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Ho un mal di testa pazzesco. Sono le 8.00 del mattino e ricordo solo adesso che mi trovo dentro la stanza di un motel con Daniel.
Daniel. Non è qui.
Dov'è? Sarà andato a chiamare Jhon sicuramente per venirci a prendere.
La linea dovrebbe essere già arrivata.
Mi alzo e mi faccio forza per vestirmi e lasciare tutto in ordine.
Tossisco e noto il mio viso pallidissimo allo specchio.
Credo di avere la febbre e l'influenza.
Ma io non ero rimasta a dormire in macchina? Come posso essere qui?
Non ricordo granché purtroppo, ma Daniel deve avermi riportata dentro.
Di certo non ci sono venuta da sola.
Recupero le mie cose ed esco di qui.
Riesco a intravedere Daniel e Jhon in lontananza che scambiano due parole.
L'auto sembra a posto. Ci sono due nuove ruote posteriori.
Dopo aver consegnato le chiavi e fatto un saluto a Jhon a distanza di qualche metro, vado incontro a Daniel che mi guarda teso. Non so proprio come iniziare.. o meglio vorrei dire tante cose ma ho paura di una reazione brusca come quella di ieri da parte sua.
<< Hai una pessima cera>> Irrompe il silenzio "scherzando". Gli sorrido senza guardarlo.
<< Be' si lo so, credo di avere la febbre.>>
Mi mette la mano in fronte e annuisce con insicurezza.
<< Si, credo di si. Ma è normale dopo aver sofferto dal freddo in macchina.>>
Chissà se è amareggiato.
Quasi impossibile da notare con quel viso piatto e freddo. Sono difficili da individuare le sue emozioni a differenza di me. Tranne quando ha voglia di prendere a pugni qualcuno.
Quello si vede benissimo.
Potrà anche essere veramente dispiaciuto ma non lo saprò mai sul serio.
<< Mi dispiace. Ho detto cose che non pensavo ieri notte e ti devo delle scuse Daniel.. >> Ero impaziente di riferirglielo.
Riconosco quando ho torto.
Il suo volto si addolcisce e sorride guardando a terra.
<< Ti faccio davvero incavolare Rosalinda>>
Rido insieme a lui.
<< Si, forse è così. Vorrei poter dire la stessa cosa, ma tu sei arrabbiato perpetuamente quindi..>>
Scherzo sul suo umore.
Ma parlando di quest'ultimo si direbbe che invece oggi è inspiegabilmente buono.
Credo.
<< No. Tu mi fai incazzare a morte è diverso..>>
Replica brioso.
Mi rattristo per un momento. So che faccio uscire il brutto lato di lui.
Ma anche lui fa uscire il peggio di me!
È tutto complicato.
<< Appunto. Daniel dobbiamo parlare di ieri sera. Non possiamo continuare a litigare. Non riusciamo a comportarci da persone mature quando stiamo insieme e non va bene.>>
So che non ho tutti i diritti di fare la superiore, ma dobbiamo trovare una soluzione.
<< Con te è impossibile.
Non stava accadendo nulla di male. Ci siamo fermati Rosie.
Mi sei andata addosso per niente e hai usato contro di me la.... insomma, sei l'ultima persona che può fare la predica.
E vuoi oltretutto che io mi fidi di te.>>
Deve farmi sentire in colpa.
E mi ci sento.
<< Ti ho già detto che mi dispiace. Cos'altro devo dirti Daniel?>>
Sembro disperata ma non so più cosa fare con lui.
<< Non lo so.>>
Si mette a vaneggiare e si guarda intorno.
Restiamo zitti per circa tre minuti.
A volte il silenzio è peggio delle sue urla.
<< Quindi per te non ha significato nulla?>>
Chiedo non molto diretta.
Si blocca e deglutisce.
Continuo a chiedergli o dirgli cose che non voglio, pare che mi diverta a farmi umiliare. Perché?
<< Cosa>>
Cerca di divagare ma non posso permetterglielo.
<< Non chiedermi cosa. Lo sai>>
Ormai è ovvio che provo qualcosa.
Non so cosa sia ma mi sento strana con lui. E quel bacio ha fatto scattare in me mille sensazioni nuove.
Alza le mani come per proteggersi.
<< Ti riferisci a..?
Rosie, è stato un fottutissimo cazzo di bacio! Non ha significato niente.>>
Ogni sillaba mi colpisce come una coltellata. Soprattutto con quel tono.
<< Ok va bene, ma smettila di parlare come se io fossi la pazza!>>
Ma cosa ho fatto di male? Non essere stata cinica come lui?
Ma come diavolo funziona il pianeta!
Questa domanda comincio a farmela troppo spesso per i miei gusti.
<< Non ti sto dando della pazza ma tu..>>
Lo interrompo.
<< Ma io cosa Daniel? La tua preoccupazione è per ciò che ho provato io a quel maledetto bacio?
Se ti rende felice, non ho provato niente! Niente di niente.>>
Mento alla grande.
Faccio per entrare in macchina.
<< Non voltarmi le spalle! Stiamo discutendo. Non eri tu quella che voleva parlare?>>
Non gli dò ascolto e continuo a camminare.
<<Fa pure. Scappa! Che sei brava a fare solo quello>>
Mi freno di scatto.
Mi volto e avanzo verso Daniel con altezzositá.
Lui è li, con i pugni stretti.
Ora glie ne dico quattro.
<< "Non credo che tu sia realmente pronta" queste sono state le tue parole ieri sera.. >>
Gli ricordo..
<< Ma... se fossi tu in realtà quello a non essere pronto? Te lo sei mai chiesto, Daniel?
Guardati allo specchio e rifletti su ciò che vuoi veramente, non su ciò che ti imponi di fare.
Ora ti chiedo di non rivolgermi più la parola. E questa volta sul serio.>>
Credi di avergli tenuto testa, ancora, e conta questo.
<< Rosie!!>> Grida, ma io sono già in macchina e sinceramente non mi interessa ascoltare cosa ha da dire.

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now