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" La mamma piange. Le ho fatto per caso qualcosa?
Corre così veloce con la macchina e ho molta paura..
Quando è venuta a prendermi da scuola andava tutto bene, anche quando siamo andate a casa della nonna per la sua festa di compleanno.. e ora, ora piange.
<< Mamma>> Le dico. È davvero triste, il che rende triste anche me..
Non risponde.
<< Mamma>> Tento, forse non mi ha sentita.
Corre ancora più velocemente.
<< Non ora Rosie!>> Mi sgrida.
<< Mamma ho paura vai piano!>>
Non rallenta. Le sue mani sono fredde e rigide su quel attrezzo tondo davanti a se.
<< Mamma!! Ti prego!!>> Ora sono io a piangere. Perché la mamma non mi ascolta? È arrabbiata con me?
Si comporta come se io non ci fossi. Per forza ce l'ha con me.
<< Mamma dove andiamo?! >>
Sono sull'orlo di una crisi. La mamma se ne accorge.
<< Rosie..>> Si gira verso di me..
<< Mamma attenta!!!!>>  "

.................

Mi sveglio di soprassalto.
Urlo come non mai.
Sono tutta attaccaticcia.. sudata, con il capelli sulla faccia.
Respiro faticosamente.
Qualcuno tenta di aprire la porta e ci riesce.
Daniel è li sulla soglia con occhi spalancati, si tuffa immediatamente vicino il mio letto.
Non riesco a respirare, mi sento soffocare. La sensazione più brutta..
Prende il mio capo con decisione tra le sue mani.
<< Rosie, calmati.>>
La prima cosa che mi viene in mente di fare è poggiare le mie mani sulle braccia e chiudere gli occhi per due secondi.
<< Respira. Fai come me.>>
Non mi calmo. Comincio a piangere..
<< Devi darmi ascolto. Guardami>>
Obbedisco senza obiettare. Ricopio le sue mosse.
Respiro ed inspiro piano piano. Movimenti sciocchi apparentemente difficili per me in questo momento.
E sembra funzionare.
Mi tranquillizzo ed entrambi ci stacchiamo, pur risentendone di quel distacco. Asciugo il volto rigato dalle lacrime con le maniche del mio maglione.
<< Meglio ora?>> Mi chiede.
Se non lo conoscessi direi che è preoccupato. Annuisco singhiozzando.
La sua espressione è allarmata ma allo stesso momento piatta.
Rassicurante.
Faccio questo sogno spesso.. le conseguenze ci sono state.
Ci sono state eccome.
<< Un brutto sogno?>> Domanda con una sorta di affermazione.
Magari fosse solo un brutto sogno Daniel.
Purtroppo è la realtà.
<< Un po' più di così..>> rispondo con esitazione.
Non voglio parlarne. Ho già pianto di fronte a lui con questa scusa raccontandogli di tutto e di più. Non voglio farlo una seconda volta.
Il suo sguardo fa capire di aver inteso.
Si crea perciò del silenzio voluto.
Mi accorgo che guarda un punto fisso di fronte a se.
Sta pensando.
E ho la sensazione che sta per andarsene.
Infatti si alza, ma io lo blocco per la mano immediatamente.
Non voglio che se ne vada, non ora.
<< Resteresti con me?>> Chiedo in modo diretto e speranzoso.
<< Si.>> Risponde subito. Ne sono meravigliata. Pensavo si sarebbe messo a fare domande. Invece ha capito. Glie ne sono grata.
Scivolo verso la parte sinistra del letto a due piazze.
Mi rintano sotto le coperte coprendomi su fino il collo; mi volto verso il muro e cerco di rilassarmi.
Daniel si sdraia, ma resta sopra la coperta al contrario di me.
Non me lo aspettavo.
Molte cose non mi aspetto da lui.
Se fosse stato un altro, avrebbe subito colto la possibilità di infilarsi sotto le coperte. Ma lui non lo ha fatto.
<< Grazie.>> Dico.
<< Dormi Rosie.>>
Sussurra. Mi addormento dolcemente.
Sono sicura di aver sentito un tocco sulla mia guancia, ma sono troppo stanca per reagire..

Uncover.    #WATTYS2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora