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Clark, con una scarsa riuscita di divagare, tossisce per finta cercando qualcos'altro su cui poggiare la sua attenzione.
Daniel con aria nervosa prende distanza da me.
Cerco di ricompormi come se nulla fosse e Daniel raccoglie da terra la mia borsa. Me la porge e scuote le dita tra i capelli.
<< Vado, ci vediamo dopo. Ti conviene andare direttamente in aula e aspettare lì o andare dalla tua amica.. basta che non te ne stai qui in giro. D'accordo?>>
Dice scrutando Clark.
Chissà perché ma non è il caso di chiederglielo.
<<D'accordo, allora a dopo.>>
Rispondo con un accenno di balbettio.
Mi bacierà? Ho timore che lo farà, ma non perché non lo voglia, solo non voglio che Peter possa vedere.. cioè è il padre di Alex. Viste le condizioni che mi ha posto ieri Daniel sul "non correre" suppongo non lo faccia.
Lui lì per lì si ritrae come per andarsene, ma per una mia confusa sorpresa allunga la sua mano verso il mio collo e avvicina le sue labbra. Mi dà un bacio, "uno" nel proprio senso della parola, ma non veloce. Lento e intenso.. si allontana e va via guardando Peter con occhi vispi.
A tal proposito non so cosa devo fare.
Andare via?
Nonostante faccio per andarmene Clark si incammina a passi decisi fermandosi proprio davanti a me.
Il mio respiro accelera e, quasi, mi pento di aver detto a Daniel di andare a lezione.
Lui si guarda in giro sperando non ci sia qualche studente nei dintorni.
Mi guardo i piedi non sapendo cosa dire. Un "buongiorno preside" sarebbe super incoerente visto il nostro ultimo incontro.
Mi fa un sorriso beffardo un po' sinistro, che mi inquieta.
<< Così te la fai anche con tuo fratello?>>
Quelle parole fuoriescono dalla sua bocca con tanta di quella superiorità.
<<Scusi?!>> Esclamo di botto.
Ho davvero capito bene?
  << "Daniel Gheller" è tuo fratello giusto? Non parlo molto con mio figlio, ma so abbastanza per sapere che fate parte della stessa famiglia.>>
Il suo tono di voce cupo e di derisione
mi coglie alla sprovvista. Un brivido strano mi percorre tutta la schiena ogni volta che apre bocca.
<< Non sono questioni che la riguardano.. >> Dico autorevole.
Che mi prende.. sento di non potermi muovere.
<< Ecco, è qui che ti sbagli. Invece, riflettendoci, un po' mi riguardano..>>
Che cosa..?
Cerco di scivolare via da sotto i suoi occhi, ma lui tenendo un braccio mi blocca l'unica via d'uscita.
<< A cosa si riferisce!>> Esclamo infastidita.
<< Beh vedi Rosie..>>
Avanza e mi sfiora la guancia con un dito.. il mio volto scatta a quel tocco ripugnante.
<< L'altro giorno quasi ti imploravo di non farne parola con mia moglie. Sai a cosa mi riferisco vero? Se non ricordi ti rinfresco la memoria con piacere.>>
La sua mano si poggia su un mio fianco e scende lungo la mia coscia.
La blocco afferrandola violentemente per poi spingerla via, che disgusto.
<< Potrei fare qualcosa di peggio che dirlo a sua moglie, per esempio denunciarla per molestie. E ora mi lasci andare.>>
Cerco di oltrepassarlo ma me lo impedisce.
La mia voglia di scoppiare e dargli un bel calcio sugli stinchi aumenta voracemente.
<< Oh no, no.. non vai proprio da nessuna parte adesso. Non ho finito di parlare.>>
Daniel glie le farebbe cantante se fosse qui. Appunto, se fosse qui.
Pessima idea.
<< Scommetto che il paparino non sa di voi due, della vostra "storiella", come immagino non lo sappia nessuno dal modo in cui vi nascondete. È ancora fresca, la novità.
D'altronde sono convinto che non farai nessuna delle due cose contro di me. Ho molti vantaggi che vanno a discapito tuo Rosie.>>
Rimette nuovamente la sua schifosa mano sulla mia coscia..
Chiudo gli occhi sperando solo sia un brutto sogno.
Le lacrime rigano la mia faccia. Singhiozzo.
<< No shh, shh..>>
Esordisce zittendomi con l'altra mano.
<< A lui non hai detto di no prima, non dovresti respingermi..>>
Continua a palpeggiarmi.
È uno psicopatico e mi devasta sapere che fa questo ad altre ragazze della mia età. Perché sono certa che lo faccia..
<< Come sai bene io sono il rettore di questa scuola. Prendo io le decisioni qui dentro.
Tuo padre avrà anche molti di quei soldi, e ti garantisco che li ho anche io, ma saprai anche sicuramente che se spargerai denuncia è la mia parola contro la tua e non hai testimoni. E tu non vuoi che io rovini il futuro di Daniel ad un passo dalla laurea non è così? E la tua audizione, sarebbe un tale spreco..
Per non dimenticare la relazione perversa con tuo fratello..>>
Ho la mente in subbuglio, non riesco a dare un senso logico a quello che sto sentendo.
La confusione lascia un posto atroce alla rabbia e al dolore.
Sto per sbottare.
<< Stronzo, non hai il diritto di giudicarmi. Tu sei perverso, sei malato. Non ti permetterò di mettere in gioco il futuro di nessuno! Lasciami!>> Esclamo riuscendo a liberarmi da lui.
<< Ah, l'ho cercata dappertutto  preside..>>
Bonnie sbuca improvvisamente con una sfilza di fogli in mano.
Faccio un sospiro liberatorio.
Quando si rende conto della mia presenza, fa saettare lo sguardo tra me e Clark.
Mi ha beccata in un tempismo sia pessimo, per la mia faccia sconvolta e e fradicia dalle le lacrime versate, sia ottimo per aver interrotto ciò che stava prendendo la piega di un film dell'orrore.
<< Ciao Rosie.. non.. dovresti.. ehm essere a lezione?>> Balbetta non trovando le parole.
Non le trovo nemmeno io.
<< Si, stava per andarci, ho solo preso 10 minuti del suo tempo per discutere della sua audizione. Come vedi è commossa..>> Sorride lo schifoso.
Apro bocca per rispondere.
Ma prima che lo faccia lui mi guarda ad occhi stretti.
<< Già.. è l'emozione e..l'ansia da palcoscenico più che altro..>> Posso solo che mentire contro la mia volontà.
Ha il coltello dalla parte del manico..
E io sono in trappola.
Bonnie mi guarda strana ma annuisce e accenna un sorriso di comprensione.
<< Allora? Cosa volevi dirmi Bonnie? In fretta però che ho da fare.>>
Freme mentre da un'occhiata al suo orologio.
<< Ehm, niente. È per un insegnante che ha richiesto il ritiro dal prossimo mese. Ma non è importante, passo dopo io nel suo ufficio..>>
Articola ogni sillaba con incertezza.
Io intanto me ne sto impalata ad asciugarmi il viso senza dare nell'occhio.
<< Bene. Allora vediamo il da farsi dopo.>>
Bonnie annuisce e mi guarda triste.
Clark mentre finalmente sta per andarsene, e spero al diavolo, si ferma e si volta.
<< Ah Rosie, voglio la tua canzone per domani.. e che sia "per domani" capito? Non voglio scuse.>>
Non posso credere che mi stia parlando in questo modo scontroso di fronte a Bonnie, crede di poter fare ciò che vuole adesso.
<< Posso inviare il testo della canzone al professor Bennet in settimana per via email. Mio padre si sposa e starò fuori per qualche giorno.>>
Testo? Non l'ho nemmeno scritto.. dovrò darmi da fare a Baltimora.
<< Ah.... beh, vedi di fare un buon lavoro. Non voglio brutte figuracce. Al tuo ritorno, vedrai con Bennet la giusta melodia, tonalità e cavolate varie. Ah..e...fai tanti auguri a tuo padre e alla sua compagna.>>
Termina con tonalità sarcastica.
Senza degnare Bonnie di un sguardo va via sistemandosi la giacca.
Sospiro nuovamente e mi passo una mano sulla fronte per asciugarmi le piccole gocce di sudore.
<< Se non ti conoscessi direi che sei veramente emozionata per l'audizione.. Ma siccome invece ti conosco, voglio sapere cosa sta succedendo.>>
Non ho mai visto Bonnie più seria e preoccupata di così.
Onestamente vorrei scappare via perché so di non avere grandi capacità di mentire.
Tra l'altro il soggetto di persona qui davanti a me non si beverebbe una bugia come questa.
<< Nulla.. mi sento solo pressata: canzone, palco, testo, Julliard.. >>
Rispondono sbattendo le palpebre velocemente.
Mi guarda a sopracciglia sollevate.
<< Ti senti pressata da lui, non dall'audizione.>>
Mi corregge. Sbuffo in una risata forzata.
<< Si, è probabile.>>
Devo cambiare discorso. Ciò che succede con Clark deve rimanere tra me e lui. Non voglio coinvolgere nessuno: ne Daniel, ne mio padre, tanto meno Bonnie, rischierebbe il lavoro e non me lo perdonerei.
Solo.. devo trovare una soluzione e al più presto.
Non mi metterà mai più le mani addosso. Mai.
<< Il solito stronzo.. non dargli retta e fai di testa tua. Sarò in prima fila quel giorno promesso. Già ti immagino alla Julliard. Sarai grandiosa.>>
Fortunatamente Bonnie non indaga oltre, anche se resta un po' titubante.
<<Già, lo spero..>> Rispondo poco convinta con tono inaudibile.
Non ho idea di dove stiamo andando.
La sto seguendo chissà dove e solo ora ricordo che sta lavorando.
<< Comunque ti lascio, avrai un mucchio di cose da sbrigare e non voglio interromperti con le mie lamentele.>>
<< Smettila, anche se ci conosciamo da poco sei la mia migliore amica. Ed è mio dovere sopportare le tue "lamentele". E poi oggi parti, non ti rivedrò fino a Capodanno..
Tu e quello snob sofisticato del tuo fratellino.
A proposito, come vanno tra voi le cose?>>
Delinea quest'ultima frase accompagnata da una gomitata giocherellona.
<< Stiamo andando d'accordo, o almeno ci stiamo riuscendo per qualche strano caso.>>
Muoio dalla voglia di raccontarle tutto.. ma adesso come adesso sono ancora piuttosto scombussolata da tante cose.
<< Qualche strano caso eh?.. Vedevo com'era appiccicato a te prima, e sempre "per qualche strano caso" non ti ha tolto gli occhi di dosso nemmeno per un mezzo secondo.>>
Mi fanno impazzire dall'euforia le parole di Bonnie.
Nonostante io lo sentissi freddo non lo era, non del tutto.
<< Sei rossa come una lampadina e hai gli occhi che brillano. Forse non ho bisogno di sapere altro>>
Continua ed io sorrido come una bimba.
<< Bonnie non lo sa nessuno.. è successo tutto in fretta e nemmeno io so cosa sto facendo. Solo che..>>
<<..Solo che ti sei innamorata. Lo sapevo!>> Finisce quello che in un certo senso stavo per aggiungere.
Bonnie è la mia unica amica quì (coetanea) e non posso non confidarmi con lei.
Soprattutto mi capisce.. e non avendo la nonna con me sento come se fosse un mio punto di riferimento in questi casi.
<< Ho paura a dire quella parola.. ma mi sento strana, diversa quando sono con lui. Fa uscire lati del mio carattere che nemmeno sapevo esistessero.>>
Le confesso con ancora il sorriso stampato sulle labbra.
<< E secondo te è un bene o un male?>>
Domanda curiosa.
<< Non lo so, voglio capirci qualcosa e scoprirlo.
E dovrei anche parlare con Finn.>>
Finn, riuscirò a parlargli prima che io me ne vada?
Bonnie mi guarda sopraffatta e sfasata.
<< Finn? Cosa c'entra Finn?>>
Dimenticavo che non conosce questo particolare.
Le parlo un po' di tutto ciò che è successo, partendo dal giorno in cui eravamo in ospedale sino al nostro "appuntamento".
Ad ogni nuova novità resta a bocca spalancata.
<< Sai una cosa? Se un giorno mi dovessi rendere conto che la mia vita fa schifo, mi basterebbe guardare la tua e tutto tornerebbe alla normalità.>>
Dice ironica.. e rido perché so che è vero.
<< Dovresti parlargli, e anche subito prima che tu parta. Non perché sia una cosa grave, ma solo perché così sei apposto con la tua coscienza e sai di non tenere nessuno sulle spine. Per te stessa e per lui naturalmente. >>
Ha perfettamente ragione..
È da ieri che mi sento un peso allo stomaco.
<< Sicuramente è a lezione adesso.>>
<< In realtà no. Era al bar con Mike e altre persone, magari fai ancora in tempo.>>
Devo cogliere il momento per forza.
<< Ci vado subito allora.>>
Stringo con sentimento Bonnie tra le mie braccia.
<< Ci vediamo presto, fatti sentire mi raccomando.>>
Mi dice dietro la mia spalla.
<< Promesso.>> Rispondo.

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