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Scarichiamo tutta la spesa e la portiamo a casa in soli due viaggi.
Sono sfinita, troppi eventi in una sola giornata.. Dovrebbe essere illegale, non si può.
<< Senti, lascia perdere. Non cucinare, ordiniamo qualcosa, ti va?>>
Propone Daniel vedendo la mia stanchezza. Non faccio tardi ad assecondarlo.
<< Va bene, a dire il vero non ce l'avrei fatta a cucinare proprio adesso. Significa che mangerai degli ottimi pasti domani a pranzo. >>
Mi prendo i meriti da sola per la mia ottima capacità di saper cucinare.
<< Modesta. Sono un critico severo, e mi sento di doverti sottovalutare. Rendiamo il tutto più divertente con una scommessa?>>
Tende una mano.
La guardo e poi aggrotto la fronte.
<< Vuoi scommettere sapendo già che perderai? Ok, ci sto. Cosa scommettiamo?>>
Gli dò la mano ancor prima di sapere cosa giocarci, mi sento coraggiosa e punto sulla mia bravura.
<< Ti vedo agguerrita. Ok, allora..
Se sei tu a perdere dovrai soddisfare tutte le mie voglie sessuali..>>
Assumo un'espressione impressionabile.
Daniel scoppia a ridere ma torna subito serio.
<< Sto scherzando. Voglio solo che domani sera, qualsiasi cosa succederà e se succederà, tu stia dalla mia parte, senza andarmi contro, come fai di solito. Guarda che è frustrante non avere mai la tua approvazione.>>
Ammetto che mi turba questa cosa.. Prego Dio che tutto vada per il verso giusto senza aver timore del contrario.
<< È una richiesta insolita. Devo essere obbiettiva.. se sei tu a sbagliare, devo dirlo, Daniel. Anche perché sono rare le situazioni in cui sei tu ad avere ragione dato che hai i modi sbagliati per dimostrarlo.>>
Non voglio metterlo K.O. con questo.. Però è sempre meglio dirgli come stanno le cose.
Delle volte ha veramente ragione, ma rischia di eccedere quasi sempre.
<< Si è giusto che tu lo dica. Ma voglio che lo 'dica' a me, in disparte. Ho paura che potresti unirti agli altri e.. Vabbè, lascia stare.>>
Mi fa tenerezza vederlo tentare.. Infatti il mio istinto mi suggerisce di avvicinarmi.
<< Ho capito. Devi fidarti di me. Non ti lascerei mai in una situazione dove sono gli altri a puntarti il dito. Mi sbalordisce solo il fatto che te ne possa importare qualcosa.. Di solito resti impassibile, strafottente. >>
Il mio "devi fidarti di me" mi fa pensare al fatto che sono una vera stronza. Come posso mantenere da un po' un segreto che lo riguarda e poi pretendere che si fidi di me?
Spero non finisca male questa faccenda. Lo sto facendo per rispetto di Kelly ma soprattutto per il suo bene.
Il fine giustifica i mezzi..
Mi auguro sia proprio così.
<< Lo sono, in parte. È che ho bisogno di te.>>
Quella frase mi fa sempre effetto, non lo nego..
<< Comunque.. E se dovessi vincere io? Qual è il mio premio?>>
Chiedo in modo malizioso.. Però mi ritraggo subito, ricordandomi che sono arrabbiata ancora con lui.
<< Tu cosa vorresti?>>
Domanda a mia volta.
Assumo un espressione pensierosa.
<< Allora.. Se proprio la mettiamo così, voglio che domani ti comporti come si deve, o almeno cercare di impegnarti.. Sappi che lo fai per me ma anche per te stesso, e per tua madre. Prova a lasciar scorrere, passiamo una bella serata senza andare lì con il presupposto sbagliato.>>
Credo non ci sia niente di più scontato.. Se lo aspettava da parte mia.
<< Ci provo. Sicuramente non sarò la simpatia in persona ma posso provare ad evitare discussioni.. Sempre che non siano loro a provocarmi, altrimenti sai che è difficile controllarmi.>>
Lo so eccome, comincio a conoscerlo.
<< Lo so, ma non ti sto dicendo di dover cambiare o farti mettere i piedi in testa. È solo un passo verso un miglioramento e anche nel saper gestire il tuo umore..>>
In tutto ciò spero solo di non risultare esasperante con questo mio modo di fare pretenzioso.
Daniel annuisce e riflettere sulle mie parole.
<< Comunque, credo non riusciresti a risultare simpatico, nemmeno se volessi.>> Aggiungo ironica.
Daniel mi scruta smaliziato e, pronto come sempre alle provocazioni, mi afferra in modo repentino i capelli, una presa molto forte ma che mi fa infuocare. Il mio mento è teso verso l'alto, riesco a vedere il suo sguardo procace.
Quello sguardo mi sta divorando..
<< Ah si? Ripeti se hai il coraggio.>>
So a quale minaccia vado incontro.. Ma devo ammettere che è un gioco che mi piace.
<< Ho detto che.. Non risulteresti simpatico nemmeno se volessi.>>
Ripeto ma scandisco parola per parola.
Sentendosi totalmente stuzzicato, accenna ancora di più a strattonarmi i capelli ed io istintivamente, inciampando su me stessa, mi avvicino di parecchio.. quasi da premere il mio corpo contro il suo.
Con l'altra mano invece mi afferra il collo, ed è lì che impazzisco..
Ma poi scende.
Scende fino ad accerezzarmi il décolleté..lo spazio che divide i miei seni..Ahhh la pelle d'oca.. Poi scende ancora, fino a poco più giù dell'ombelico e....smette.
Che c'è? Perché si è fermato?
Ansimo ancor prima di aver provato piacere.. Ma forse, anche questa è una forma di piacere.. L'irruenza. Il desiderio.
<< Lo hai fatto apposta non è vero?>>
Mi dice con il suo fiato bollente vicino al mio orecchio.
<< Cos..>>
<<Andiamo. Lo sai cosa..>>
<< Provocarti intendi?>>
Domando diretta anche se ormai sono già partita con la testa.
<< Si, lo fai spesso. E ho capito perché lo fai..>>
Ammette con la sua solita convinzione.. Mi chiedo a cosa si riferisca.
<< Perché lo faccio?>>
Lo prego ad occhi chiusi, sperando solo che mi tocchi. Perché non sono ipocrita, voglio che lo faccia..
Sento un suo risolino, e quando ride così, capisco che pensa di avere controllo su di me. E pensa bene.
<< Ti piace che ti afferri per i capelli non è vero?>>
Li stringe fortemente ma paradossalmente non mi fa male, anzi il contrario.
Annuisco facendomi sfuggire un mugolio per la forza usata.
<<... anche che ti prenda per il collo..>>
Ed ecco che mi sento strozzare dalla sua mano tatuata, ma non nel vero senso letterale della parola.
È qualcosa che mi piace, che mi fa provare eccitazione.
Ma la domanda è.. Perché?
<< Tu provochi per essere dominata. È il tuo alter ego.. E non sai quanto mi fa impazzire.>>
Ride da sembrare quasi sgarbato.
Mi riprendo dalla mia fuga mentale/ormonale. Prendo distanza da lui anche se ubriaca ancora delle sue parole che svolazzano nella mia mente.
<< Alter ego!?>>
Sbotto interrogativa? Che diavolo vuole dire..? Ma soprattutto, perché sembra che la cosa mi infastidisca?
Con quel sorriso maledetto si china per baciarmi la fronte. Prende il suo cellulare e compone un numero.
<< Ti va il cinese?>>
Domanda disinibito. Ma cos..??
Non ci posso credere.
<< Cinese.. Ehm.. No.. Cioè si.. Ma..>>
Si può essere più impacciate?
Mi sgrullo la testa per tornare alla realtà.
<< Shh.. Tranquilla.
E lo so.. Scusami.>>
Sà che cosa? Che mi ha torturata per poi avermi lasciata in asso?
E si sta scusando..
Non dovevo permetterlo.. Ero io quella arrabbiata con lui e ora mi sento addirittura in colpa perché non sono riuscita ad ottenere da lui ciò che desideravo, come se non me lo fossi meritato.
Mentre Daniel è al telefono ad ordinare per entrambi, io mi tolgo le scarpe e comincio a dare una rassettata alla mia nuova abitazione.
Cerco di muovermi per non stare lì come una stupida a pensare al fatto di essere appena stata manipolata...

Il tempo scorre, mangiamo del buon cinese e ridiamo tanto, anche se Daniel continua a lamentarsi del fatto che ci abbiano dato una pietanza diversa da quella richiesta. Ma a me non importa, è buono lo stesso.. Sà solo lamentarsi e continua a fare solo quello.
Dice che sono io la maniaca del controllo, ma non si rende conto che sotto sotto lui lo è più di me, ma in maniera differente.
È una cosa inconsueta scoprire di avere delle uguaglianze in contrasto tra loro..
Uguaglianze equipollenti, come il bene e il male: due forze di medesima potenza ma diverse fra loro, o meglio, opposte.
Un po' proprio come me e Daniel. Comunque.
Tutto prosegue per il meglio.
Fino a che.. Qualcuno suona il campanello da dietro la porta.
Io e Daniel ci guardiamo interrogativi.
<< Aspettavi qualcuno?>>
Gli chiedo per prima.
<< No.. Tu?>>
Quando contraccambia con la stessa domanda gli lancio un espressione da ebete: come può pensare che sia io ad aspettare qualcuno? Non ricordo nemmeno il colore delle mura di questo palazzo, non sarei ancora in grado di spiegare a qualcuno dove abito. Inoltre, tutto il pomeriggio ero con lui, non l'ho nemmeno sfiorato il cellulare.
Daniel si alza per andare a capire chi ci cerca a quest'ora e lo vedo fare una faccia allibita quanto schifata o forse seccata.
<< Ma che cazzo! La privacy ve la siete ficcate in bocca insieme a un'altra cosa?!>>
Sbotta. Apre la porta ma ancora non riesco ad intravedere chi sia.
<< Dai, siamo venuti per inaugurare casa. È di prassi, di solito porta fortuna. Abbiamo portato da bere.>>
La voce è di Lauren... Non ci credo.
Mi alzo e raggiungo immediatamente Daniel sul ciglio della porta, con tanto di fastidio.
C'è una cosa a sollevarmi però..
Credevo di vedere solo le due psicopatiche.. E invece c'è tutto il gruppo: Mike, Alex.. Manca solo la mia amica, e quasi mi dispiace che non sia venuta anche se sinceramente non mi aspettavo di ricevere gente.
C'è un'altra faccia che non vedo, ed è quella di Finn. Meglio così. Preferisco sopportare la brutta presenza di Lauren piuttosto che l'imbarazzo e tensione della presenza di Finn.
Ma chi diavolo gli ha detto l'indirizzo? Io non sono stata e Daniel.. figuriamoci.
Penso "sono gli amici di Daniel.." non posso e non devo fare la bacchettona riempiendomi di domande.
<< Ciao ragazzi.. Siete gentili e grazie.
Ci farebbe piacere anche se.. troverete del casino. Ma pazienza, vi adattate no? .>>
Prendo parola e niente.. Li invito ad entrare.
<< Tranquilla Rosie, lo capiamo, non preoccuparti. Stavo giusto pensando che a questo punto, se volete, possiamo festeggiare al pub qui dietro. Non è niente male come posto, ci sono stato un paio di volte.>>
Fa Alex fissando lo sguardo scocciato del mio ragazzo. È come se lo stesse pregando di portarli via tutti di qui.
<< Si, sembra bello. Ma siamo stanchi, ci si vede.>>
Risponde duramente Daniel tentando di chiudergli la porta in faccia ma io non lo permetto.
<< In realtà a me va. Ehm.. ci vediamo tra 5 minuti qui sotto, ok?>>
Lauren fa una smorfia agli altri per prendere in giro il nostro modo di fare già come una coppia sposata, ma nessuno fa in tempo a replicare che ho già chiuso la porta.
Senza guardare Daniel, perché so che ce l'avrà con me, mi fiondo a rimettere le scarpe e rendermi più presentabile di così, ma non mi cambio, dato che si tratta di un'improvvisata. Ma credo di stare bene lo stesso con leggins e golfino corto.
<< Ti sei fottuta il cervello?>>
Sbotta inseguendomi in ogni angolo della casa.
<< Non mi sembra di aver fatto chissà cosa. Non puoi proibirmi delle possibili amicizie ogni volta. Ci andremo, cosa c'è di male (??)>>
Mi dimeno e gesticolo talmente tanto da poter farmi scivolare tutto ciò che ho tra le mani, ovvero una spazzola e un mascara recuperati dalla mia borsa.
<< Non puoi pensare di poter fare amicizia con persone che tolleri a mala pena. Parlo di Melissa e..>>
Interrompo.
<< Si ho capito. E allora? Gli altri mi stanno simpatici lo sai, non per loro devo farmi da parte.>>
Parlo con tono sbarazzino.
<< Ma che dici, perché parli così?>>
Chiede come se trovasse il mio atteggiamento insolito. Un po' lo è.. Non ho un grande interesse nel legare con queste persone (esclusi Bonnie e Alex che sembrano essere gli unici normali del gruppo.. E.. includerei anche Finn.. ma non ne sono più certa. ).
<< Così come?>>
Continuo a camminare avanti e dietro in cerca di fare qualcosa pur di non mantenere un contatto visivo con lui.
<< Come se ti importasse.. Dai non andresti mai ad un pub. Almeno non adesso, così, senza preavviso.>>
Mi viene normale tendere gli occhi al cielo.
<< E allora? Sta sera invece ne ho voglia. Se ti crea problemi non sei obbligato a venire con me.>>
Giuro che mi sta guardando davvero con aria spaesata.
Ma perché sto facendo così?
Ho qualcosa in mente che sfugge anche a me stessa..

Uncover.    #WATTYS2020Where stories live. Discover now