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Dopo aver pranzato con un tramezzino delizioso con prosciutto e mozzarella, che ho preparato a casa prima di venire qui, cerco la mia macchina nel parcheggio del campus.
Questi tacchi mi faranno ammattire.
Cerco le chiavi nella mia enorme o'bag nera.
<< Rosie, scusa se ti disturbo>>
Mi volto con le mani ancora dentro la borsa.
Il vento mi porta fastidiosamente i capelli davanti al viso rendendoli elettrici.
È Peter, Peter Clark. Mi da del tu. Com'è facile prendere confidenza per lui.
<< Signor Clark..?>>
Domando in segno di sapere cosa cavolo vuole.
Per fortuna qui intorno c'è molta gente, quindi non può accadere nulla di male.
E se dovesse succedere ancora una volta questa non la passerebbe liscia.
Oh Rosie, sii meno paranoica.
<< Ecco io e il consiglio ci siamo riuniti e volevo congratularmi con te. Sei un' ottima allieva e molto partecipe. Un insegnante della Julliard vi ha osservati alle vostre spalle.
A inizio del secondo semestre probabilmente potrebbero inserirti in una competizione di musica.
Il vincitore potrà accedere alla Julliard e lavorare con i più grandi  musicisti di New York.>>
La Julliard? È la più prestigiosa università di musica mai esistita.
Poterci lavorare sarebbe un sogno che si avvera.
Però un dubbio mi infligge.
Sono in questa scuola solo da cinque giorni e già mi si viene proposto questo? Ho davvero fatto colpo?
O...c'è una fregatura dietro l'angolo?
<< Non credo di essere all'altezza per raggiungere un obbiettivo del genere, ma giuro a me stessa che lavorerò con tutte le mie forze per poterci riuscire, questo è poco ma sicuro.>>
Lo farò per la nonna e papà ma soprattutto per la mamma.
<< Beh l'ultima decisione spetterà a me, quindi non deludermi >>
Dice in tono autoritario.
<< Non lo farò, o almeno cercherò di non farlo.>>
Rispondo a mento alto come se fossi un soldato che sta per eseguire un ordine.
<< Bene. Arrivederci Rosie>>
Sale sulla sua moto e se ne va.
Non vedo di solito uomini che corrono in uno scooter con indosso un completo elegante.
Torno a casa con un sonno pazzesco perciò sarà meglio che faccia un pisolino prima della "grande" e rumorosa festa di sta sera, punterò la sveglia.

                    **************

Mi stiracchio per bene e vado a farmi una rilassante doccia prima che Bonnie arrivi.
Dopo aver asciugato e ondulato i capelli Sandra mi avverte con la sua solita gentilezza che la mia amica è di sotto che attende nel soggiorno.
Scendo e trovo Bonnie con occhi spalancati e bocca aperta, come immaginavo, e come sempre mi mette il buon umore.
<< Beh? Cosa ne pensi?>> Indico generalmente il posto in cui vivo.
<< Cosa ne penso?? Me lo chiedi pure?
Se vivessi io qui altro che lavoro..>>
Resta ancora un po' ad esaminare tutto cio che la circonda.
<< E poi avete una guardia del corpo!
Appena sono arrivata ha controllato se possedevo qualcosa di pericoloso e cose simili.
Beh non mi dispiace che l'abbia fatto, è terribilmente sexy il vostro uomo protettore>>
Mi da una gomitata e ridiamo.
Beh è vero, è molto muscoloso con l'aria di uno che " Io vivo per proteggere il prossimo!".
<< Ti ha controllata sul serio? Non chiedermi nulla, ancora non ho idea di come funzioni qui>>
<< Potrei abituarmici. Con lui in giro per la casa non mi annoierei di certo. Pensa,  gli ho lasciato un pezzo di carta con il mio numero di cellulare, anche se credo lo abbia buttato via... : dice di chiamarsi Leo. È un nome adorabileee. Credo sia gay però, altrimenti il numero lo avrebbe tenuto>>
Dice sottovoce l'ultima frase ma è come se stesse urlando a squarciagola.
Sbuffo in una risata se penso l'aria seria e autoritaria di Leo che butta via il numero di Bonnie.
È pazza e schietta.
Qualcosa di positivo l'ho trovato qui a New York.
Corriamo di sopra e le faccio vedere la cabina armadio già piena di abiti oltre che ai miei.
<< Tu vuoi scherzare!>>
Dice senza fiato.
<< Indossane pure uno, quello che vuoi. Tanto penso che portiamo la stessa taglia.>>
Opta per un una camiciola e una gonna a jeans colma di pagliette​, luccica al massimo.
Penso a quando mi sono sentita..diciamo sexy dentro il vestito rosso per il matrimonio. Mi torna in mente quello che mi ripeteva Daniel.. perciò sta sera decido di sbocciare.
Infilo un abitino corto, non in modo esagerato, aderente a maniche lunghe ma con spalle scoperte color begie opaco e abbino un paio di tacchi a stivali con dei Swarovski che toccano le coscie, così che non sembri nuda (ci mancherebbe pure).
Bonnie alza i suoi capelli scuri e lisci in una crocchia alta e si trucca molto leggera. Con la sua carnagione può anche restare al naturale a mio parere. È davvero molto bella con le sue origini Liberiane.
Io invece dopo aver lavorato un perfetto contouring faccio una linea sottile con l'eyeliner e applico un rossetto rosato per rendere carnose le mie labbra.
<< Sei uno schianto lo sai? Sembra come se ti facessi bella per qualcuno in particolare..>>
Mi fa l'occhiolino.
<< Nah, non è nulla di che. E comunque posso dire lo stesso di te signorina..>>
Gli do una piccola spinta e ci mettiamo a ridere con euforia.
Recuperiamo le giacche e ci dirigiamo
nel suo pick up, senza incrociare Leo.
Ascoltiamo della buona musica: per fortuna abbiamo esattamente i stessi gusti.
<< È qui? Sembra esserci un sacco di gente! Senti il casino>>
Dico appena scendiamo.
<< Già, dai entriamo!>>
Mi tira per un braccio verso l'entrata.

Uncover.    #WATTYS2020Där berättelser lever. Upptäck nu