoi entrarci lo stesso alla Julliard lo sai..>>
Non riesco a credere che lo abbia detto. Cosa gli fa pensare di poter essere.. geloso adesso? Perché si tratta di gelosia, vero?
<< Mai stata tanto sicura. E se proprio devo dirlo sono lusingata che sia Jason uno dei giudici. Insegna pianoforte, il mio stesso strumento.>>
Daniel mi fissa senza capire.
<< Mi sembra abbiate già fin troppe cose in comune..>>
Ribadisce con più sicurezza.
Vorrei dirgli che Jason sembra molto più interessato a quella Spencer piuttosto che a me e che non ha nulla di cui preoccuparsi.
Ma voglio lasciarlo ancora nell'illusione.
Dopotutto ho bisogno di spiegazioni a quello che ha fatto.
Intendo nei giorni precedenti.
<< Che mi dici di Spencer? Anche lei sembra più "uguale" a te..>>
Tento di non dare a vedere il mio rossore.
Lui invece, guardandomi ardentemente, prende la sigaretta in bocca per nascondere un sorrisetto.
<< Nemmeno tu hai il diritto di farmi il terzo grado.>>
Mi ha messa KO.
<<.. Ei voi due. La cena è cominciata!>>
Subentra alla nostra destra una voce stridula. È Spencer che invita a rientrare con un sorriso talmente caloroso da coinvolgermi.
In realtà sto per rispondere che non avevamo ancora finito di parlare ma..
Daniel butta via la cicca e mi sorpassa senza indugio.
Ed io resto qui ferma imbambolata, a vederlo entrare a passi pesanti, come se mi stesse urlando.

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now