81

11K 240 5
                                    

Rosie's pov.

Mi sveglio nella stessa identica posizione in cui mi sono addormentata. Daniel ancora dorme e suppongo sia presto. L'appuntamento è alle 9.00 e sono le 7.30.. Ma è ora di alzarsi.
<< So che mi chiederai di alzarmi e io ti risponderò sempre al solito "altri 10 minuti, è presto">>
Fa la voce di Daniel impastata dal sonno. Sorrido e gli lascio una scia di baci sul petto.
<< Carenze d'affetto piccola?>>
Commenta ironico nel vedermi così tenera.
<< Abbiamo passato più momenti a litigare piuttosto che così.>>
Dico riflettendo sul fatto di aver appena detto una sacro santa verità.
<< Già.. Ma è divertente litigare con te.>>
Mentre continuo a baciarlo mi drogo del profumo della sua pelle, è così buono..
<< Oggi è il grande giorno. Tutta la famiglia riunita. Più Bonnie e Alex.>>
Continua poco dopo.
<< Si e andrà bene, vero?>>
Cerco sicurezze nell'insicurezza.
<< Non ti garantisco niente, ma si. Andrà bene.. Ora andiamo a prepararci per andare a questo stupido appuntamento, subito dopo ti porto dal ginecologo per farti cominciare a prendere le pillole. Ciò che è successo ieri non deve più accadere senza precauzioni, non so con quale forza di volontà non ti sono venuto dentro.>>
I ricordi riaffiorano, e il solo pensiero mi fa venire ancora voglia.
Ma Daniel ha ragione, è stato stupido e impulsivo..
<< Hai un ginecologo di fiducia?>>
Domando scherzosa pogiandomi con la guancia esattamente dov'è il suo cuore.
<< Qualcosa del genere.. Ti lascio lì, faccio due commissioni e ti vengo a riprendere.>>
Mi fa spostare delicatamente per potersi alzare. Si stiracchia mentre va in bagno e io resto come un sacco di patate appena fatto cadere sul letto.
<< Dove devi andare?? >>
Urlo per far sì che mi senti.
<< Dalla psicologa.>>
Mi risponde. Che strano.. Pensavo cercasse di evitare in qualche maniera di rispondermi per poi finire a discutere per via della mancata fiducia. A volte dimentico totalmente che lui soffra di questo disturbo mentale.. Non ha mai affrontato la fase maniacale in mia presenza o almeno non smoderatamente .. Dice di saperlo controllare. Mi auguro sia così a lungo andare.
Ci prepariamo con calma e usciamo di casa proprio per le 8.30.
Siamo in viaggio con un freddo implacabile.
<< Dove avevi detto che si trovava il tuo amico?>>
Mi fa ridere il fatto che ci tenga a non chiamarlo per nome. Ma cerco di trattenere quel risolino.
<< Mi ha mandato un messaggio proprio sta mattina con l'indirizzo.
È al 60 Lincoln Center Plaza.
Metto il navigatore.>>
È a soli 20 minuti da dove siamo ora, pensavo ci dovessimo mettere più.. Meglio così, arriveremo in perfetto orario.
<< Come vanno gli incontri con la psicologa?>>
Sbotto questa domanda senza pensare che possa dargli fastidio. Me ne pento ma stranamente oggi è di buon umore.
<< Vuoi sapere se perderò la testa?
No Rosie, non con te. Il fatto che ci sia tu nella mia vita mi porta a sforzarmi di migliorare e non fare cazzate che possano farti allontanare da me.>>
Già lo sapevo questo, ma amo sentirglielo dire. Lo prendo per mano quando lascia il cambio per rassicurarlo e lui mi accenna un sorriso.
<< Ovviamente non faccio tutto da solo. Prendo delle pastiglie che mi aiutano a controllare entrambe le fasi.>>
Non me lo aveva detto né tantomeno l'ho mai visto ingerirle, però dovevo aspettarmelo. Devo ancora conoscere tante sfaccettature del bipolarismo.
<< Tutt'ora le prendi quindi queste pastiglie?>>
Vorrei mordermi la lingua. Perché prima parlo e poi me ne pento?
Mi sembra di passare per quella che cerca rassicurazioni. Non voglio che pensi che abbia paura di lui, anche perché non ne ho. Davvero.
Daniel impallidisce per un attimo, mi lascia la mano e se la strofina sul ginocchio.
<< Le ho sempre prese, ma ultimamente sto cercando di farne il meno uso possibile per restare lucido e abituarmi a controllare i cambi d'umore.>>
Non è una rivelazione sconvolgente, ma è una risposta molto più sincera di quanto mi aspettassi.
Solo non capisco questa evidente tensione.
<< In ogni caso so che farai bene.>>
Riesco a dire. Ho toccato un punto debole, e non so mai quale reazione avere ogni santa volta. Mi sento stupida.
<< Si ma adesso convivo con te, sarà difficile..>>
Dice subito dopo con una sottile linea sarcastica. Lo fisso a bocca aperta e lui scoppia a ridere.
<< Posso sempre scoparti ogni volta durante la fase maniacale, mi aiuterebbe a tornare in me.>>
Continua mentre riceve pizzicotti sul braccio.
<< Mi useresti per meri scopi sessuali quindi.>>
Contrabbatto facendo finta di essere allibita.
<< Scopi sessuali e sociali, a fin di bene.. Saresti un eroina, guarda il lato positivo.>>
Continua con il fegato che gli chiede pietà per le risate assordanti.
<< Ma certo, guardiamo il lato positivo!>>
Esclamo imbronciata con la schiena sul sedile. Daniel piano piano smette di ridere e mi scruta con la coda dell'occhio.
<< Solo tu puoi salvarmi.>> sussurra e non credo più stia giocando, ma io faccio finta di non aver sentito e apro un discorso a caso su mia nonna e la passione che ha per il ballo.
Il tragitto trascorre in fretta e arriviamo puntualmente proprio di fronte la Juilliard.
Che meraviglia.. È un'emozione immensa vederla da così vicino.
Mi accorgo che Daniel mi guarda mentre io fisso assiduamente la struttura.
<< Guarda, è bellissima!>>
Esplodo con gioia.
<< Si, lo è..>> Udisco in un sussurro.
So che probabilmente non parlava della Juilliard.
<< Siamo arrivati alle 9.00 spaccate. Spero sia puntuale anche lui altrimenti potrà andare dritto affanculo mentre io ti porto a fare un giro nella scuola.>>
Il suo romanticismo non è il massimo ma mi fa venire i brividi ogni volta..
<< Sarebbe fantastico, ma non credo si possa fare.>>
Dico senza convinzione.
<< Si, tranquilla.. Però magari dopo.. guarda chi c'è.>>
Indica svogliato alla vista di Jason dietro le mie spalle.
<< Ciao Rosie, sono felice di vederti!>>
Mi viene incontro con massimo splendore. È vestito con un completo non troppo elegante ma alla moda color cachi con in mano una valigetta da lavoro.
Sembra quasi un'agente immobiliare, per stare sulla tematica.
Sento la tensione della mascella di Daniel a distanza quando Jason mi abbraccia cogliendomi in flagrante.
Spegnendo quel sorriso, fa un cenno a Daniel. Ritorna poi a guardarmi gioioso. Ha evidentemente capito che stiamo insieme senza spiegazioni di troppo.
<<Vi siete parcheggiati proprio davanti la Juilliard vedo.>>
Commenta guardando l'auto di Daniel.
<< È questo l'indirizzo, dove volevi che parcheggiassi?>>
La vena stizzita di Daniel non poteva di certo mancare.
Lo guardo male e lui fa spallucce come se non avesse detto niente di male.
<< No no, avete fatto bene. Direi che possiamo andare.. L'appartamento si trova in quel palazzo lì. Casa mia è a tre isolati da qui come ti avevo detto, quindi in caso ti servisse qualcosa..>>
Dice ma Daniel lo interrompe bruscamente.
<< Non le servirà niente da te visto che se mai fosse, ci sarei io.>>
Mi fa vergognare Dio santo..
Lo supero con un passo per fargli capire di comportarsi decentemente.
<< Vivreste insieme quindi? Beh.. Si tratta di un monolocale quindi non so se.. Insomma se sia adatto a due persone.>>
Jason è titubante, ma non sulla casa..
Spero vivamente non sia interessato a me, questo diventerebbe compromettente, anche per il lavoro che mi ha offerto.
<< È ancora tutto da valutare, siamo qui per vederlo no?>>
Rispondo prima della prossima stupidaggine di Daniel.
Mi trattiene per un braccio cosicché io mi giri a guardarlo. Mi chiede spiegazioni con un cenno del capo.
Non voglio rispondergli a tono o male, né tanto meno metterlo in agitazione inutilmente, poiché porterebbe solo a farlo innervosire e mandare a monte l'intera giornata. Perciò gli accenno un sorriso all'angolo della bocca e scuoto la testa per dirgli di non preoccuparsi, che non mi riferivo alla nostra convivenza quando ho detto "è ancora tutto da valutare", bensì all'appartamento. Abitare qui sarebbe comodo, è vero.. Però sono automunita, non mi costa nulla partire da casa venti minuti in anticipo.
Arriviamo davanti la porta dell'appartamento e Jason, poggiando a terra la sua valigetta, si decide a recuperare le chiavi e aprire la porta.
Si fa largo per farci entrare.
È una casetta piccola a vista d'occhio, i colori sono spenti, i mobili vecchi.. Ma si potrebbe dare una sistemata. Non è di certo da buttare.
Abbiamo un angolo cottura con un saloncino che diventa una camera da letto, visto che il divano è anche un letto. Ha comunque un qualcosa che mi piace tutto sommato.
<<Come ti avevo detto, il proprietario ha lasciato tutto in disordine. È piccola ma accogliente se messa a restauro, ovviamente per le pareti e i mobili. Hai la vista della Juilliard, la luce batte proprio sulla casa durante il giorno. Il bagno è di qua, ed è spazioso.>>
Si trova due passi avanti a sinistra. Ce l'ho mostra a luce accesa e devo dire che è un bel bagno, diverso rispetto al resto della casa. Moderno con pavimento in parquet grigio, la doccia è vetrata più o meno come quella che abbiamo attualmente.
Mi volto per vedere l'espressione di Daniel, ma è indecifrabile, sembra solo che aspetti di andarsene da qui, come se fosse venuto per farmi un favore. Ed è così infatti, lo sapevo bene.
<< È carina Jason, nulla da obbiettare. La prenderò in considerazione. È un ottimo punto per me questo, davvero vicino al lavoro e allo studio.. Quanto all'arredamento ci penserei un po' alla volta se fosse.>>
Commento facendo ancora un riepilogo veloce della casa rotendo la testa.
<< È piccola secondo me. Se qui accanto non abita nessuno si potrebbe buttare giù tutto ed unire gli appartamenti.>> Valuta Daniel stranamente interessato alla questione di allargare gli orizzonti.
<< No, non c'è nessuno qui accanto, dovrei informarmi se è stata comprata o affittata ma che io sappia è vuota. Costerebbe parecchio comunque.. Ma a te non mancano i soldi quindi non dovrebbe essere un problema. >>
Risponde Jason con noncuranza. Daniel accenna al ringhio.
<< Ti hanno informato bene. Comunque ci penseremo, ok? Ora andiamocene.>>
Conclude in fretta Daniel girandosi verso la porta per uscire. Jason mi lancia un occhiata dispiaciuta.
<< Aspetta. Voglio sapere cosa ne pensi tu.>>
Mi affianco a lui ma si acciglia.
<< Preferisco casa nostra, sai cosa ne penso.>>
Dice come se fosse una risposta scontata. "Casa nostra" è così dolce come suona questa parola, ma devo concentrarmi sull'esito negativo ottenuto.
Prima di dire ciò che sto per dire, per non fomentare una discussione.. Dico a Jason:
<< A me sinceramente piace. La prenderò in considerazione per eventualità.. Ti ringrazio comunque per la tua disponibilità Jason.>>
Mi sento messa in difficoltà da Daniel e dal suo atteggiamento, ed io come sempre devo prendere la palla al volo prima che precipiti chissà dove.
<< Nessun problema. Molto probabilmente la troverai libera sempre, anche perché non è in mercato.. Volevo solo farti un favore.>>
Dice come se fosse solo con me nella stanza. Daniel si comporta altrettanto giocherellando con uno dei suoi anelli.
Guardo Jason con stupore ignorando il mio ragazzo.
<< Quindi lo hai fatto per me? Oh Jason non sai quanto io lo apprezzi, davvero.. Sono molto tentata ad investirci sopra, giusto per avere una garanzia.. Ovviamente potrebbe sempre essermi utile avere una casa "mia" a disposizione.>>
È fuori luogo il mio discorso e me ne rendo conto quando improvvisamente Daniel si mostra interessato a ciò che dico.
<< Perfetto, pensaci pure quanto vuoi.. Appena sarai sicura parliamo per il contratto. Me ne occupo io tranquilla.>>
Jason è un'ancora di salvezza: casa, lavoro.. È un angelo. Mi ci troverò bene anche a lavoro probabilmente, sempre che Daniel non mi renda la vita impossibile.
Passiamo circa 10 minuti a scambiare qualche parola relativa all'audizione, che caspita, si terrà fra poco più di due settimane.. E mi fa specie pensare che Clark voglia che io cominci a provare con il signor Bennet dopo natale..
Non che io non voglia, ma odio pensare che avrei potuto passare le vacanze in pura tranquillità quando invece mi trovo a affondare nell'ansia giorno per giorno fino all'audizione.
Arrivati al parcheggio ci salutiamo e Jason se ne va.
Daniel ha un muso che arriva sino a terra. Sarà uno dei suoi momenti.. Difatti ignoro la cosa.
So solo che non riesco a smettere di osservare ogni singolo centimetro quadrato di questa struttura.
Non nascondo che spero che Daniel mi dica di andare lì a dare un'occhiata ravvicinata, come diceva appena arrivati. Ma non lo fa, guarda il suo telefono appoggiato all'auto, svogliato, disinteressato.

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now